domenica 31 ottobre 2021

106 . E' interessante analizzare con attenzione e in profondità le diverse suggestioni: un poeta che è l'anima della cultura popolare.

 

           È per tutte queste ragioni che è interessante analizzare con attenzione e in profondità le diverse suggestioni che, se ci sembra possano essere percepite immediatamente  diverse nel testo  scritto di un  poeta africaaner[1] e nel canto trascritto di un griot[2] bantu, possono invece riservare ugualmente sorprese di originalità dai tratti diversi anche quando l’autore della poesia, sia anglofono o francofono, perché erede- portatore  di due diverse sudditanze coloniali; soprattutto occorre guardare  in modo diverso a quei poeti che usano una lingua europea in Africa, rispetto ai  loro omologhi anglofoni e francofoni della diaspora che, metropolizzandosi, hanno finito per assorbire elementi culturali non-africani e avere un rapporto di saudade[3]col proprio paese di origine.

          in questo post e in quelli immediatamente successivi due poeti che rappresentano le due anime del Sud Africa che dovrebbero essere subito percepite nella loro diversità profonda.

          L’una quella della cultura popolare orale dei griot[4] bantu, anche se l’autore, nel caso specifico, è uno studioso, che tuttavia si esprime prevalentemente in quella lingua  e si iscrive in quella tradizione culturale:Mazisi   Kunene.[5]

Poeta sudafricano bianco, discendente dai coloni olandesi.


Addio[6]

 

Amata,addio …

Sostieni questi guizzanti sogni infuocati

Con le mani scheletriche della morte

Così che quando avanza l’arida notte

Tu possa sfidare i suoi  ostinati intrighi

 

Non badare dove noi ci voltiamo e agitiamo

 (Gli ululati potrebbero legarti al nostro dolore)

le cui zampe portano il dolore della vita.

 

Amata, addio

Anche il silenzio che ossessiona il meriggio

Canterà l’alterno tambureggiare della tua suprema gioia

dove sediamo accanto al focolare  rievocando i ricordi      

Disponendo le parti a completare ciascun giorno;

Con la consapevolezza tuttavia che il nostro è un ritorno di vuoto.

 

Addio,addio.

 



[1]Poeta che rappresenta la tradizione del canto popolare dei villaggi africani.

[2] Poeta e musicista africano nero, che compone canti orali.

[3] Termine che indica un sentimento, tipicamente presente nella psicologia brasiliana, assimilabile alla nostalgia, ma spesso utilizzato anche da Léopold Sédar Senghor.

[4] Poeta e musicista africano nero, che compone canti orali.

[5]Mazisi Kunene nasce a Durban nel 1930, studia  all’università di Natal. Nel 1959 si reca  a Londra per ricerche sulla poesia zulu, per comporre un’opera epica secondo la tradizione zulu. Produce, scrivendo soprattutto in lingua bantu, e pubblica in parte in Sud Africa. Nel 1956 vince il premio per la letteratura bantu.

[6] Mazisi   Kunene,” Addio”,  in Voci d’Africa-poesia africana di lingua inglese .  A cura di Lucilla Sbicego; presentazione di Carlo Izzo, Accademia-Sansoni ed., 197O.

La raccolta originaria di queste poesie, pubblicata nel 1963 - Mazisi Kunene:Zulu Poems,Holmes & Meier -si ispira agli stessi temi della poesia in lingua bantu, ma nella forma questi versi rivelano l’influsso della poesia inglese contemporanea.

sabato 30 ottobre 2021

105.Diversità dii poeti che usano una lingua europea in Africa, rispetto a chi, metropolizzandosi, ha finito per assorbire elementi culturali non-african.

 

           È per tutte queste ragioni che è interessante analizzare con attenzione e in profondità le diverse suggestioni che, se ci sembra possano essere percepite immediatamente  diverse nel testo  scritto di un  poeta africaaner[1] e nel canto trascritto di un griot[2] bantu, possono invece riservare ugualmente sorprese di originalità dai tratti diversi anche quando l’autore della poesia, sia anglofono o francofono, perché erede- portatore  di due diverse sudditanze coloniali; soprattutto occorre guardare  in modo diverso a quei poeti che usano una lingua europea in Africa, rispetto ai  loro omologhi anglofoni e francofoni della diaspora che, metropolizzandosi, hanno finito per assorbire elementi culturali non-africani e avere un rapporto di saudade[3]col proprio paese di origine.

