martedì 31 maggio 2022

310.Nia Francisco.Ode a una donna ubriaca.

 310.Nia Francisco.

                                       Ode a una donna ubriaca.

 a.               cara signora terra

                              con

                    labbra gonfie 

                             la tua bellezza

                             va e viene

                    quelle scarpe che porti

                            " tennis"  fangose

                     non sai niente di una partita di tennis

                    non ha provato nemmeno una volta

 

                    ma quelle tennies vanno barcollando

                    alla bettola del contrabbandiere

 

 

b.                  cara signora polverosa

                     avvolta di cose calde  in questo caldo giorno

te ne stai sulla strada

                      magari a fare l'autostop

da Eddie's al Tropic's alla Navajo Inn


                      ti vidi con indosso il tuo fazzoletto

fiori rossi gialli che ti coprivano la testa

un fazzoletto che faceva ombra alla tua pelle scura.

 

                      un viso che è solo un viso

e all'ombra del fazzoletto

                      occhi iniettati di sangue  si infiammano

                       di tristezza e di sete.


c.                    cara signora

                                   con delusioni da "roma"

                       i miei avi hanno intessuto perfino dentro di te

                        tu sei mia madre


                         la madre ci vede

noi siamo sobrie                       ma ubriache

                                  di sofferenza

causata dalla stessa dannata vergogna che tu hai provato


d.                      come tue figlie noi rimarremo

                                  e le nostre delusioni

       

                                                      sono un abbagliante

                                  filo rosso avvolto alle trecce

                         le nostre menti attorte

                                   nella rabbia di vincere


       quella stessa vergogna che tu hai provato.

 

e.                       e

                          solo ora vedo

che noi rimaniamo come te,madre

                          ancora a fare l'autostop ancora

da Albuquerque a Gallup a Windiw Rock,Chinle


                                     e le ombre  

                                         di nuvole distanti

                                     nascondono i nostri stanchi visi rossi

 

f.                        cara signora ubriaca

                                    siami di nuovo insieme

                                              diverse

                                     e ti amiamo ancora

                                      come il clan madre

 

                       

   


 

                      

lunedì 30 maggio 2022

309.Louise Endrich.La povera Clara.

 309.Louise Endrich.

                                                La povera Clara.

 

Aprile era il mese più denso di nascite.

Notammo,facendo il conto all'indietro,che la fiera della contea 

si tenne giusto nove mesi fa sulle spianate vicino al fiume,

un piatto meandro circondato da olmi.

I  grossi rami frantumati sparsi tutt'intorno

e i ceespugli che affioravano per coprire ogni peccato

là,oltre le stalle,divennero recinti per l'accoppiamento

dove Clare andava seguendo gli uomini del luna park.

 

Una ragazza in carne,grossa di fianchi,con spenti 

occhi azzurri senza ciglia e panna cagliata per pelle,

si eccitava per ogni cosa.

Non era cattiva,solo ottusa,e troppo avida

del tocco di un uomo perché era senza padre.

Di notte  ,la madre inchiodava la porta,

ma Clare aveva nascosto una corda e si calava giù dalla gronda

e làincontrava gli uomini,come qualcuno di noi pensa.

 

perché  ogni notteper tutto il tempo che durò la fiera

si scatenò sulla ruota,la giostra delle tazze

la ruota volante,il missile,la piovra

e vestita di piume rosae arancia vinse ai dadi

finché non rimase neanche un briciolo di dubbio

su come pagava,tra irami intrecciati

dove l'erba cresceva troppo alta e in inverno

si appiattiva come capelli sotto tonnellate di neve. 

 

La madre di Clara era una donna dura ,astuta e robusta

impagliava orsi con imbottitura di ferro

e li vendeva  nel negozio di sarta

a cui badava nel suo portico a vetri.

Povera Clara,si cucì un camicione,lo indossò

e all'ultimo mese tutti ne parlavano,

poi si sgonfiò lentamente così entro la fine dell'estate

sparì ogni segno e sparì anche il bambino.

