Lettonia
Ojars Vacietis[
Ojars Vacietis[1] è un poeta della nuova repubblica di Latvia sul Baltico. Il nome di
"Latvia" deriva da "Latgalians" una delle quattro tribù
orientali che formavano il cuore del popolo di questa nazione tra il secolo
ottavo e il dodicesimo. L'area cadde poi sotto il controllo dei tedeschi, dei
polacchi, degli svedesi e infine dei russi. Dopo la prima guerra mondiale nacque
una Repubblica che aveva lo stesso nome e fu annessa all'Unione Sovietica. Nel
1991 conquistò l'indipendenza a seguito della dissoluzione sovietica. L'autore
della poesia Ojars Vacietis è uno dei poeti che influenzò la crescita
culturale, morale e sociale della nazione ispirandosi al mito
dell'eroe lirico che può guidare e modificare la storia negli uomini e nelle
nazioni.
La sua strana e originale poesia è il saluto ad un astronauta che lascia il pianeta terra, sua madre. A
lui, suo figlio, è rivolto l'augurio di un pronto ritorno.
Addio ad un
astronauta
Sono io, figlio:
il tuo pianeta,
Terra -
Non posso
promettere
che le mie onde
radio
ti raggiungeranno
sempre, dappertutto :
non posso promettere
che il mio razzo di
acciaio
resisterà -
ma tu sì:
perché sei mio
figlio -
e quando quella
speranza verrà meno
cadrà nelle stesse
mie nuvole e corone grige.
Resto impassibile,
quando un treno parte,
freddo, se le navi
salpano:
ma quando il tuo razzo
si accende
il mio amore materno
si incendia…
sono tua madre:
nessuno può
prenderti
dalle mie braccia.
Il mio amore
non si perderà nel
tuo razzo;
la forza della
gravità
ti attirerà a me
con dolce ansietà.
“Non andare via!”
non ascoltare.
“Ritorna presto”
fa' così.
Ritorna presto -
Con fiocchi di
stelle ai tuoi piedi.
Ritorna presto -
con stelle
brillanti nei tuoi occhi.
Ritorna presto -
con tendini di
stelle nel tuo cuore.
I miei artigli
mobili affondano
sui fianchi del
fiume,
e il bagliore della
pioggia discende –
e i miei lillà
rilasceranno il
loro dolce profumo,
ozono alla fresca
brezza del temporale,
come i capelli
sciolti della tua ragazza.
Sono io, figlio:
il tuo pianeta,
Terra -
prendi da me
lungo il tuo
percorso di stelle
pane e zolla.
[1] (1933-1983)
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