          Qui di seguito due poeti che rappresentano le due anime del Sud Africa che dovrebbero essere subito percepite nella loro diversità profonda.

          L’una quella della cultura popolare orale dei griot[4] bantu, anche se l’autore, nel caso specifico, è uno studioso, che tuttavia si esprime prevalentemente in quella lingua  e si iscrive in quella tradizione culturale:Mazisi   Kunene.[5]

Poeta sudafricano bianco, discendente dai coloni olandesi.


Addio[6]

 

Amata,addio …

Sostieni questi guizzanti sogni infuocati

Con le mani scheletriche della morte

Così che quando avanza l’arida notte

Tu possa sfidare i suoi  ostinati intrighi

 

Non badare dove noi ci voltiamo e agitiamo

 (Gli ululati potrebbero legarti al nostro dolore)

le cui zampe portano il dolore della vita.

 

Amata, addio

Anche il silenzio che ossessiona il meriggio

Canterà l’alterno tambureggiare della tua suprema gioia

dove sediamo accanto al focolare  rievocando i ricordi      

Disponendo le parti a completare ciascun giorno;

Con la consapevolezza tuttavia che il nostro è un ritorno di vuoto.

 

Addio,addio.

 



[1]Poeta rimasto rigorosamente fedele alle tradizioni africane del canto.

[2] Poeta e musicista africano nero, che compone canti orali.

[3] Termine che indica un sentimento, tipicamente presente nella psicologia brasiliana, assimilabile alla nostalgia, ma spesso utilizzato anche da Léopold Sédar Senghor.

[4] Poeta e musicista africano nero, che compone canti orali.

[5]Mazisi Kunene nasce a Durban nel 1930, studia  all’università di Natal. Nel 1959 si reca  a Londra per ricerche sulla poesia zulu, per comporre un’opera epica secondo la tradizione zulu. Produce, scrivendo soprattutto in lingua bantu, e pubblica in parte in Sud Africa. Nel 1956 vince il premio per la letteratura bantu.

[6] Mazisi   Kunene,” Addio”,  in Voci d’Africa-poesia africana di lingua inglese .  A cura di Lucilla Sbicego; presentazione di Carlo Izzo, Accademia-Sansoni ed., 197O.

La raccolta originaria di queste poesie, pubblicata nel 1963 - Mazisi Kunene:Zulu Poems,Holmes & Meier -si ispira agli stessi temi della poesia in lingua bantu, ma nella forma questi versi rivelano l’influsso della poesia inglese contemporanea.

venerdì 29 ottobre 2021

104.. Una poesia- l' africana - alla ricerca della sua nuova identità orgogliosa ...

 

           Una poesia, insomma, quella africana  che non teme più l’interazione con l’Occidente ed è alla ricerca della sua nuova identità orgogliosa con la costruzione di metafore audaci, immagini folgoranti, ritmi cadenzati, straordinaria musicalità per esprimere echi  di  un DNA ancestrale, ma anche nuove lacerazioni, scissioni, tensioni e vibrazioni  che finiscono per costituire l’occasione per un’estetica del Diverso. Un esempio eloquente ce lo offre una poetessa contemporanea di espressione portoghese dell’Angola:Paula Tavares[1].

 

Mi hai disossata[2]

 

Mi hai disossata

                      accuratamente

iscrivendomi

                      nel tuo universo

                      come una ferita

                      una protesi perfetta

                      maledetta necessaria

tu hai deviato le mie vene

                      perché si svuotino

                       nelle tue

                                       irrimediabilmente

in te un mezzo polmone respira

l’altro, che io sappia,

                                  esiste appena

                                                  oggi mi sono alzata presto

                                                   ho spalmato di tucala[3] e acqua fredda

                                                                               il mio corpo infiammato

                                                                 non batterò il burro

                                                                 non metterò la cintura

                      IO ANDRO’

                  verso sud a saltare il recinto. 



[1]Ana Paula Ribeiro Tavares  nasce a Lubango, Huila, Sud dell’Angola nel 1952. Storica, Segretario di Stato alla Cultura.

[2]Paula Tavares ”Mi hai disossata”, da  Ritos de passagem, UEA , 1985, Luanda. Trad. dal portoghese in franc. di Michel Labon per Poésie d’Afrique au sud du Sahara.Op. Cit. Trad. dal fr. di Maria Gabriella. Bruni.

[3] Tucala: polvere rossa, utilizzata come cosmetico.

giovedì 28 ottobre 2021

103 .La poesia affonda le sue radici nell’humus popolare, si presenta quindi come una scacchiera di paesaggi, di sensazioni, di stati d’animo la cui costante cornice è però il Continente Nero.