 

E mai è venuto fuori,tanto che il villaggio mi sembra

diverso e il segreto resiste.

Ogni strada è un nascondiglio con cespugli,fogne

mucchi di rifiuti,scoli,ceppi cavi e sassi.

La madre è muta e impagmia i giocattoli con rabbia.

I polizziotti e le assistenti sociali riempiono risme 

di moduli in triplice copia a interlinea uno.

La povera Clara sbatte le ciglia imperlate e resiste 

ad ogni documento in silenzio.La sua creatura è cenere

 

trascinata a valle dal fiume,deposta in una mangiatoia,piena di radici]

secca come il frumento in un lungo e dritto frangivento

che sboccia di bianco anno dopo anno.

E non c'è rimedio a questo, ma io ho sognato  

che la seguivo verso i grandi relitti sradicati

e là nelle massicce spirali di fangose radici morte,

salvavo il bambino e seppellivo Clare,così ora,

quando arriva il fiume ad allagare tutto il parco,

il mambino mi viene incontro incespicando su piedi d'argento.


Mi sono alzata,sono andata fuori,ho cercato

nel cortile,nelle vasche roventi,tra neri grovigli spinosi.

Ho sentito il suo belato alto e fievoleed ho strisciato

tra le fondamenta crepate della nostra casa,

chiamandolo col gemito d'un cane e di una pecora impaurita,

finché mi sono svegliata ed ho temuto di essere andata fuori di testa.

Nessuno e il pianto sempre fievole 

come aria attraverso un setaccio.

 

 

  

domenica 29 maggio 2022

308.Elizabeth Cook Lynn Storia di Unchi.

 308.Elizabeth Cook Lynn

                                                                Storia di Unchi.*

 

"Nipote ,sono una vecchia,

ma non ho niente da dirti 

di me.Ti racconterò una storia."

 


che storyteller come lei

non hanno coltelli di sangue 

né torce di verità

 né canti di morte;

che quando le ossa della vecchia 

saranno composte e fatte cenere

 il cielo non parlerà o tuonerà

e i soli non prosciugheranno i pesci in fondo al mare.


Dicono anche

che il suo amore per ciò che è passato

sia una cosa terribile.

Hun-hé.*..

Che cosa sanno

di canti gloriosi e di bambini?

 

 

 Unchi.*

 nonna

 Hun-hé.*..

Espressione dakota-lakota usata spesso dalle donne con un senso 

vagamente ridicolizzante.

sabato 28 maggio 2022

307.Paula Gunn Allen.Nonna.

 307.Paula Gunn Allen

                                       Nonna*

 

Nonna

fuori dal suo corpo spinse  

filo d'argento,luce,aria

e con cura lo depose sull'oscurità. volando 

Dove niente si muoveva,


Fuori dal suo corpo espulse

filo luminoso,vita,intessendo la luce

sul vuoto.

 

Da oltre il tempo

altre querce e flusso di lucente acqua chiara,

le fu dato di tessere i filamenti 

del suo corpo,del suo dolore,della sua visione

fino alla creazione,e il dono di aver creato,

per svanire.

 

Dopo di lei,

le donne e gli uomini tessono coperte in racconti di vita,

ricordi di luce e di scale ,

occhi d'infinito ,pioggia.

Dopo di lei siedo sul mio tappeto con la scala portattrice di pioggia

e rammendo lo strappo con lo spago. 

 

Nonna*

Sul mio tappeto con la scala portatrice di pioggia ,tappeto

cerimoniale per invocare la pioggia.con disegni a forma di scala

per indicare i monti circostanti il pueblo.

 

venerdì 27 maggio 2022

306.La frequente presenza nelle scrittrici indiane della figura della nonna.

