sabato 30 novembre 2019

17.ITALIA.d.Camillo Sbarbaro.I Liguria..




 

*d.CAMILLO SBARBARO –




Santa Margherita Ligure(1888)-Savona(1967)

Poeta,scrittore e aforista italiano;con Maria Cengia Sambo il lichenoligo

italiano di maggior rilievo della prima metà del  Novecento. A 23 anni

pubblicò il suo primo libro di versi,per la sottoscrizione dei compagni di

scuola.Poco dopo cominciò a collaborare  sia pure molto saltuariamente

a periodici e riviste letterari.Fu impiegato alla Siderurgica di Savona e

all’Ilva di Genova ,dove si stabilì. La Grande Guerra lo vide partecipe dal 1915 al

1919 nella Croce Rossa ,successivamente soldato di fanteria. Rientrato a Genova

compì molti viaggi all’estero per arricchire la sua collezione di licheni .Intraprende poi la sua attività di traduttore,che sarà richiesta perché particolarmente scrupolosa e felice. Conclude l’ultima parte della sua vta trasferendosi a Spotorno.



I. LIGURIA


Scarsa lingua di terra che orla il mare,
chiude la schiena arida dei monti;
scavata da improvvisi fiumi; morsa
dal sale come anello d’ancoraggio;
percossa dalla farsa; combattuta
dai venti che ti recano dal largo
l’alghe e le procellarie
– ara di pietra sei, tra cielo e mare
levata, dove brucia la canicola
aromi di selvagge erbe.
Liguria,
l’immagine di te sempre nel cuore,
mia terra, porterò, come chi parte
il rozzo scapolare che gli appese
lagrimando la madre.
Ovunque fui
nelle contrade grasse dove l’erba
simula il mare; nelle dolci terre
dove si sfa di tenerezza il cielo
su gli attoniti occhi dei canali
e van femmine molli bilanciando
secchi d’oro sull’omero – dovunque,
mi trapassò di gioia il tuo pensato
aspetto.

Quanto ti camminai ragazzo! Ad ogni
svolto che mi scopriva nuova terra,
in me balzava il cuore di Caboto
il dì che dal malcerto legno scorse
sul mare pieno di meraviglioso
nascere il Capo.

Bocconi mi buttai sui tuoi fonti,
con l’anima e i ginocchi proni, a bere.
Comunicai di te con la farina
della spiga che ti inazzurra i colli,
dimenata e stampata sulla madia,
condita dall’olivo lento, fatta
sapida dal basilico che cresce
nella tegghia e profuma le tue case.
Nei porti delle tue città cercai,
nei fungai delle tue case, l’amore,
nelle fessure dei tuoi vichi.
Bevvi
alla frasca ove sosta il carrettiere,
nella cantina mucida, dal gotto
massiccio, nel cristallo
tolto dalla credenza, il tuo vin aspro
– per mangiare di te, bere di te,
mescolare alla tua vita la mia
caduca.
Marchio d’amore nella carne, varia
come il tuo cielo ebbi da te l’anima,
Liguria, che hai d’inverno
cieli teneri come a primavera.
Brilla tra i fili della pioggia il sole,
bella che ridi
e d’improvviso in lagrime ti sciogli.
Da pause di tepido ingannate,
s’aprono violette frettolose
sulle prode che non profumeranno.

Le petraie ventose dei tuoi monti,
l’ossame dei tuoi greti;
il tuo mare se vi trascina il sole
lo strascico che abbaglia o vi saltella
una manciata fredda di zecchini
le notti che si chiamano le barche;
i tuoi docili clivi, tocchi d’ombra
dall’oliveto pallido, canizie
benedicente a questa atroce terra:
– aspri o soavi, effimeri od eterni,
sei tu, terra, e il tuo mare, i soli volti
che s’affacciano al mio cuore deserto.

Io pagano al tuo nume sacrerei,
Liguria, se campassi della rete,
rosse triglie nell’alga boccheggianti;
o la spalliera di limoni al sole,
avessi l’orto; il testo di garofani,
non altro avessi:
i beni che tu doni ti offrirei.
L’ultimo remo, vecchio marinaio
t’appenderei.

Chè non giovano, a dir di te, parole:
il grido del gabbiano nella schiuma
la collera del mare sugli scogli
è il solo canto che s’accorda a te.

Fossi al tuo sole zolla che germoglia
il filuzzo dell’erba. Fossi pino
abbrancato al tuo tufo, cui nel crine
passa la mano ruvida aquilone.
Grappolo mi cocessi sui tuoi sassi.

 

 

 

*d.CAMILLO SBARBARO –


Santa Margherita Ligure(1888)-Savona(1967)
Poeta,scrittore e aforista italiano;con Maria Cengia Sambo il lichenologo
italiano di maggior rilievo della prima metà del  Novecento. A 23 anni
pubblicò il suo primo libro di versi,per la sottoscrizione dei compagni di
scuola.Poco dopo cominciò a collaborare  sia pure molto saltuariamente
a periodici e riviste letterari.Fu impiegato alla Siderurgica di Savona e
all’Ilva di Genova ,dove si stabilì. La Grande Guerra lo vide partecipe dal 1915 al
1919 nella Croce Rossa ,successivamente soldato di fanteria. Rientrato a Genova
compì molti viaggi all’estero per arricchire la sua collezione di licheni .Intraprende poi la sua attività di traduttore,che sarà richiesta perché particolarmente scrupolosa e felice. Conclude l’ultima parte della sua vita trasferendosi a Spotorno.