 

             E poiché la poesia affonda le sue radici nell’humus popolare, si presenta come una scacchiera di paesaggi, di sensazioni, di stati d’animo la cui costante cornice è però il Continente Nero.

            La cornice geografica è tuttavia anche profondamente mitifera, poiché il riferimento alla natura, più che descrittivo, tende ad essere una vasta e stratificata rete di simboli, di corrispondenze, che scaturiscono dall’animismo panteista dell’Uomo Africano. Un buon esempio lo abbiamo già incontrato con l’hain  teny malgascio.              La percezione magica della natura attraverso la poesia aiuta a ritrovare le proprie  radici, a riaffermare la dignità africana con la riappropriazione di sé e del mondo.

           Torna, con un testo suggestivo, Véronique Tadjo della Côte d’Ivoire:

 

Insegnami.[1]

 

Insegnami

l’aria dei prati azzurri

e soffia la mio orecchio

il tuo alito di principe

ci sono tante parole

sotto la polvere

tanti amori

nei cassetti.

Faccio fatica a credere che i fuochi della savana

siano spenti.

 



[1]Véronique Tadjo ,” Insegnami”, dalla raccolta Latérite, 1984; -Hatier/CEDA, Paris. In Poésie d’Afrique au sud du Sahara ,op.cit. Trad .dal fr. di Maria Gabriella Bruni.

mercoledì 27 ottobre 2021

102.....Ed, infine, un poeta etiope che si serve dell’amarico, anche se sa servirsi del francese e dell’inglese. È Solomon Deressa[1]:

 

           ....e, infine, un poeta etiope  che si serve dell’amarico, anche se sa servirsi del francese e dell’inglese. È Solomon  Deressa[1]:

 

Cambio di velocità[2]

 

Io che nuoto

in   un sogno furtivo

all’ascolto del grido folle e muto dello spirito,

poiché il colore è assente

dipingerò il tuo tenero volto

con un soffio senza colore,

con dita-rampino su  un cavalletto vuoto di colore,

sotto la curva calma delle tue ciglia

due semplici, neri e terribili punti,

 

Te il cui amore non ha mai vacillato

te per cui io per sempre mi apro e mi lacero

con la punta della mia lingua rovinata

 



[1]Solomon Deressa nasce nel 1937. Giornalista, insegnante, poeta e drammaturgo, scrive in amarico, inglese e francese.

[2]Solomon Deressa, « Cambio di velocità», dalla rivista African Arts, 1969, nell’antologia Poésie d’Afrique au sud du Sahara, op. cit. Tradotto dall’ingl. in franc. da Priska Degras, Shifting Gears. Tr. dal fr.in ital. da Maria Gabriella Bruni .   

martedì 26 ottobre 2021

101. Un poeta dello Zimbabwe che usa lo shona accanto all’inglese è Julius Chingono[1]:

 Mi scuso con i miei amici lettori. Non mi ero accorta che il PC. aveva fatto follie con la mia programmazione, Ho cercato di riassettare ,ma purtroppo in ritardo. Mi dispiace molto.

      

Un poeta dello Zimbabwe che usa lo shona accanto all’inglese è Julius Chingono[1]:


 Quando se ne andò via[2]

 

Si mise addosso colori audaci

Di fantasie spezzate

Come se fosse

In guerra con sé stessa.

La sua gonna amputata

flirtò con il vento

Un cappello decapitato

Tenuto da lacci sottili

Pendeva dietro

Al collo

Mentre  se ne andava via impettita

Sulle sue scarpe svettanti

Nel fiero fulgore

Del tramonto cittadino. 

 

La Solitudine[3]

 

Arriva in un letto vuoto

Tentando di  dividere con lei

 pensieri

su chi sei

sulla persona a cui tieni

Ricordando a te stesso

Le sue urla da incubo

la fragilità

Che lei atteggia

Quando tu la consoli.

Ricordando

la notte in cui lei ha litigato

Nei suoi sogni

Si è slogata il polso

Mancato la tua guancia

Per colpire la spalliera del letto.

Ricorda

Quando tu l’hai raggiunta

In una passeggiata nel sonno

Per svegliarla.