.La frequente presenza nelle scrittrici indiane della figura della nonna. costituisce una delle conferme delle  affermazioni fatte finora.La  grandmother di Paula Gunt Allen,di Elizabeth Cook Lynn,di Luci Tapahonso,personaggio peraltro sia mitico che reale, ultima depositaria del patrimonio culturale ,forza viva che dà impulso e controllo alla memoria,che spiega il passato e ad un tempo lo introduce nella dimensione contemporanea.Quest'ultima spesso testimone di una vita condotta in una società biculturale ,dello sforzo per stabilire nuove forme di self- definition tribale,familiare,individuale ,o di orgogliosa rivendicazione della propria eredità culturale  anche quando tale eredità soccombe introduce nell'alienazione come in Ode a una donna ubriaca di Nia Francisco ovvero La Povera Clara di Louise Erdrich.

giovedì 26 maggio 2022

305.La generazione di scrittrici che si affaccia in seguito .

 La generazione di scrittrici che si affaccia in seguSulla scena letteraria e che dà ulteriore impulso

al Native American Renaissance sviluppa compiutamente la propria creatività

L'antico mondo nativo ha cpsì mpdo do riversarsi nel present e non cronologica,in un universo armonico e senza discontinuità.,imprimendo un anedamento ciclico,una scansione temporale mitologica che si oppine alla digregazione e frammetazione dell'America contemporanea.

la figura della donna che emerge da questa nuova letteratura si oppone inoltre allo stereotipo dell'indiana alla quale veniva assegnatoun ruolo di completa subordinazione in una società dove prevaleva un' altra abusata caratterizzazione,quella del guerriero forte e coraggiosi.Al contrario in molte tribù,quali ad es. i Pueblo ed i Longhoyse Iroquais è la donna ad avere una posizione dominante tanto che la discendenza è matrilineare.Anche  in altre comunità rette da una struttura che pur si articola intorno ai clan dei guerrieri o dei cacciatori,la donna ha tuttavia un ruolo centrale ,sia pur a livelli meno appariscenti,ma intrinsecamente di grande valore culturale e religioso,testimoniati ad esempio dalla vita cerimoniale delle comunità.

La donna,o il principio femminile,è all'opera per stabilire un punti focale e attrarre potere verso quel centro.La vita quotidiana si snoda coerentemente con tale principio,con il topos  che appartiene alla donna,un microcosmo con il fuoco al centro,a rappresentare l'elemento sacro.

Anche in altre attività questo principio viene messo in atto.Il lavoro aristico della donna non è qualcosa in più rispetto ai normali adempimenti quotidiani,ma concorre piuttosto alla definizione del sé.

mercoledì 25 maggio 2022

304.Ancora sulla poesia orale dei nativi.Le donne native americane .

 Non saprei dire quanto la poesia orale interessi i miei  amici lettori- Io provo un interesse , particolare,credo,per la forte diversità di condizioni in cui nasce.In nome forse di quell'interess al confronto tra diversità come il più fertile  modo di arricchimento di entrambe le parti che si confrontano.Ho di tanto in tanto osato timidamente proporre il panorama molto variegato della poesia orale in Africa,Quella dei Tuareg,quella degli indiani americani ,perfino un ingenuo e sincero canto esquimese,quella dei nativi australiani.Ora vorrei sperimentare un niovo filone*,un po' diverso:la poesia scritta delle indiane americane che intendono far rivivere la  poesia della loro cultura nativa ,che era orale e che hanno o studiato a fondo.

Le donne indiane appartenenti a  generazioni precedenti a quelle chequi cercherò di proporre,hanno svolto  un'attività culturake intensa,hanno svolto un ruolo rilevante nella costante e appassionata trasmissione della tradizione orale sono state ogetto di biografie scritte da etnologi o letterati bianchi,hanno infine fatto oi primi passi verso  la scrittura  attraverso l'autobiografia .Ma in alcuni casi essa veniva completata con l'intermediaazione di colui che raccoglieva la testimonianza in lingua originale per poi trascriverla in nglese ,,talvolta con evidenti distorsioni per compiacere il pubblico bianco cui era destinata. 











