domenica 28 aprile 2013

Curiosando nel Continente Nero.Gabon(1)




SOTTO IL BAOBAB E DINTORNI

A  ZONZO PER IL CONTINENTE NERO : UNA NAVE CARICA DI...POESIE.


  

 Poesia africana. Gabon(1)


      
   È stato bello rilassarsi un po’, mangiare loro due da soli evitando il momento in cui tutti i viaggiatori  sono accorsi nelle zone ristoro e poi stare ancora insieme in cabina a parlare un po’, ad ascoltarsi e ad amarsi teneramente. Ora, però, non possono mancare alla presentazione dell’antologia della poesia africana contemporanea. Zoé è incuriosita dalla piccola e audace casa editrice sudafricana  UNICORN che ha scelto questa occasione come vetrina delle sue ultime proposte. La poesia africana, poi, la interessa particolarmente. 
           L’editore è stato talmente contento dell’invito alla crociera per la promozione che si è portato tutto lo staff a sostegno del curatore che sta per cominciare la presentazione. Ed  è  più che mai fiero della visibilità ottenuta e dell’interesse suscitato dalla  sua iniziativa, che per la prima volta si è occupata di raccogliere testi e di documentare,in modo articolato e ricco,lo stato della poesia africana contemporanea. Anche Gordon e Zoé sono, dunque,  nella grande sala conferenze, e come loro molti altri, curiosi di saperne un po’ di più di quell’oggetto misterioso che è la poesia del continente nero.
    -Per  far conoscere il cuore dell’Africa profonda non abbiamo potuto prescindere dalla poesia orale -comincia in  tono sommesso,quasi scusandosi, l’anziano studioso,appena il brusio di fondo è diventato un silenzio pieno di attesa.
       -… quella poesia, cioè, accompagnata dal mvet[1],  a proposito della quale Herbert   Pepper , il famoso etnomusicologo,  aveva sentito dire che alcuni poeti del Continente Nero erano capaci, nello spazio di una notte, di cantare un’opera integrale di loro composizione. È grazie a questa suggestione che egli  è poi riuscito a registrare il poema epico di Zwé Nguema[2],in un remoto villaggio del Gabon, non lontano dalla Guinea equatoriale, che il poeta stesso ha cantato, accompagnandosi con il suo strumento, durante una veglia.
      Eh, già, i notturni africani, sotto la chioma frondosa del baobab, dove la comunità del villaggio si raccoglie seduta sulle radici che disegnano una enorme ragnatela  legnosa, dove gli Africani raccontano, parlano, progettano,  dove il genio  africano si rivela nel divertimento collettivo.
       Cercherò di tracciare per voi le linee - guida del poema epico di Zwé Nguema per meglio permettervi di seguire il frammento originale che vado a proporvi.

       “ Il prologo ci presenta il popolo di Engong, i suoi antenati, i suoi valorosi guerrieri, il suo mago. E i due fratelli, personaggi di spicco: il condottiero che ha scelto l’orgoglio e il signore che ha scelto la ricchezza. Un giovane guerriero di un territorio vicino si sente da loro minacciato. La bellissima figlia del ricco signore, insensibile a migliaia di spasimanti chiede allo zio condottiero di deporre le armi, perché non p....otrà vivere se non sposerà il giovane avversario. Per  tradizione una richiesta così determinata non può essere rifiutata e la ragazza, .accompagnata dalla madre, si avvicina al paese del giovane di cui è innamorata che, pur irritato, si mette in marcia con la moglie adorata, per incontrarla.
         La stravagante giovinetta, sotto le pressioni dei parenti e dell’intero villaggio ha intanto ceduto i suoi favori all’ennesimo affascinante pretendente,a condizione però che lui sia  l’amante di una sola notte. Incurante del  rifiuto esplicito di un rapporto stabile, egli  tuttavia si prepara a difendere la fanciulla che vuol fare sua. Gli attacchi cruenti e incrociati provocano una sorta di carneficina  progressiva, con le teste tagliate della moglie innamorata, della fanciulla  capricciosa,nonché dei guerrieri di entrambi i fronti.”
    
