Poesia africana. Congo(4)
Queste
le suggestive atmosfere dei canti orali
sotto il baobab o nella steppa o lungo le rive dell’isola esotica, che mutano
radicalmente se passiamo alla lettura dei poeti della diaspora o comunque a
quelli che si esprimono in una lingua non africana o perfino a quelli che si esprimono, ma per iscritto,
nelle lingue dell’Africa -continua con
metodo l’ imperturbabile
curatore.
- Ma
ascoltiamolo, con l’aiuto dei nostri giovani attori, il canto
dell’erranza , direttamente da Alain
Mabanckou[1], che viene dal
Congo, ispirato, ancora una volta, da un’esperienza vissuta sulla propria pelle:
[...]
Un villaggio[2]
Sotto il cielo
cinerino
la somma delle semine
devastate
dall’ingratitudine
perenne delle piogge
un ammasso di pietre
La terra svuotata nel profondo
e rivoltata secondo le
stagioni
i venti sollevano le
spazzature
in un vortice
Restano tuttavia i
ricordi
su quei pezzi di legno
a metà consumati
Restano la cenere
che cova il fuoco
della reminiscenza
E quelle figure in
piedi
ombre fra le ombre
Quelle figure che
sfilano,ombre fra le ombre
Quelle voci
notturne nei cespugli
Quei branchi di cervi
che bramiscono lungo
il fiume
Quegli scheletri di
passeri
che si aggrappano
disperatamente
sui fili spinati
Tutte quelle figure
ombre dopo ombre
Ecco la patria tutta
nuda
[… ]
...ed è
particolarmente interessante
constatare come, in circa un
decennio , la nostalgia struggente ed amara dell’Errante si sia nutrita
dell’esperienza e si sia fatta consapevole dell’arricchimento :
[…]
Vendo all’altro
secolo[3]
gli errori del mio
destino sinuoso
rivendico il doppio
volto
della mia identità
esplosa col tempo
lacero qui ed ora
l’atto di nascita
delle frontiere
per battezzare il
nuovo spazio da conquistare
Vergognati di
rintanarmi
in quel pezzettino di
terra
e di darmi il tam-tam da percuotere
prendi dunque la tua
Negritudine vuota
portala come viatico
soprattutto non
dimenticare la tua zagaglia
e ancor meno la tua
stuoia
ti aspettiamo qui
vestito di pelle di
leopardo
non ho per agganci
che la somma delle intersezioni
gli echi di Babele
ecco il mio cippo nel
cuore di un nuovo territorio
l’adozione mi lega con radici sepolte
nel più profondo di quell’essere da costruire
giorno per giorno
tienti la tua
autenticità vuota di senso
presta la tua voce
al Maestro
e vendi il mio
territorio
per una modica somma
è quel che ci si
aspetta da te
prendo all’uccello
l’incertezza del
prossimo cespuglio
non so che tempo sarà
dall’altra parte della
migrazione
ma il mondo si apre
davanti a me
ricco di incroci
che il volo mi porti
mi porti ancora
lontano dal clamore
lontano dal cortile
lontano dai galli
addestrati per il combattimento
non cambiare nome
ramificazione
restare uomo fino in
fondo
finché gli alberi si radicheranno
nella terra
[…]
[1] Alain Mabancku nasce a Brazzaville,Congo,
nel 1966. Insegna attualmente all’università di California,Los Angeles.
Oltre
ai romanzi, sue le raccolte di poesia:”La Légende de l’Errance”-L’Harmattan.Paris(
1995);”Les arbres aussi versent des larmes”,l’Harmattan.Paris(1997); “Quand
le coq annoncera l’aube d’un autre jour”,l’Harmattan.Paris(1999);raccolte
tutte,con l’aggiunta di “Le livre de Borìs,” nell’antologia intitolata
,come una nuova sezione della raccolta,” Tant que les arbres s’enracineront
dans la terre”Antologia edita prima da: Memoires d’encrier.Canada(2004)-e,
successivamente, da:L’Harmattan.Paris(2007).Laureato del Prix des
Cinq Continents de la Francophonie,del Prix Ouest-France/Etonnants Voyageurs,
nonché del premio RFO del libro e del Prix
Renaudot per i suoi romanzi.
[2] Frammento da:”Présages”
in: « La Légende de l’errance »nella raccolta :’Tant
que les arbres s’enracineront dans la terre’ .Op. Cit. Trad. dal franc. di
M. G. Bruni.
[3] Frammento da :”Tant
que les arbres s’enracineront dans la terre’’ , op.cit. Trad. dal franc. di M. G.
Bruni
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