 



[1]Julius Chingono, figlio di minatore, nasce nello Zimbabwe  nel 1946, e diviene presto lui stesso brillatore di mine. È anche pastore Mufundisi della Chiesa Apostolica Tsitsidza Mwari.Comincia a scrivere poesia negli anni Sessanta, sia in Inglese che in shona, continuando a lavorare in miniera.  Pubblica romanzi e lavori teatrali; due raccolte poetiche in Inglese nel 1983  e nel 1996, ma la fama giunge soltanto nel  2006 in Sud Africa. La semplicità del suo linguaggio maschera la complessità, l’ironia e l’ambiguità dei suoi testi. Muore nel 2011.

[2] Julius Chingono,” Quando se ne andò via” (“When she left” , 1994),  pubblicata la prima volta su Zimbabwe PIW, in una edizione speciale, il 10 giugno 2008; su www.poetryinternationalweb.org. Trad. dall’inglese di Isabella Nicchiarelli.

[3]Julius Chingono,” La solitudine ”(“ Loneliness”), pubblicata su PIW nel 2003, copyright dell’Autore. www.poetryinternationalweb.org.  trad. dall’ingl. di Isabella Nicchiarelli.

 

100. ...Un poeta della Mauritania che si esprime in soninké:Usmane Mussa Diagana .

 

    ...un poeta della Mauritania che si esprime in soninké:Usmane Mussa  Diagana [1].

 

Eccomi all’estero.[2]

 

Eccomi all’estero come una misera capra

a distillar veleno dal  mio corpo  la solitudine

non ho smesso di chiamarti in tutti i sensi

le mie orecchie non ricevettero che silenzio in risposta

 

eccomi all’estero come una successione di notti

la luna e le stelle si sono sciolte untuose

l’oscurità mi ha seppellito nella sua ultima dimora

eccomi all’estero come un  cannuccia  di paglia

                                come una foglia di mais

che volteggia nel vento alla maniera del fonio[3] che si batte.

 



[1] Usmane Mussa Diagana nasce nel 1951. Insegnante, linguista, poeta e drammaturgo, si esprime in soninké e francese.

[2]Usmane Mussa  Diagana “Eccomi all’estero” ( U faayi tunan di=me voici à l’étranger). Tradotto dal soninké in francese dall’autore ;  in Notules de rêves  pour une symphonie amoureuse, testo inedito, da Poésie d’Afrique au sud du Sahara.Op. Cit.. Trad. dal francese di  Maria Gabriella  Bruni.

[3] Una sorta di cereale che si batte per liberarlo, con l’aiuto del vento, del rivestimento e recuperare il seme.

domenica 24 ottobre 2021

99. Anche per lui l’esperienza sessuale possiede l’ energia furiosa del tornado.

 

        Anche per lui l’esperienza sessuale possiede l’ energia furiosa del tornado.

        Resistono della tradizione africana, tuttavia, gli elementi forti della natura con cui l’uomo si confronta, ma il gesto sessuale e, più in generale, la sensualità erotica sembrano diventare un assoluto, un valore centrale dell’ispirazione poetica. Quasi un segno di omologazione che la diaspora ha imposto, anche attraverso l’uso di un’altra lingua. Analogamente  non esiste soluzione di continuità tra tradizione e modernità.

Nella tradizione orale risiedono valori storici, morali e socioculturali. Il villaggio ancestrale coesiste però con la città moderna, cornice di drammi legati alla miseria e all’emarginazione, connessi a scontri tra generazioni, provocati dal rischio di perdita di radici e di identità.

        In rapida successione propongo un poeta della Repubblica Democratica del Congo (Zaire) che compone in swahili. Di  Kalonda -ba-Mpeta-Mulongo VIII[1] :

 

Mi ricordo[2]

 

Mi ricordo

Il giorno in cui tutto si è ribaltato

Il mio cuore preso da inquietudine

Che batteva senza ritmo né misura

I miei occhi e i tuoi occhi

Si incontravano nella speranza

 

Mi ricordo

 

Il tuo corpo che si scaldava

Del calore del mio corpo

Ero senza voce

i miei occhi chiusi al mondo

Sensazioni strane in tutto il mio essere

 

Mi ricordo

Quel giorno indimenticabile

Quegli  istanti inafferrabili

come se tutto si fosse prosciugato in me

per l’alitare della tua vita

La visione s’è trasformata in immagine di viaggio

viaggiavo tra due colline             

al ritorno ho supplicato il Dio onnipotente

colui che può toglierci il respiro

Che ci immerge in un sonno profondo

I suoi occhi brillano come stelle

che ci illuminano nei nostri sogni

E quando la luce fuori risplenderà

Il Creatore della terra ci avrà colmato di benedizioni

Io mi ricordo …

 



[1]Kalonda-ba-Mpeta-Mulongo VIII nasce nel 1947. Editore e autore, insegna all’università di Imbumbashi.

