Henrik
Nordbrandt[1] è
il poeta di casa, studioso di lingue orientali. Mi è piaciuta “Ombre”. E tu che ne dici? Te la posso
leggere?
- Of course! - risponde subito Gordon,
guardando il profilo di lei che si stacca contro il chiarore tremolante delle
fiamme del caminetto e il biancore lattiginoso dello schermo del suo portatile.
La
voce di Zoé, come un balsamo, lo fa sentire completamente rilassato.
Ombre[2]
Tanto ho pensato a te
ed ho scritto tanto di te
senza proprio sapere chi tu fossi.
In tante, tante camere ho dormito
senza averti al mio fianco
e tante sono le case
nelle quali ho abitato, senza di te.
Tante sono le città in cui non ti ho incontrato.
Tante son le cose che ho esaurito
o smarrito per via verso di te,
e tante possibilità ho sprecato,
tante vite che la tua presenza qui e ora
mi fa sentire perdute
che ormai ti posso vedere solo
come la luce primaverile che talvolta
sfiora la tua gota o accende l'ardore dei tuoi
occhi
lasciando le ombre ancora più fredde e profonde.
Qui il tema dell'attesa si intreccia con
la lunga ricerca di lei. Il contrasto passato/presente, quello dell'oscurità
dell'inverno/e della solarità primaverile sono tutti risolti dagli ardenti
sguardi di lei e dalle sue gote sfiorate dalla carezza del sole, capaci di
mettere crudamente a nudo - con la sua sola presenza - il buio freddo delle
tante perdite che è valso la pena di subire se ora lei è finalmente qui.
-Mi
piacerebbe averla scritta per dedicartela - esclama subito Gordon compiaciuto - Lettura
incantevole!
-
Come sei galante! Speri di farmi arrossire?- replica pronta Zoé e, intanto, sente salire, con dispetto e
imbarazzo, il calore sul viso, senza poterlo controllare.
- Non
proprio...Ma...Insomma...- e Gordon cerca di sfuggire alla situazione che ha
creato con il suo slancio improvviso di sincerità - Certo che noi uomini siamo
proprio così stupidi, spesso. È questo che volevi farmi dire? Non ti convince
il tipo d'uomo del cammeo di Tagore, che rifiuta di sentire l'assenza di lei,
anche quando i suoi occhi gli sorridono dall'azzurro del cielo? Ti sembra
troppo irrealistico, vero? Anch'io comincio a capire come sei, non credere...
[1] Henrik Nordbrandt nasce nel 1945.
Poeta danese. Orientalista.
[2] "Ode til blaeksprutten Gyldental", nell’antologia “Poeti danesi
nuovi “, Einaudi, 1975
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RispondiEliminaEmporio: Poeti Europei del Gran Nord.
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