domenica 30 giugno 2019

54.Lunario.Saffo.2




EUROPA

GRECIA

La luna in Saffo

Una  luna che esprime la sua tenerezza con i suoi raggi rosa,
che ancora una volta supera tutti gli astri in splendore e fascino,
e con  quella sua luce incantata,capace di modulare le onde
del mare e la natura tutta.

      54.Saffo
      630 a.C.circa - Leucade,570 a.C. circa.
      Saffo era originaria di Ereso,città dell'isola di Lesbo nell'Egeo;
      le notizie relative alla sua vita ci sono state tramandate grazie
      al Marmor Parium,al lessico Suda,all'antologista  Stobeo,a
      vari riferimenti di autori latini(come Cicerone e Ovidio),e
      alla tradizione dei grammatici.di famiglia aristocratica.Per
      motivi politici seguì la famiglia in esilio in Sicilia probabilmente
      a Siracusa o ad Akragas,per una decina d'anni,a causa delle 
      lotte politiche tra i vari tiranni che c' erano allora a Lesbo.
      Ma poi ritornò ad Ereso dove curò l'educazione di gruppi di
     giovani fanciulle,incentrata sui valori che la società aristocratica 
     richiedeva  a una donna:l'amore,la delicatezza,la grazia,la capacità
     di sedurre,il canto,l'eleganza raffinata dell'atteggiamento.
     Gli antichi furono concordi nell'ammirare la sua maestria:
    Solone,suo contemporaneo,dopo aver ascoltato in vecchiaia
    un carme della poetessa,disse che a quel punto desiderava
    due sole cose,impararlo a memoria e morire.(Pseudo Platone,
    Epigramma XVI)
    La lirica di Saffo, con quella di Alceo e di  Anacreonte,si riferisce
    a divinità o ad altri esseri umani. In effetti,Saffo offre un'immagine
    semplice, ma appassionata dei sentimenti dell'io lirico, dove l'amore
    ha un ruolo da protagonista con tutta una serie di riflessioni
    psicologiche,in cui il ricordo e l'analisi delle emozioni passate
    ne suscita di nuove altrettanto forti.






Forse Sardi
spesso con la memoria qui ritorna
nel tempo che fu nostro:quando
eri Afrodite per lei e al tuo canto
moltissimo godeva.
Ora fra le donne Lidie spicca
come,calato il sole,
la luna dai raggi rosa
vince tutti gli astri,e la sua luce
modula sulle acque del mare
e i campi presi d’erba:
e la rugiada illumina la rosa,
si posa sul gracile timo e il trifoglio
simile a fiore .
Solitaria vagando,esita
e a volte se pensa ad Attide,
di desiderio l’anima trasale
Il cuore è aspro
e d’improvviso ‘Venite’ urla,
e questa voce non ignota
a noi per sillabe risuona
scorrendo sopra il mare.

Traduzione di Salvatore Quasimodo



sabato 29 giugno 2019

53.Lunario.Paul Verlaine.Chiaro di luna.



EUROPA

FRANCIA

La luna di Paul Verlaine.

Il clair de lune,pretesto di un paesaggio interiore.
La prima strofa evoca personaggi che danzano al chiar di luna.
Lo scenario è impostato,ma sappiamo già che è nell'anima che 
essere e cose acquisiscono progressivamente una posizione
dominante.Questo madrigale(piccolo componimento in versi,
elogiativo,galante e prezioso).assume un andamento paradossale.
Sulla festa si inseriscono personaggi tristi. La strofa che segue
rafforza la contraddizione fra la gaiezza apparente e la presa di
coscienza dell'aspetto poco probabile  della felicità. Gli attori non
sono sciocchi.Tuttavia si tenta di far loro credere alla gioia.ma tutto
non resta che commedia,maschere e travestimenti.La terza strofa
colloca la natura in primo piano.I personaggi sono spariti come per
incanto.Ecco il clair de lune bagnare il paesaggio di un'atmosfera di 
malinconia e di tristezza che traduce efficacemente lo stato d'animo di
Verlaine.Si nota il carattere paradossale della costruzione del poema
che presenta personaggi e poi un'ambientazione viva quanto i personaggi.
Infatti è di volta in volta calma,triste,fa sognare e singhiozzare d'estasi.
Tutti questi elementi si riferiscono ad esseri viventi.Più ancora si può
ritrovare nell'ambientazione come nei personaggi una tristezza gioiosa.
come un'indeterminatezza che caratterizza quest'universo.Questa poesia
s'orienta in direzioni opposte.Quest'inno alla festa non è in realtà che un
canto destinato alla malinconia.Il poeta amministra con cura i suoi effetti.
Se le due prime quartine lasciano la parte bella all'atmosfera della festa,la
terza rivela il messaggio essenziale del testo,ovvero l'estasi del poeta di
fronte alla bellezza del paesaggio notturno.Il poema Clair de lune è molto
rappresentativo del simbolismo estetico. Il paesaggio è qui il simbolo dello
stato d'animo. All'inizio l'anima si diffonde nella finta contrapposizione
gaiezza/tristezza.Alla fine le maschere spariscono,l'anima ritrova la sua unità
nella calma,la natura si abbandona ad un'emozione pura e profonda.


