martedì 30 giugno 2020

II.LIBANO17.Ameen Rihani.a.Laylat-Al-Layāli






II.LIBANO

17.Ameen Rihani

Amīn Fāris al Rīhānī nasce a Freike, Libano, nel 1876.
 Muore nel villaggio natale nel 1940, dopo una lunga 
permanenza a New York (USA). In quella città è membro 
de “ Il Circolo di Gibran”.       
[1] Ameen Rihani, “Laylat-Al-Layālī “, da Poeti Arabi di 
New York, Palomar editore, 2009. Layat- Al- Layālī è l’amata 
 di Qays. L’equivalente  arabo-persiano di Giulietta e Romeo.
Più sofferti  il desiderio e l’estasi di Ameen Rihani [1] in:

a.Laylat-Al-Layāli[2]  

Di notte sulla raggiante Rialto,[3]            
vicino alle stelle, nelle loro case di vetro,
vagai con l’anima in tasca
pregando che quel momento non finisse mai.
Ho visto il mio cuore, il mio spirito, il mio pudore
prostrarsi ai piedi della Bellezza.
Quelle sembianze! Quante volte mi avevano allettato,
e quante volte sono caduto nell’inganno!
 E quante migliaia  e migliaia di volte
ho camminato all’ombra di una Layla!
Ma l’estasi e la beatitudine della visione
finivano sempre in una frustrazione profonda.
Ho colto ogni invito
sussurrato dalle pieghe del suo abito, ma non osavo.
Ho visto ogni mia fantasia
indietreggiare dinanzi al nero dei suoi capelli.
                                             
Ho desiderato che  ogni edificio intorno a noi
fosse un cedro, un pioppo, un pino,
che gli uomini e le donne fossero statue
e la pioggia che cadeva fosse vino.
Che le luci fossero fiori eterei
E le automobili fossero rifugi nel bosco …
“Oh, basta così!” esclamò lei e mi diede un bacio.
“questa soffitta e questo letto vanno benissimo”.

     Il Mediterraneo e l’Atlantico confluiscono 
nella sensibilità che ispira questo poeta, arabo
che vive a New York, a rappresentare la 
dimensione della memoria e quella del presente.
La prima ottava racchiude il sortilegio del 
paesaggio metropolitano, architettonico e umano,
così affascinante da intimidire, ma che si rivela
presto ingannevole.  Come nel linguaggio 
filmico, dall’inquadratura panoramica si
passa all’inquadratura più ravvicinata per 
ribadire gli allettamenti e l’ammiccare delle
Belle e dei loro abiti che svolazzano leggeri 
e capricciosi, con l’inevitabile delusione per
le fantasie irrealizzate, nella seconda strofa, 
infine, quasi a sottolineare il disagio dello 
spaesamento, l’evocazione del paesaggio 
familiare libanese con le sue foreste di cedri, 
di pioppi e di pini e, in conclusione, il  colpo 
d’ali di lei che lo accompagna, che tronca le 
sue esitazioni per liberarlo con un bacio, 
completamente a suo agio, anche in quella
squallida soffitta, perché quel  che conta è 
che  lui  sia lì.   



[1]Ameen Rihani (Amīn Fāris al Rīhānī) nasce a Freike, Libano, nel 1876. Muore nel villaggio natale 
nel 1940, dopo una lunga permanenza a New York (USA). In quella città è membro de “ Il Circolo di Gibran”.       
[2] Ameen Rihani,Laylat-Al-Layālī “, da Poeti Arabi di  New York, Palomar editore, 2009. Layat- Al- Layālī
 è l’amata  di Qays. L’equivalente  arabo-persiano di Giulietta e Romeo.

[3] A Broadway, New York,N.Y.

lunedì 29 giugno 2020

II.LIBANO.16.Adonis.b.Ho versato la tua notte nella mia e nel cammino







    
II.LIBANO

16.Adonis

pseudonimo di Ali Ahamd al-Said, scelto dallo stesso poeta per
sottolineare la sua aspirazione al rinnovamento.Intellettuale
musulmano.Poeta e traduttore,ha scritto numerosi saggi critici
sulla poesia. Nasce a Qassabin, Siria, nel 1930. Frequenta 
l’università di Damasco,per poi trasferirsi a Beirut nel 1956. 
Fa parte del gruppo Tammuz a favore di una rinascita 
culturale araba attraverso la rilettura della tradizione in
chiave non nazionalistica o religiosa, ma di apertura alla
modernità. Nel 1957 fonda, con il poeta libanese Yusuf al
Hal,la rivista Shi’r (Poesia) e nel 1968,con altri intellettuali 
la rivista Pawaqif (Posizioni), dove vengono pubblicati 
sperimentazioni poetiche, esempi di poesia dialettale e
traduzioni di opere poetiche contemporanee, a sollecitare 
la nascita di una poesia araba moderna. Ha discusso nei
suoi scritti il problema del rapporto tra arabo classico e arabo
dialettale,considerando il linguaggio un atto creativo e teorizzando, 
per il poeta, il ritorno alle origini delle parole, alla loro primitiva magia.
Sensibile agli influssi europei, la sua ispirazione personale si è fusa 
in modo originale con la tradizione araba, greca e biblica, mantenendo
con l’innovazione una continuità con il passato. Censurato e perseguitato
per le sue idee politiche, sceglie l’esilio e nel 1986 si trasferisce in Francia.
E’stato tradotto in molte lingue e più volte candidato al Premio Nobel
per la letteratura.