I. LIGURIA

Scarsa lingua di terra che orla il mare,
chiude la schiena arida dei monti;
scavata da improvvisi fiumi; morsa
dal sale come anello d’ancoraggio;
percossa dalla farsa; combattuta
dai venti che ti recano dal largo
l’alghe e le procellarie
– ara di pietra sei, tra cielo e mare
levata, dove brucia la canicola
aromi di selvagge erbe.
Liguria,
l’immagine di te sempre nel cuore,
mia terra, porterò, come chi parte
il rozzo scapolare che gli appese
lagrimando la madre.
Ovunque fui
nelle contrade grasse dove l’erba
simula il mare; nelle dolci terre
dove si sfa di tenerezza il cielo
su gli attoniti occhi dei canali
e van femmine molli bilanciando
secchi d’oro sull’omero – dovunque,
mi trapassò di gioia il tuo pensato
aspetto.
Quanto ti camminai ragazzo! Ad ogni
svolto che mi scopriva nuova terra,
in me balzava il cuore di Caboto
il dì che dal malcerto legno scorse
sul mare pieno di meraviglioso
nascere il Capo.
Bocconi mi buttai sui tuoi fonti,
con l’anima e i ginocchi proni, a bere.
Comunicai di te con la farina
della spiga che ti inazzurra i colli,
dimenata e stampata sulla madia,
condita dall’olivo lento, fatta
sapida dal basilico che cresce
nella tegghia e profuma le tue case.
Nei porti delle tue città cercai,
nei fungai delle tue case, l’amore,
nelle fessure dei tuoi vichi.
Bevvi
alla frasca ove sosta il carrettiere,
nella cantina mucida, dal gotto
massiccio, nel cristallo
tolto dalla credenza, il tuo vin aspro
– per mangiare di te, bere di te,
mescolare alla tua vita la mia
caduca.
Marchio d’amore nella carne, varia
come il tuo cielo ebbi da te l’anima,
Liguria, che hai d’inverno
cieli teneri come a primavera.
Brilla tra i fili della pioggia il sole,
bella che ridi
e d’improvviso in lagrime ti sciogli.
Da pause di tepido ingannate,
s’aprono violette frettolose
sulle prode che non profumeranno.
Le petraie ventose dei tuoi monti,
l’ossame dei tuoi greti;
il tuo mare se vi trascina il sole
lo strascico che abbaglia o vi saltella
una manciata fredda di zecchini
le notti che si chiamano le barche;
i tuoi docili clivi, tocchi d’ombra
dall’oliveto pallido, canizie
benedicente a questa atroce terra:
– aspri o soavi, effimeri od eterni,
sei tu, terra, e il tuo mare, i soli volti
che s’affacciano al mio cuore deserto.
Io pagano al tuo nume sacrerei,
Liguria, se campassi della rete,
rosse triglie nell’alga boccheggianti;
o la spalliera di limoni al sole,
avessi l’orto; il testo di garofani,
non altro avessi:
i beni che tu doni ti offrirei.
L’ultimo remo, vecchio marinaio
t’appenderei.
Chè non giovano, a dir di te, parole:
il grido del gabbiano nella schiuma
la collera del mare sugli scogli
è il solo canto che s’accorda a te.
Fossi al tuo sole zolla che germoglia
il filuzzo dell’erba. Fossi pino
abbrancato al tuo tufo, cui nel crine
passa la mano ruvida aquilone.
Grappolo mi cocessi sui tuoi sassi.

venerdì 29 novembre 2019

17.ITALIA.c.Vincenzo Cardarelli.I.Liguria






*c.Vincenzo Cardarelli

Nasce a Torneto  Tarquinia il 1 maggio 1887. Trasferito a Roma a 19 anni si dedicò ai mestieri più disparati e curiosi,spesso disoccupato,finché non imboccò la via del giornalismo e si immerse in un ‘intensa esperienza di uomini e cose. Nel 1911 si trasferì a Firenze dove cominciò a collaborare con scritti letterari al Marzocco,a La Voce,e ad altre riviste. Nel 1914 ,in partenza per la Germania con una borsa di studio,fu sorpreso dalla guerra e costretto a soggiornare a Lugano per cinque mesi. Di quell’epoca,per la maggior parte, sono i Prologhi,la sua prima opera di poesia. Nel 1919,a Roma,fondò La Ronda,con Baldini,Bacchelli,Cecchi e Montano. Da allora ha vissuto quasi sempre a Roma,tranne un soggiorno piuttosto lungo a Venezia Dal 1949 è stato direttore de La Fiera Letteraria.

LIGURIA

E' la Liguria una terra leggiadra:
Il sasso ardente,l'argilla pulita,
s'avvivano di pampini al sole.
E' gigante l'ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s'alternano
per quelle fonde valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse .
In quell'arida terra il sole striscia
sulle pietre come un serpe.
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria ,come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all'onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera,simile ad un fiore
che marcisce ,la grande luce
si va sfacendo e muore.
(Poesie)






 Gentili amici lettori/lettrici,ad alcuni/e di voi potrebbe
interessare che io abbia ricollocato il post di Yang Lyan
con il suo interessante componimento Omaggio alla poesia" 
al suo posto naturale,che inizialmente avevo previsto,.
a conclusione della serie dei poeti.cinesi.