53.Paul Verlaine. Metz,30 marzo 1844-Paris,8 gennaio 1896

Paul-Marie Verlaine frequenta presto  i caffè e i salotti letterari parigini.
Dopo la scomparsa de L'Art, è sotto l'impulso di Catulle Mendès che viene
lanciata, in marzo 1866, una  nouvelle revue: Le Parnasse contemporain.
I poeti che pubblicano nella rivista condividono essenzialmente lo stesso
intendimento. Anche Verlaine  collabora al primo Parnasse contemporain
e pubblica i Poèmes saturniens.Vi si sente l'influenza di de Lisle e soprattutto
di Charles Baudelaire,poeta che segue come lui il movimento decadentista
con le celebri poesie  Spleen ed Elévation, dove si manifesta  già lo "sforzo
 verso l'Espressione,verso  la Sensazione raffigurata" (dalla lettera a
Stéphane  Mallarmé del 22.X. 1866) che caratterizza la sua migliore poesia,
rifiuto  per la poesia sentimentale del periodo romantico (che Baudelaire
chiamava «geremiadi lamartiniane»). Dal gruppo che si riunisce  nel
mezzanino della libreria Lemerre emerge una nuova scuola poetica,
una scuola  «parnassiana»,anche se alcuni  di loro sentono il bisogno di
 precisare: «Catulle  Mendès e Louis-Xavier  de Ricard denunceranno
l'idea falsa che una scuola avesse mai riunita questa costellazione 
instabile di giovani poeti usciti su  Le Parnasse contemporain [...] intorno
 a principi condivisi di un intento estetico comune e definito», scrive
Martine Bercot nell'introduzione alla sua edizione dei Poèmes saturniens.
A conferma , nel 1898 Louis-Xavier de Ricard potrà scrivere nei suoi Petits
Mémoires d'un Parnassien: «Noi vogliamo dire solamente che la passione
non è una scusa per fare cattivi versi, né per commettere degli errori
ortografici o di sintassi, e che il dovere dell'artista è quello di cercare
 coscienziosamente,senza la vigliaccheria del  pressappochismo, la  forma,
 lo stile, l'espressione più capace di rendere e fare valere il suo sentimento,
 la sua idea, o la sua visione [...] A parte questo dogma  comune - se
veramente fosse  stato un dogma - noi custodiamo gelosamente 
soprattutto la nostra libertà personale. Una scuola parnassiana, nel senso
tradizionale della parola, non c'è mai stata.»
Nel 1869, le Fêtes galantes di Verlaine,delle fantasie che evocano il XVIII s.
di  Jean-Antoine Watteau, confermano questo orientamento.
La sua Arte poetica (Art poétique), composta già nel 1874, ma pubblicata
solo nel  1882, annuncia lo spirito di un movimento simbolista che
caratterizza l'originalità della sua opera.


Chiaro di luna

L’anima vostra è uno squisito paesaggio
che maschere e bergamaschi incantano
suonando il liuto e danzando,quasi
tristi nei fantastici travestimenti
Cantando in tono minore
l’amore vittorioso e la fortuna
non han l’aria di credere alla felicità
e il loro canto si fonde col chiaro di luna ,
col chiaro di luna triste e bello
che fa sognare tra i rami gli uccelli
e singhiozzare estasiati gli zampilli,
gli alti zampilli,slanciati fra i marmi.

