I.ITALIA
7.Umberto Saba.
Nasce a Trieste nel 1883, il suo vero cognome era Poli.
Nasce a Trieste nel 1883, il suo vero cognome era Poli.
La madre era ebrea e fu
abbandonata dal padre prima
della sua nascita. Anche per questo Saba rinunciò al
suo vecchio cognome e assunse l'altro, forse in omaggio alla balia,
della sua nascita. Anche per questo Saba rinunciò al
suo vecchio cognome e assunse l'altro, forse in omaggio alla balia,
forse perché il termine Saba, in ebraico, vuol dire pane.
Da tempo la critica ha
colmato, per buona parte, quella distanza che
inizialmente aveva posto tra sé e
il poeta e ha scandagliato l'opera del
poeta triestino, ponendola sempre più al
centro del '900 italiano
b. In riva al mare
Eran le
sei del pomeriggio, un giornochiaro festivo. Dietro al Faro, in quelle
parti ove s’ode beatamente il suono
d’una squilla, la voce d’un fanciullo
che gioca in pace intorno alle carcasse
di vecchie navi, presso all’ampio mare
solo seduto; io giunsi, se non erro,
a un culmine del mio dolore umano.
Tra i sassi che prendevo per lanciare
nell’onda (ed una galleggiante trave
era il bersaglio), un coccio ho rinvenuto,
un bel coccio marrone, un tempo gaia
utile forma nella cucinetta,
con le finestre aperte al sole e al verde
della collina. E fino a questo un uomo
può assomigliarsi, angosciosamente.
Passò una barca con la vela gialla,
che di giallo tingeva il mare sotto;
e il silenzio era estremo. Io della morte
non desiderio provai, ma vergogna
di non averla ancora unica eletta,
d’amare più di lei io qualche cosa
che sulla superficie della terra
si muove, e illude col soave viso.
in L’amorosa spina (1920)
Componimento articolato su
tre ottave.L’autore,Umberto Saba,in questa
poesia non fa uso di rime,ma
rispetta con precisione la struttura della strofa
e del verso.Inoltre utilizza un
linguaggio quasi discorsivo.Propone al lettore un’alternanza nell’esternazione dei
suoi stati d’animo che ben si accorda
con la descrizione dei luoghi e dei tempo
reali.Nella prima strofa,quasi puntigliosamente descrive il tempo e il luogo che alterna con il proprio
stato molto
doloroso;il porto della sua città dove un bimbo serenamente
gioca
a contrasto con se stesso, seduto accanto,carico del massimo fardello
del
dolore umano.Nella seconda strofa ,il poeta sembra rovistare sconfortato
tra
ricordi con le finestre aperte al sole,tra i sassi che usava per lanciarli
sul mare,ritrova una
terracotta ormai sciupata e quasi informe.I luminosi
colori dell’esterno contrastano
con lo stato d’animo d’angoscia che egli
vuole comunicare(antitesi):sul finire della strofa ,l’autore esterna tale
angoscia,comparando la situazione dell’uomo
tormentato a quel coccio
consunto.Qualche attimo successivo
a quel triste pomeriggio(terza strofa),
passò una barca con la vela gialla ,che tinse
di giallo anche il mare e scese
un totale silenzio.Un tocco di colore a
identificare il momento disperato e
il dolore del suo ricordo riaffiorato.Quel silenzio
quasi a sottolineare la
drammaticità del fluire dei pensieri del poeta.La parte
finale del testo”Io
della morte non desiderio provai…”rappresenta la “chiave” della poesia.
L’autore si
racconta,affermando che quel pomeriggio quasi
desiderò la morte,vergognandosi di non riuscire ad amarla sopra tutte le cose
della vita,
anche sopra un’entità che non intende nominare direttamente ,che
vive,si
muove sulla terra, t’illude e(cioè la donna…ed,in particolare,una
determinata
donna )che attraverso il suo bel viso,ti fa innamorare illudendoti.
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