     Fuoricampo, la voce di Zwé Nguema intona i suoi versi accompagnato dal suo mvet, mentre sullo schermo scorre la traduzione del frammento del canto[3] con la  notte d’amore tra l’eccentrica giovane donna che si concede al suo ennesimo pretendente ponendo precise condizioni :

Frammento da    Un  Mvet:
          “Nkudang Medza M’Otughe andò a guardare a lungo Nsure Afane Obame per dirgli: non ti amo come un futuro sposo, non sei per me che  un amante. Non sono venuta per te , piango per uno solo, uno solo, uno solo che è Zong Midzi Mi  Obame. Mamma, dove vedrò il figlio di Obame? Nua a nyuo a nano a nano anano na mi. O mamma, o giovane del clan Okane, dove mi trovo?”
Nsure  Afane Obame la prese per il braccio. Poi se ne andò con Nkudang Medza  M’Otughe, tenendola sempre per il braccio alla ricerca di una capanna conveniente nel villaggio. Nsure Afane Obame aprì una grande capanna , spingendo il battente con il piede destro. Il battente cade nella capanna. Entrò nella capanna nello stesso tempo che il battente cadeva. Si tolse i vestiti che aveva e li appese. Quando Nsure Afane  ebbe tutto levato e tutto messo a posto,tu sai che prese  Nkudang Medza M’Otughe per il braccio, la fece piroettare come un gran lottatore  lo strumento durante i sui esercizi, e tu vedi che tutti e due caddero  lunghi distesi nello stesso tempo sul letto .  Lui prese la sua grossa gamba, la posò sulle sue cosce. La spinse dietro il letto, la spinse, e si potevano vedere soltanto due teste posate una accanto all’altra sulla traversa di bambù. Tiiziii!
Un assistente. – Ecco il vero mvet!
Seme Zok ha finito per suonare dolcemente.
Ebbene! Amico mio, finiranno per amarsi! Che c’è?Non si vedono più che le teste.
Non era che  un capriccio di donna  che lei ci mostrava lì. Oh! È così che le donne  hanno l’abitudine di fare agli uomini del mondo intero. Fanno agli uomini del mondo intero quel che noi facciamo a una scimmietta: tu l’insulti dicendole che ha una codina, che ha piccole orbite e  un tronchettino magro, ma quando è cotta, non si fanno storie (la si mangia con appetito).
Nsure Afane Obame dice (alla sua compagna):”Nel villaggio ho più decine di donne, sono del clan  Yemveng. Nella ottava decina  ci sono già nove donne, ma fin qui non avevo mai sposato una donna carina come te. Nkudang Medza  M’Otugh , di’ al tuo cuore che tu sei la mia sposa. Non voglio sposarti qui a Mikue e Menyung Eko Mbé, non ti voglio di nascosto. Andrò con te  fino a Engong Zoc Mebeghe Me Mba. Andrò a dire a tuo padre: ’Dammi tua figlia!’Se rifiuta, ebbene, io ti prendo senza il suo consenso. È spesso così che io agisco. Se il padre di una ragazza crea difficoltà ,io rapisco. Se una ragazza si prende gioco di me, io la sposo”.
Nkudang gli dice: ” Smetti di parlarmi, chiudi la bocca,taci …  Conosci i miei fratelli? Conosci  Obang Medza, M’Otughe, nipote del clan Ekoo Elaa Mvele?

        La pulsione del desiderio, l’amplesso sono pudicamente evocati, coperti dalla traversa del letto che lascia vedere solo le due teste affiancate -riprende lentamente il presentatore- L’evocazione eufemistica dell’atto sessuale è una costante nella  poesia della tradizione orale africana , la cui cultura considera la sessualità non un assoluto, ma una  funzione naturale alla stregua del respirare  o del bere, che non  ha  quindi bisogno delle luci della ribalta.Interessante è piuttosto la caratterizzazione del personaggio maschile, sconcertato, intrigato, ma anche piccato per l’atteggiamento inconsueto della fanciulla cedevole e, insieme, decisamente  riottosa.
           Tipico di una comunità stanziale con gerarchie ben precise, che è assolutamente straordinario vedere violate.


                                                      (continua)



[1].Strumento che Hornbostel designò con il nome di arpa-cetra

  mvet gabon.wmv - YouTube
 AU COMMENCEMENT ETAIT LE MVETT ... - YouTube
► 45:42
www.youtube.com/watch?v=xRCGGC6R0IE

 [2] “Un Mvet” di Zwé Nguema,poema epico orale con accompagnamento musicale,trascritto e registrato da Herbert Pepper,in un remoto villaggio del Gabon.
[3] Di Zwé Nguema,da: “Un MVET”,Association des Classiques Africains et O.R.S.T.O.M.- Armand Colin éd. – Paris, 1972.Trad.di M. G. Bruni.

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