In ouverture di”Fetes galantes”. (1869)




venerdì 28 giugno 2019

52.Lunario. Lance Henson





AMERICA

WASHINGTON, D.C

La luna in Lance Henson
           La centralità della tradizione orale nella formazione
di una identità indiana emerge  nei versi di Lance Henson,
nella sua dolorosa ricerca di equilibrio degli opposti 
l’immagine inconsueta dell’umido chiaro di luna che entra 
dalla finestra ne è uno splendido esempio. Ma  una ricca 
catena gli si affianca: (esterno/interno; luce/ oscurità; sonno/veglia; vicino/lontano)e nella carica onirica e 
simbolica (sogno/terra, cioè radici/vento/volo, cioè spirito), mentre una natura più oscura  ha ormai sostituito i paesaggi 
di rocce rosse e le praterie lontane.Il sogno è di primaria importanza nella realizzazione dell’atto creativo. Ha fornito visioni e canti ed ha potuto essere la chiave che ha aperto,
nella tradizione della Nazione indiana, le porte  arcane della  sacralità.

52.Lance Henson,
   Lance David Henson nasce a Washington, D.C. nel
 1944 .È di stirpe Cheyenne,Oglala e Cajun Cresce 
vicino a Calumet,in Oklahoma,dove è educato dai 
suoi nonni, che gli insegnano le tradizioni e la cultura
della tribù Cheyenne. Dopo essersi  diplomato al liceo, 
presta servizio nel corpo dei marines americani  durante
la guerra nel Vietnam. In seguito diventa membro della Cheyenne Dog Soldier Society, un'organizzazione di
veterani Cheyenne.Ha frequentato l'Oklahoma College 
of Liberal Arts (ora  Università di Scienze e Arti dell' 
Oklaoma),dove ha conseguito una laurea in inglese. Ha successivamente conseguito una borsa di studio della Fondazione Ford ,che gli ha permesso di intraprendere
studi universitari presso l' Università di Tulsa , dove ha conseguito un Master of Arts in scrittura creativa.E’ un
poeta Cheyenne tra i più rappresentativi della cultura 
dei nativi d'America. Ha pubblicato 23 libri di poesie
e la sua opera compare nelle principali antologie di
letteratura dei nativi americani ed è stata tradotta in
più di 25 lingue, e pubblicata anche in Italia.Membro 
della Chiesa Nativa Americana e attuale capo del Dog
Soldier Clan, ha partecipato numerose volte ai raduni 
del suo popolo come danzatore  e pittore. 
Ha rappresentato la nazione Cheyenne al Gruppo di 
Lavoro delle  Nazioni Unite per le popolazioni  indigene 
e da più di 30 anni è attivamente  impegnato nella lotta
per i diritti dei Cheyenne e delle popolazioni indigene 
del mondo.
La poesia di Henson fonde la filosofia Cheyenne e le 
tradizioni alla cronaca sociale e politica del mondo 
moderno Nelle sue parole, i destini degli ultimi,degli 
invisibili, dei senza  voce dell'umanità tornano ad essere considerati in tutta  la loro dignità e indispensabilità.
Quello di Henson è un «Canto di rivoluzione» vibrato
con una  potenza ancestrale  capace di abitare il sussurro.
Nella primavera del 2000, organizza il primo  Words 
From the Edge,in quattro paesi europei con i poeti: 
Apirana Taylor, maori della Nuova Zelanda, Memchoubi,
dalla  Nazione Meitei dell'India, con Lance che rappresenta
il popolo  Cheyenne. Questi poeti sono ospiti di ‘Casa della poesia’.Nell'aprile 2006, si svolge la seconda edizione di 
Words From the Edge,in Italia.Insieme  a Lance Henson 
ci sono altri due poeti nativi americani: Laura Tohi, Navajo
 e Kateri Akawenzi Damm, Anishnaabe.

