Naturale dunque la presenza frequente della NONNA
,personaggio ad un tempo mitico e reale,ultima depositaria del patrimonio
culturale,forza viva che imprime nuova energia e contemporaneamente permette un
controllo della memoria che servono a spiegare il passato e insieme a
introdurre consapevolmente alle vicende attuali.
In NONNA l’autrice rievoca il mito del personaggio- guida
Donna Ragno,alla quale si deve la creazione dei Pueblo. Il lavoro della
tessitura diventa allora ritualizzazione della storia delle origini,dove ordito
e trama concorrono a formare il disegno cerimoniale della scala. Altro compito
che si assume l’artista è quello di conservare il tappeto,la vita e la sua
origine,dono di Donna Ragno. Andare avanti non significa rompere con il
passato. Al contrario. Intatta e forte è la determinazione a preservarlo per
costruire su di lui ,per ricucire il fragile tessuto della vita con gli
attrezzi ricevuti dall’eredità culturale e con il filo della creazione
artistica che da lì proviene.
II ritorno a casa è per lei far rivivere le mesas
sconfinate dell’infanzia.
Nonna
Fuori dal
suo corpo spinse
filo
d’argento,luce,aria
e con cura
lo depose sull’oscurità,volando
dove niente
si muoveva.
Fuori dal
suo corpo espulse
filo
luminoso,vita,intessendo la luce
sul vuoto.
Da oltre il tempo
oltre querce e flusso di lucente acqua chiara,
le fu dato di tessere i filamenti
del suo corpo,del suo dolore,della sua visione
fino alla creazione,e il dono di aver creato,
poi svanire.
Dopo di lei,
le donne e gli uomini tessono coperte in racconti di vita,
ricordi di luce e di scale,
occhi d’infinito,pioggia.
dopo di lei siedo sul mio tappeto con la scala portatrice-
di- pioggia [2]
e rammendo lo strappo con lo spago.
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