*Le poesie tradotte in italiano ,nonché molte cotaioni critiche derivano dall'opera pubblicata

da Giunti ed."Figlie diPocahontas-Racconti e poesie delle Indiane d'America.

a cura di C.Biagiotti e L.Coltelli.

martedì 24 maggio 2022

303.Dorothy Porter.Acqua e agenti chimici.

 

 

          Jill, la protagonista, incaricata di indagare sulla scomparsa di una studentessa, poi trovata morta, entra in contatto, durante la sua indagine, con l’ambiente degli intellettuali della sua città e con una professoressa di letteratura, vera femme fatale, di cui si innamorerà. La ricerca della detective si intreccia con le varie fasi della sua infatuazione e ossessione sessuale.  Le ripetizioni e le strutture a catena dei brevi versi liberi delle poesie creano una claustrofobica atmosfera da thriller, ma ogni poesia è una cosa a sé:

 

Acqua e agenti chimici [1]

 

È un muro

O un vallo

O una ferita aperta

A crescere tra due amanti?

 

Ho letto troppa poesia

Forse è più semplice

 

Prendete due fiale di carne

Piena d’acqua e sostanze chimiche

 

Sfregatele forte

L’una contro l’altra

 

E  state a guardare le loro catene

Di strane molecole

Mutare e gemere.

 

            Alla fine del seminario, Gordon è troppo stanco per passare da Mark e Maddie, i suoi amici affettuosi e protettivi; preferisce una cena solitaria e spartana a casa. Un po’ di musica, le pantofole ai piedi, e il messaggio di Zoé, che è proprio quello che aveva desiderato: -Ti amo, Gordon! Vieni presto, Z.

          E allora la chiama per lasciarla parlare un po’ e farsi cullare così dalla sua voce. ‘Uff! Ma quanti giorni ancora, prima di venerdì?’




[1] Dorothy Porter, “Acqua e agenti chimici”,  ibidem.

lunedì 23 maggio 2022

302.Dorothy Porter[.Quello che è .

 

           Ma fu lo stile non convenzionale di Dorothy Porter[1] che ha decisamente contribuito a rendere meno di nicchia la poesia, grazie ai suoi romanzi in versi, dove la lirica e il racconto si fondono insieme per narrare  storie noir,  racconti di fantascienza o di ambientazione storica. Il romanzo in versi non era una novità, neanche in Australia, e molti altri poeti australiani contemporanei, tra cui Les Murray [2],  ne  hanno scritti. Il fatto nuovo è che, in questi anni, sono diventati  molto popolari e i più venduti.

         Del 1994 è il racconto poliziesco in versi, provocatore e fortunato, della Porter, intitolato  “La Maschera di Scimmia”[3], dove una sequenza di poesie delinea  la trama d’azione, “con un ritmo teso e veloce come quello di un testo rap[4]. Attraverso la voce narrante, quella della giovane investigatrice lesbica  Jill Fitzpatrick, il poema racconta il male e dimostra l’incapacità della poesia a redimerlo.  “La poesia è una droga, intossica i lettori”, ha detto la Porter in un’intervista. La letteratura, dunque, proprio nel suo essere ambigua, non vera, è pericolosa. Le parole, infatti,  non sono neutre, possono essere erotiche o crudeli oppure qualsiasi altra cosa, ma è la poesia che rende accettabili Macbeth e Medea, macchiati dei più orrendi crimini.  Forse è questo il senso del successo di questo noir in versi.

 

Quello che è  [5]

 

Guidando verso casa

Alba e luna piena

 

Su, verso

le Mountains

 

il cuore mi sguazza

nel petto

 

la luna bussa

al lunotto

 

amala e basta

dice la luna

 

smettila di contare il resto

nessuno vuole fregarti

 

amala e basta

amala

 

per quello che è.

 



[1] Dorothy Featherstone Porter nasce nel 1954 a Sidney, New South Wales, Australia. Scrittrice poliedrica, ha scritto anche racconti, testi per canzoni e libretti d’opera. Muore a Melbourne, Victoria, Australia nel 2008.

