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L’eco degli anni sofferti della prigionia che
torna a inseguire con le sue ombre
tragiche e a percuotere i giorni di
Metin Cengiz
In autunno le foglie
È un sogno quello che viviamo
mi dicevo quando in prıgıone mi sveglıavo
in mezzo a miriadi di guerre e sconfitte
perduto in una corsa a perdifiato.
Mi pareva una città perduta
Il sole nel mio sogno e la città con le sue ombre
inghiottite in ogni bicchiere
con i prigionieri agitavano il giorno e strappavano le stringhe
Lo scorrere dei giorni, come percossi sull’incudine.
La prigionia ebbe fıne, ma non il Martello.
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(continua)
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