Poesia africana.
Zimbabwe(23)
Si mise addosso colori
audaci
Di fantasie spezzate
Come se fosse
In guerra con sé
stessa.
La sua gonna amputata
flirtò con il vento
Un cappello decapitato
Tenuto da lacci
sottili
Pendeva dietro
Al collo
Mentre se ne andava via impettita
Sulle sue scarpe
svettanti
Nel fiero fulgore
Del tramonto
cittadino.
[1]Julius Chingono, figlio di
minatore, nasce nello Zimbabwe nel 1946,
e diviene presto lui stesso brillatore di mine. È anche pastore Mufundisi della Chiesa Apostolica
Tsitsidza Mwari.Comincia a scrivere poesia negli anni Sessanta, sia in Inglese
che in shona, continuando a lavorare
in miniera. Pubblica romanzi e lavori
teatrali; due raccolte poetiche in Inglese nel 1983 e nel 1996, ma la fama giunge soltanto nel 2006 in Sud Africa. La semplicità del suo
linguaggio maschera la complessità, l’ironia e l’ambiguità dei suoi testi.Muore nel 2011.
[2] Del 1994; fu pubblicata la prima
volta su PIW, in una edizione speciale, in Zimbabwe , il 10 giugno 2008; in www.poetryinternationalweb.org.Trad. dall’inglese di Isabella
Nicchiarelli.
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