Fuori dalla finestra[1]

Un umido chiaro di luna entra nella stanza
La sua presenza cade come gelo sopra il letto
Tutta la notte gli spiriti di lupo e tasso
Hanno riempito l’oscurità intorno a noi

Insonne mi levo per vedere la luna scomparire
Dietro le nuvole

Mentre chiudo gli occhi
Un uccello luminoso vola attraverso un vento di seta
                                             [ di guerriero di dog soldier[2]
Volgo lo sguardo verso casa
                                                        
                                                          Termoli,Italia
                                                          8 agosto 2006
 

Da326 poesie dal mondo per una storia d’amore
Onyx ed.e.book
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli




[1] Lance Henson,”Fuori dalla finestra”, in I testi del lupo, Op. cit.
[2] Guerriero -cane. “ I Dog Soldiers sono un clan di guerrieri della nazione cheyenne. Questa immagine esprime la potenza del vento che sostiene la vita e non si può vedere».

giovedì 27 giugno 2019

51.Lunario.Juan Ramon Jimenez





EUROPA


SPAGNA


La luna in Juan  Ramon Jimenez   

Uno strano raggruppamento La Colina de los Chopos di poeti,
pittori,cineasti,musicisti e architetti che condividevano la tensione
per il rinnovamento. Nei poeti, in particolare, è evidente una
spinta comune alla revisione dello stile barocco, all’antiretorica,
per poi finire, però, per imprimere ciascuno alla propria produzione
direzioni diverse. La comunità senza leader della “Generazione del 27”
aveva eletto Juan  Ramon Jimenez  a maestro.
Questi poeti avevano per la perfezione delle forme e dei concetti,
per quell’idea di poesia-mistero un’ammirazione che è evidente
specialmente in Juan Ramòn Jimènez. L’amore che canta invisibile
e impalpabile, ma, proprio  come l’acqua e l’aria, misteriosamente
indispensabile e che si insinua vitale tra la luna lontana del cielo e
quella ancor più fluida e sfuggente, ma quieta , riflessa nel fiume.  
      

51. Juan  Ramon Jimenez   

Juan Ramon Jimenez Mantecon nasce a Moguer nel 1881, è
insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1956. Muore
a San Juan nel 1958.
La Residenza si poneva il compito iniziale  di supportare
l’insegnamento universitario attraverso la creazione di un
ambiente  intellettuale e  di convivenza fra studenti e insegnanti,
fra gli uomini delle arti e quelli delle scienze, con un marcato
stampo umanistico, e di essere il centro  di accoglienza delle
avanguardie europee. Lorca, Dalí e Buñuel furono tra i residenti
più prolifici. Lo scrittore Miguel de Unamuno, il compositore
Manuel  de Falla, i poeti Juan Ramòn Jimènez, Pedro Salinas
e Rafael Alberti, il filosofo Josè Ortega y Gasset -per citarne solo
alcuni- si potevano spesso incontrare agli appuntamenti della
strapiena agenda culturale della casa. Anche Albert Einstein,
Paul  Valery, Marie Curie, Igor Stravinsky, John M. Keynes,
Walter  Gropius, Henri Bergson, Le Courbusier vi passarono per
 scambiare conoscenze e impressioni. La casa si trovava in una
 zona tranquilla di Madrid, su un colle battezzato dai poeti come
Colina de los Chopos (Colle dei Pioppi). Aveva una cinquantina
di camere, molto austere e semplici (letto di pino, vaso da notte,
libreria, scrivania e due sedie). Le occupavano giovani, dai 15 anni
in avanti per i quali i genitori, o loro stessi, avevano scelto una
educazione alternativa a quella dell’Università Centrale. La
Residenza si finanziava con gli affitti pagati dagli studenti, anche
se dopo qualche anno una parte dei fondi furono destinati a creare
borse di studio per i meno agiati. Come unico lusso, in mezzo a
questo clima di silenzio e austerità, c’era un pianoforte nel salotto
del piano terra. Lo suonava spesso Lorca dopo la cena. Nella loro
 vita quotidiana, gli studenti adottavano le abitudini inglesi,
considerate più adatte allo sviluppo della creatività, con pasti
anticipati sugli usi spagnoli e tè in giardino alle cinque di pomeriggio.
 La poesia è stata forse l’attività che si è sviluppata tra quelle mura
nel modo più bello e profondo. Raramente era il centro della  vita
collettiva, tranne nella camera di Lorca, che invitava spesso gli amici
 a letture di versi.
Gli Spagnoli chiamano il Novecento   il secolo d’argento delle lettere
 per distinguerlo dal secolo d’oro di Cervantes.

    Gora,[1]

L’amore è, tra noi due,
impalpabile, quieto, assorto in sé
come l’aria invisibile,
come l’acqua invisibile,
 tra la luna del cielo 
e la luna del fiume.

