mercoledì 29 novembre 2017

Il mondo allo specchio.16.



Ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo.
Oggi sono saggio e sto cambiando me stesso.
(Rumi)


martedì 28 novembre 2017

lunedì 27 novembre 2017

domenica 26 novembre 2017

Il mondo allo specchio.13.




Io da sola non posso cambiare il mondo, ma posso lanciare una pietra attraverso le acque per creare molte increspature.
(Madre Teresa)

sabato 25 novembre 2017

venerdì 24 novembre 2017

Il mondo allo specchio.11.



Il mondo si divide in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio ma i cattivi da svegli si divertono di più.
(Woody Allen)


giovedì 23 novembre 2017

Il mondo allo specchio.10.





Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla.
(Albert Einstein)


lunedì 20 novembre 2017

Il mondo allo specchio.7.




La causa fondamentale dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di sé mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
(Bertrand Russel)


domenica 19 novembre 2017

sabato 18 novembre 2017

venerdì 17 novembre 2017

Il mondo allo specchio.4.



Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
(Anonimo)

giovedì 16 novembre 2017

mercoledì 15 novembre 2017

Il mondo allo specchio.2.

Com’è meraviglioso che nessuno abbia bisogno di aspettare un solo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo.
(Anna Frank)

martedì 14 novembre 2017

Il mondo allo specchio.1.



Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori,
ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.
(Einstein)

lunedì 13 novembre 2017

L'attesa.6.Mahmoud Darwish









L’attesa.Mahmoud Darwish


     Dalla Palestina  il contributo esaltante di Mahmoud Darwish, l’astronauta che
ha sperimentato l’orizzonte del cosmo. Infatti è il grande poeta Mahmoud Darwish a
rappresentare da solo la sua terra tormentata con i suoi poemi. È un grande visionario
a cui Marcel Khalife dedicò tanta musica e un affetto condiviso da milioni di Arabi 
“dall’oceano al golfo”come si suole dire laggiù.

     La sua è una poesia di parole dove la terra natale martoriata e quella mutevole
 dell’esilio alimentano immagini che si inseguono e si accavallano come fiammate
 improvvise,come folgorazioni di luce da cui il lettore è abbagliato. Una poesia che,
anche nella traduzione,conserva il fascino straordinario di quelle parole che formano
 un turbinare di miraggi leggeri e splendenti come la levitazione dei Dervisci durante
 le loro danze mistiche,anche se va inevitabilmente perduto il senso originario del
ritmo e del suono,fondamentali alla loro natura di canti.


  Una lezione di kamasutra.            

 La   coppa incastonata d’azzurro
aspettala
vicino alla fontana della sera e ai fiori di caprifoglio,
aspettala
con la pazienza del cavallo sellato,
aspettala
con il buon gusto del principe raffinato e bello,
aspettala
con sette cuscini pieni di nuvole leggere,
aspettala
con il fuoco dell’incenso femminile dappertutto,
aspettala
con il profumo maschile di sandalo sui dorsi dei cavalli,
aspettala
e non spazientirti se arriva in ritardo
aspettala
se arriva in anticipo
aspettala
e non spaventare gli uccelli sulle sue trecce
e aspettala
ché si sieda rilassata come un giardino in fiore,
e aspettala
ché respiri un’aria estranea al suo cuore,
e aspettala fino a che sollevi il suo vestito scoprendo le gambe
nuvola dopo nuvola,
e aspettala
e offrile l’acqua prima del vino e non
guardare il paio di pernici che le dormono sul petto,
e aspettala
e accarezza lentamente la sua mano
quando poggia la coppa sul marmo
come se sollevassi la rugiada per lei,
e aspettala
e parlale come il flauto
alla corda spaventata del violino,
come due testimoni di ciò che il domani vi prepara,
e aspettala
e leviga la sua notte anello dopo anello,
e aspettala
fino a che la notte non ti dica:
al mondo siete rimasti soltanto voi due.
Allora portala dolcemente alla tua morte desiderata
E aspettala!…

               Qui è una componente fondamentale della poesia di Darwish,l’eros,come rapporto
 armonioso tra corpo,natura,tempo. I fondamenti dell’esistenza assurgono allora a valore
assoluto. Siamo fuori dai tempi storici,dalle insensate accelerazioni dell’oggi e la struttura
esortativa anaforica impreziosisce ancora più l’importanza della conquista,scandendo il
rallentamento del tempo e inanellando una sequenza sfarzosa di immagini sfavillanti.
               Ritorna anche qui, in questo canto dell’attesa, l’eco trobadorica dell’”amore lontano” di Jaufré Rudel. L’ambiente è quello “di là dal mare”con la fontana dai freschi zampilli,il giardino ombroso in fiore,i sette cuscini gonfi di nuvole leggeri con i profumi d’incenso e di sandalo nell’aria e i cavalli bardati di selle e pazienza,dove l’amata abbia il tempo di accordare il suo respiro con un’aria estranea al suo cuore,dove il principe raffinato e bello non accarezzi con lo sguardo i suoi seni ambrati,ma sappia attendere che sia lei a mostrarsi. Sappia sfiorarle la mano con una carezza lieve e fresca come impalpabile rugiada e le parli con la voce vellutata e rasserenante del flauto fino a rendere loro due i soli testimoni pronti per affrontare il futuro del mondo. Un amore dove l’attesa e la ripetuta rinuncia sono la fiamma che accende il desiderio.

domenica 12 novembre 2017

La fuggitiva.5.Antonio Machado.





La fuggitiva.5. Antonio Machado

La passante di Baudelaire aveva inaugurato le variazioni della fuggitiva  che potremo ritrovare non solo nella straordinaria ripresa proustiana,ma anche nelle figure della poesia italiana del ‘900 tra Sbarbaro e Campana. Non più lo sguardo velato per sottrarsi all’altro sguardo,ma piuttosto l’assenza che si mostra nel momento stesso della presenza,l’inconoscibile altrove che si realizza proprio nel momento dell’apparizione.
La lontananza nel passaggio,la sparizione proprio nell’atto dell’apparire. Compresenze che apparterranno a quell’elemento del “fuggitivo”legato al corpo femminile per dire tutta l’impotenza della poesia a fermare il tempo,che è   tempo dell’amore e della giovinezza. Antonio Machado ne da un esempio composto ed enigmatico insieme ,dove il modello di Baudelaire non prevale sulla fisicità del desiderio:

Sempre fuggitiva
e sempre accanto a me  nel nero scialle
che mal nasconde gli sdegnosi segni
del tuo pallido volto
ma non so dove vai …

Vorrei baciar l’amaro,
amaro fiore delle tue labbra.

Ed eccola tutta intera e originale la fuggitiva di Machado., altera e sdegnosa, tutta avvolta nel suo scialle nero, ritmare il suo passo schivo nella notte verso una meta sconosciuta :


Siempre fugitiva y siempre
cerca de mì, en negro manto
mal cubierto el desdeoso
gesto de tu rostro palido.
No sé adònde vas,  ni dónde
tu virgen belleza tálamo
busca en la noche. No sé
qué sueños cierran tus párpados,
ni de quien haya entreabierto
tu lecho inhospitalario.

Detén el paso, belleza
esquiva, detén el paso.
Besar quisiera la amarga,
amarga flor de tus labios.