b.Ho versato la tua notte nella mia e nel cammino
immerso nella disperazione mi allontanavo,

quasi certo: la cosa più splendida che mi coglie

è un amore vagante come le nubi sospinto

dal vento del luogo, a suo piacere senz’ombra

né stella né astronoma

che riarso vive nella steppa del dubbio

e nei suoi tormenti trasuda e raggela.


in 100 poesie d’amore, Guanda  editore, 2007.

Ed ecco il contrasto. La scena primordiale del post di ieri e la levità 
dei  versi di questo post.Forse la loro leggerezza, segnalata dalle parole :
vagante, nubi  e vento ci dice che non è di abbandono che si parla,ma
di lontananza. Un allontanamento durante il quale il poeta diviene 
cosciente della bellezza di un amore vagabondo, forse di una sola notte,
leggero, senza un punto di riferimento fisso e senza, dunque, i dubbi
e i tormenti che potrebbero, in quel caso, raffreddarlo e inaridirlo.
Adonis ci propone esempi molto efficaci  per mostrarci come la poesia 
si genera da un’ esperienza di vita filtrata dalla coscienza della propria
inadeguatezza(carcassa,in questo caso).Allora,cosa è la poesia? Forse,
ha ragione lo stesso Adonis che dice:“Come l’amore,non si definisce
la poesia,la si prova,la si sente».  

domenica 28 giugno 2020

II.LIBANO.16.Adonis. a..Stanza, quant’è oscura – la luce splendente!






II.LIBANO

16.Adonis

 pseudonimo di Ali Ahamd al-Said, scelto dallo stesso poeta
 per sottolineare la sua aspirazione al rinnovamento. Intellettuale
 musulmano. Poeta e traduttore, ha scritto numerosi saggi critici
 sulla poesia. Nasce a Qassabin, Siria, nel 1930. Frequenta
 l’università di Damasco, per poi trasferirsi a Beirut nel 1956. Fa
 parte del gruppo Tammuz a favore di una rinascita culturale araba
 attraverso la rilettura della tradizione in chiave non nazionalistica 
o religiosa, ma di apertura alla modernità. Nel 1957 fonda, con il 
poeta libanese Yusuf al Hal, la rivista Shi’r (Poesia) e nel 1968, 
con altri intellettuali la rivista Pawaqif (Posizioni), dove vengono
 pubblicati sperimentazioni poetiche, esempi di poesia dialettale e
 traduzioni di opere poetiche contemporanee, a sollecitare la nascita
di una poesia araba moderna. Ha discusso nei suoi scritti il problema
del rapporto tra arabo classico e arabo dialettale, considerando il 
linguaggio un atto creativo e teorizzando, per il poeta, il ritorno alle
 origini delle parole, alla loro primitiva magia. Sensibile agli influss
 europei, la sua ispirazione personale si è fusa in modo originale con
 la tradizione araba, greca e biblica, mantenendo con l’innovazione 
na continuità con il passato. Censurato e perseguitato per le sue idee 
politiche, sceglie l’esilio e nel 1986 si trasferisce in Francia. E’stato 
tradotto in molte lingue e più volte candidato al Premio Nobel per la
 letteratura.

a..Stanza, quant’è oscura – la luce splendente!

Crepuscolo non radioso né buio.
Stanza - abisso. Ecco le onde levarsi
E i guanciali impazzire.
Il letto striscia su sé stesso, mette le ali,
la gola sospira- senza parole.
Stanza -abisso  le nostre membra
Sono vascelli naviganti.

in 100 poesie d’amore, Guanda  editore, 2007.

Ancora una volta l’amore diventa poesia..Nella visione lirica
di Adonis, l’incontro d’amore assume un valore universale, 
giocato nei contrasti di luce-ombra, limite-stanza e infinito-abisso, 
stasi-movimento, voce-silenzio. Al calar della sera, la passione 
degli amanti, di cui nulla si sa perché essi, in questo momento,
sono tutti gli Amanti del mondo, trasforma la stanza oscura in
un mare profondo in tempesta dove cuscini e letto sono in 
balia di forze naturali sconvolgenti e i corpi degli amanti 
diventano vascelli senza timone.