[2] Cfr. il suo “Freddy Nettuno”, Giano, 2004.

[3] Fu un best seller  e pluripremiato, oltre ad avere un forte consenso dalla critica e vari adattamenti, tra cui un film diretto da Samantha Lang nel 2001. 

[4] Cfr. Carlo Lucarelli, risvolto di copertina, in Dorothy Porter, “La Maschera di Scimmia”, ed. Fandango, 1999.

[5] Dorothy Porter, “Quello che è”,  da La Maschera di Scimmia, op.cit.; trad. Sergio Claudio Perroni.

domenica 22 maggio 2022

301.Les Murray.Morte per esposizione.

 

- Gordon Fisher! Sono Susan Kinsella, ci siamo incontrati al Writers’ week  di Adelaide, l’anno scorso a Marzo … - dice avvicinandosi a lui la bionda del palco. Accanto a lei un’altra bella stanga bruna con uno sguardo molto volitivo.

 Gordon raddrizza  un po’ la schiena e tira subito fuori il suo sorriso accattivante, ma, prima che possa dire qualcosa, l’altra continua a far lampeggiare i suoi splendidi denti e aggiunge: -Ehr, ti presento la mia compagna: Laura Brentan. Anche lei si occupa di letteratura … Insegna all’Università di Melbourne … - e poi continua a raccontargli di qualche conoscenza in comune e della sua rivista letteraria on-line.

          È inevitabile continuare a stare insieme durante la pausa pranzo; a loro si aggiunge qualche altra persona del giro e la cosa non è poi così male anche per Gordon, che comincia a sentirsi un po’ meglio e meno abbandonato.

Quando riprende il seminario, Gordon è un po’ più sereno e partecipe.

          Intanto il nuovo relatore si sta interrogando su cosa sia oggi la poesia in Australia, un tempo consumata soltanto dai suoi stessi produttori e ancora oggi letta e comprata da una minoranza.  Ci si identifica ancora con il poeta? E perché, invece, un prodotto come il romanzo in versi può diventare un caso editoriale? C’è ancora bisogno di epica ai nostri giorni? Anche se il Sé e la Natura rimangono ancora le due tematiche principali della poesia australiana, si parla ultimamente di  nuovo lirismo, di una poesia più popolare all’estero che in patria, una poesia straniata, caratterizzata dalla presenza del Doppio, di déjà vu, di fatalismo, strane coincidenze e morte.

        Ecco di Les Murray[1]  una poesia su un’ossessione amorosa che sembra un pezzo di cronaca nera raccontata come un pettegolezzo tra conoscenti:

 

Morte per esposizione [2]

 

Quell’inverno. Ci mancava la sua faccia dura
al lavoro. Diversi giorni, prima che la trovassero, sotto

la veranda di lui. Anche gli studenti più crudeli
ne avevano soggezione. Conversazione zero.

Non aveva senso che lei avesse la chiave di lui.
Non aveva senso niente di quel che lei avrebbe potuto

fare. La depressione sfinisce la mente.
Telefona, nessuno risponde, allora guida

fin su, alla casa di lui in montagna,
per una strada secondaria, ghiaccio tutto il giorno.

Bussi. Poi cosa? Non puoi tenere sotto controllo
cosa poi. Lui, finalmente tornato, trova la sua auto.

Lei è strisciata dentro, sotto, tra la legna da ardere.
Quasi sempre il mondo non è tondo.

 



[1] Les Murray, pseudonimo di Leslie Allan Murray, nasce  nel 1938  a Nabiac ,nella costa nord del New South Wales, Australia. Studia e vive a lungo a Sidney. Attualmente vive in una fattoria della regione.

[2] Les Murray,” Morte per esposizione”.  Pubblicata originariamente in ClanDestino, N°4,2006; Trad. Mariadonata Villa su www.lesmurray.org