[2]Kalonda-ba-Mpeta-Mulongo VIII,”Nakumbuka” (Je me rappelle”in francese ; « Mi ricordo », in ital.), in Utenzi, ed.Uhuru, c.1990, Paris .Da Poésie d’Afrique au sud du Sahara. Op. cit. Trad. dallo swahili al franc. di Ngandu Nkashama.Trad.dal fr. in ital. di Maria Gabriella Bruni.

sabato 23 ottobre 2021

98. Per lei l'atto sessuale è terremoto,una sensibilità che molto si è allontanata dall'erotismo pudico dei cantori orali dei villaggi africani.

 

          Per lei l’atto sessuale è comparabile al terremoto, per la violenza emotiva che può sprigionare  ed è al centro dell’attenzione. Una sensibilità che molto si è allontanata dall’erotismo pudico dei cantori orali dei villaggi africani.

          Ndjock Ngana [1] dal  Camerun si ferma a Roma e scrive in italiano del suo paese, con ritmi che ancora ricordano quelli del nonno cantastorie:

 

Bellezza nera[2]

 

Amo il tuo sguardo di fiera

E la tua bocca dal gusto di mango

Rama Kam

il tuo corpo è pepe nero

Che attizza il desiderio

Rama Kam

Al tuo passaggio

La pantera è gelosa

Del caldo ritmo del tuo fianco

Rama kam

Quando danzi nel chiaror delle notti

Il  tam-tam

Rama Kam

ansima sotto l’uragano Dyun ung del griot

E quando ami

quando ami Rama Kam

È tornado che s’abbatte

e tuona

E colmo mi lascia del respiro di te

Rama Kam.

 



[1] Ndjock Ngana, nato in Camerun nel 1952, vive in Italia, a Roma, e si esprime in italiano. Lavora come operatore interculturale ed è autore  di molti libri di poesie e racconti.

[2] Ndjock Ngana,”Bellezza nera”, dalla raccolta Nhindo nero, Edizioni Anterem, 1995, in lingua basaa con traduzione in italiano.

venerdì 22 ottobre 2021

97 Innegabilmente riuscita l’ibridazione7.

 

              Innegabilmente riuscita l’ibridazione, l’impasto di echi ancestrali della natura africana coi suoi antri abitati dallo spirito della parola che serpeggia e striscia, ma anche da creature che ancheggiano e si inarcano in un rituale  che si mescola agli altri elementi per scandire il ritmo che affascina i sensi.

              La seconda nasce in Nigeria, vive in Belgio e pubblica a Washington,USA, in lingua inglese: Chika Unigwe [1] .

 

Seattle, Mercoledì delle Ceneri[2]

 

Mattoni e malta

Che si screpolano

Gli edifici oscillano

Danzano al suono di una musica silenziosa

Le sedie hanno fatto un giro

 di walzer sui pavimenti

“Mi concede questo ballo, signorina?”

Piedi che corrono

Cuori che battono forte

Implorando una fine

A questo terremoto.

Qui davanti al mio stomaco

Crebbe una luna

Gonfia e tonda

Tu mi promettesti la terra e tutto quello che c’è

Giurasti che avresti rubato il paradiso per me

E  avresti messo sotto la mia testa

Un cuscino di ricchezze

Ora

Mi  getti addosso parole

Impiastrando le mie guance

Con la cattiveria

del muratore al lavoro

Con un arnese ribelle

Prima io ero

La tua dea senza rivali

Ora sono la tua cagna scatenata

 



[1]Chika  “Nina ” Unigwe nasce a Enugu, Nigeria, nel 1974. Attualmente vive a Turnhout, Belgio con il marito e i quattro figli. Si è laureata in lingua e letteratura inglese all’Università di Nsukku, Nigeria. Nel 2004, dottore in scienza della letteratura all’Università di Leida, Paesi Bassi. Dal 2007 è membro del consiglio comunale di Turnhout, per il partito cristiano-democratico.   

[2] Chika Unigwe,“Seattle, Ash Wednesday ”(Seattle, mercoledì delle Ceneri), 2007. Su  http://www.africanwriter.com/articles/41/1/Looking-out-the-Window---Poems-by-Chika-Unigwe/Page1.html ; Trad. dall’ingl. di Isabella Nicchiarelli.