Juan  Ramon Jimenez,”Gora” 
da Eternità, 1918,
in  Poesie d’amore
cura di Guido Davico Bonino,
Einaudi editore, 2007.



In326 poesie dal mondo per una storia d’amore
Onyx ed.e.book
 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli







mercoledì 26 giugno 2019

50.Lunario.Rafael Alberti




EUROPA

SPAGNA

La luna in Rafael Alberti

   I versi volano leggeri  nell’aria con le loro incredibili immagini;
anche quella della luna che appare civettuola dietro il ventaglio di
lei quella luna che  gli innamorati chiamano affettuosamente “la
nostra prima luna.”

50.Rafael Alberti

Nasce a Puerto de Santa Maria,vicino a Cadice,Andalusia,
Spagna,nel 1902 e muore nel paese  natale nel 1999.
Uno strano raggruppamento La Colina de los Chopos di
poeti,pittori,cineasti,musicisti e architetti che condividevano
la tensione per il rinnovamento. Nei poeti, in particolare, è
evidente una spinta comune alla revisione dello stile barocco,
all’antiretorica, per poi finire, però, per imprimere ciascuno alla
propria produzione direzioni diverse.
La poesia è stata forse l’attività che si è sviluppata tra quelle
mura nel modo più bello e profondo. Raramente era il centro
della  vita collettiva, tranne nella camera di Lorca, che invitava
spesso  gli amici  a letture di versi.
Nella residenza nacque la cosiddetta Generazione  del ‘27, che
raccoglieva un gruppo di poeti rinnovatori. Erano  giovani,quasi
sempre colti, benestanti, repubblicani e di sinistra. Hanno scritto
una delle pagine più importanti della letteratura spagnola. È qui
che Lorca,Alberti e Salinas scrissero ‘El Manifesto de la Colina’.
Gli Spagnoli chiamano il Novecento   il secolo d’argento delle
 lettere ”  per distinguerlo dal secolo d’oro di Cervantes.


Terzo ricordo  
                                         G. A. Béquer ‘… dietro il ventaglio di piume d’oro …’ 
                                                                                                                                                      
Ancora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,                                        
né i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli
né decretato il re che la violetta si seppellisce in un libro.
No.
Era l’età in cui viaggiava la rondine
senza le nostre iniziali nel becco.
In cui  convolvoli e campanule
morivano senza balconi da scalare né stelle.
L’età
in cui sull’omero d’un uccello non c’era fiore che posasse il capo
allora, dietro il tuo ventaglio, la nostra prima luna.



Rafael Alberti,”Terzo ricordo”, da Tre ricordi del cielo
in Degli Angeli, a cura di Vittorio Bodini, Einaudi editore.1976.
Le liriche degli angeli sono state composte nel 1929.


In”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
Onyx ed.e.book
 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli







martedì 25 giugno 2019

49.Lunario.Usmane Mussa Diagana




AFRICA

MAURITANIA

La luna in Usmane Mussa  Diagana
L’abbandono della propria terra rende untuose anche
 quelle realtà che dovrebbero continuare ad apparirci
immutate,familiari come la luna e le stelle.

49. Usmane Mussa  Diagana
    ...un poeta della Mauritania che si esprime in soninké e francese.
Nasce nel 1951. Insegnante, linguista, poeta e drammaturgo.



Eccomi all’estero.

Eccomi all’estero come una misera capra
a distillar veleno dal  mio corpo la solitudine
non ho smesso di chiamarti in tutti i sensi
le mie orecchie non ricevettero che silenzio in risposta

eccomi all’estero come una successione di notti
la luna e le stelle si sono sciolte untuose
l’oscurità mi ha seppellito nella sua ultima dimora

eccomi all’estero come un  cannuccia  di paglia
                                come una foglia di mais
che volteggia nel vento alla maniera del fonio* che si batte.


* Una sorta di cereale che si batte per liberarlo, con l’aiuto
del vento, del rivestimento e recuperare il seme.


Usmane Mussa  Diagana “Eccomi all’estero
( U faayi tunan di=me voici à l’étranger).
Tradotto dal soninké in francese dall’autore ;
in Notules de rêves  pour une symphonie amoureuse,
testo inedito, da Poésie d’Afrique au sud du Sahara.
 Trad. dal francese di   Maria Gabriella  Bruni.



In326 poesie dal mondo per una storia d’amore
Onyx ed.e.book

 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli