Nazim Hikmet (Prigione di Bursa, Anatolia) LETTERE DAL CARCERE A MUNEVVER |
Anche questa mattina
Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si son buttati addosso a me alla rinfusa
la luce d’argento annerito della lampada
mi si é buttato addosso anche un
biglietto di tram
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d’albergo e questo paese nemico
la metà del sogno caduta da questo lato s’è spenta
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d’albergo e questo paese nemico
la metà del sogno caduta da questo lato s’è spenta
mi si è buttata addosso la fronte
bianca del tempo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo
mi sono svegliato
anche questa mattina
e ti amo.
e ti amo.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento
certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti
non ho una bevanda fresca da offrirti
certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme
e perle son rotolate sulle mie palme
ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna
mia, benvenuta
Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te
(continua)
Sono cent'anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada
e da cent'anni nella penombra
corro dietro a te
(continua)
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