I.ITALIA
5.Salvatore
Quasimodo
Modica,(20
agosto1901) –
Napoli
(14 giugno1968)
E’ stato
un poeta e traduttore italiano,esponente di rilievo dell’ermetismo
Ha
contribuito alla traduzione di vari componimenti dell’età classica ,
soprattutto
liriche greche,ma anche di opere teatrali di Molière e di William Shakespeare.E’ stato
vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959.
b.S'ode ancora il mare
Già da più notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli dalle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
“Personalmente amo il mare
in qualunque stagione.
Che sia in estate,quando
placido si lascia esplorare e placa le ansie, aiuta a
lavare via le
preoccupazioni e anche i pensieri inutili, quando è carico dei
desideri e delle
promesse che regala il sole estivo, o in inverno, quando sfoga
la sua rabbia
cieca e s’ingrigisce, quando diventa deserto e non t’accoglie più
nel suo
grembo di specchio, quando ruggisce e par che nessuno lo ascolti,
colmo dei
pensieri dei romantici, dei poeti, dei musicisti e di chiunque veda
la poesia
nella sua rabbia invernale .M’è sempre piaciuto Quasimodo, così
malinconico,
così romantico, toglie il fiato.”
Non ho purtroppo l’autore di questa interpretazione appassionata. La casa,
la madre, l’infanzia e soprattutto la nostalgia della terra siciliana, che nel
ricordo si trasforma in un luogo mitico, sono i temi ricorrenti della intera
raccolta di Acque e terre. In questa prima fase della sua attività poetica
infatti è molto presente la rievocazione commossa dei paesaggi della sua
terra, ormai decantati nella memoria, e un filo continuo di malinconia a
legare tutto.
Non ho purtroppo l’autore di questa interpretazione appassionata. La casa,
la madre, l’infanzia e soprattutto la nostalgia della terra siciliana, che nel
ricordo si trasforma in un luogo mitico, sono i temi ricorrenti della intera
raccolta di Acque e terre. In questa prima fase della sua attività poetica
infatti è molto presente la rievocazione commossa dei paesaggi della sua
terra, ormai decantati nella memoria, e un filo continuo di malinconia a
legare tutto.
S’ode ancora il mare, in particolare,è una poesia
di ricordi:
il mormorio notturno del mare e il chiacchiericcio degli uccelli
il mormorio notturno del mare e il chiacchiericcio degli uccelli
nelle torri e negli alberi
risvegliano l'eco di una voce dimenticata,
la rendono improvvisamente presente e rievocano così una figura
di donna amata un tempo.Esprime il desiderio che l’eco di lui la
la rendono improvvisamente presente e rievocano così una figura
di donna amata un tempo.Esprime il desiderio che l’eco di lui la
raggiunga come un mormorio leggero di acque
di mare.La
memoria ha ricondotto al poeta, con la voce,il ricordo dei
sentimenti e il desiderio pungente di essere ricordato a sua
volta.Eco d’una voce chiusa nella mente che risale dal tempo.
Evoca immagini di un passato felice, ora rimpianto,ora negato,
tuttavia vivo, tangibile,tanto vicino da sentirne ancora i rumori,
l’eco delle parole,delle risate e di una felicità ora evanescente.
M’eri vicina tu.Il mare e una donna,l’amore e i ricordi,il rumore
del mare e l’eco doloroso di un amore passato, ma che fa ancora
rumore,tanto da essere assordante nella testa così come il mare
nelle deserte spiagge d’Aprile.
memoria ha ricondotto al poeta, con la voce,il ricordo dei
sentimenti e il desiderio pungente di essere ricordato a sua
volta.Eco d’una voce chiusa nella mente che risale dal tempo.
Evoca immagini di un passato felice, ora rimpianto,ora negato,
tuttavia vivo, tangibile,tanto vicino da sentirne ancora i rumori,
l’eco delle parole,delle risate e di una felicità ora evanescente.
M’eri vicina tu.Il mare e una donna,l’amore e i ricordi,il rumore
del mare e l’eco doloroso di un amore passato, ma che fa ancora
rumore,tanto da essere assordante nella testa così come il mare
nelle deserte spiagge d’Aprile.
Ecco il vero volto di Quasimodo poeta di passione e protesta civile
Per certi versi la vicenda poetica di Salvatore Quasimodo rappresenta
ancora,per la storia della nostra letteratura, una
piaga aperta, sulla quale
non si perde occasione di gettare
sale, ogni qual volta un anniversario
o un determinato evento
editoriale lo consentono. Certo,dopo la sequela
di ingiurie, accuse, silenzi
che accompagnarono l' assegnazione del
premio Nobel urge fare i conti per poter
finalmente esprimere un giudizio
critico esaustivo sul tanto discusso poeta
siracusano. Riflessioni del
genere vengono sollecitate dalla
ripubblicazione, con l' aggiunta di
due nuovi scritti, del testo critico "L'
isola impareggiabile", significati
e forme del mito di Quasimodo (Flaccovio
editore) Uno dei meriti de
"L' isola impareggiabile", come recita la quarta di copertina,è quello
di aver fatto registrare un passaggio dal «monografismo cronologico
"L' isola impareggiabile", come recita la quarta di copertina,è quello
di aver fatto registrare un passaggio dal «monografismo cronologico
consueto a un monografismo tematico»,
sapientemente sorretto da una
ricerca conoscitiva e interpretativa dei fondamenti ideativi dell' universo
poetico di Quasimodo,a cominciare dalla duplice genesi del tema isolano, fondamentale nel costituirsi della sua elaborazione poetica e dai significati
e dalle forme delle «figurali nomenclature» del primo periodo siciliano
della sua poesia, tutte rivolte ad un mondo ancestrale, aurorale. Ad imporsi
in questa fase sono il tema dell' esilio, inteso come allontanamento dalla
terra d' origine,ma anche come estraniamento psicologico, e quello della
prigione, di una cattività duplice, fisica e metafisica. Questo tema isolano,
che connota miticamente e realisticamente i versi del poeta, si vede meglio
nel rapporto contraddittorio tra l' esperienza siciliana e quella lombarda;
un rapporto che permette a Quasimodo di passare da un' immagine mitica
dell' isola a una figurazione di essa più concreta, legata alla storia. Subito
dopo l' attenzione dello studioso si ferma sulla poesia "Davanti al simulacro
di Ilaria del Carretto", che rappresenta il momento fondamentale tra il
Quasimodo anteguerra e quello del dopoguerra,facendo registrare un
«mutamento negli accenni lirici e nelle intenzioni comunicative» del poeta.
E nella «marcia di avvicinamento» di Tedesco alla comunicazione
quasimodea che va mutando, le "Nuove poesie", in cui le mitologie personali
del poeta raggiungono una piena e felice oggettivazione, costituiscono proprio
ricerca conoscitiva e interpretativa dei fondamenti ideativi dell' universo
poetico di Quasimodo,a cominciare dalla duplice genesi del tema isolano, fondamentale nel costituirsi della sua elaborazione poetica e dai significati
e dalle forme delle «figurali nomenclature» del primo periodo siciliano
della sua poesia, tutte rivolte ad un mondo ancestrale, aurorale. Ad imporsi
in questa fase sono il tema dell' esilio, inteso come allontanamento dalla
terra d' origine,ma anche come estraniamento psicologico, e quello della
prigione, di una cattività duplice, fisica e metafisica. Questo tema isolano,
che connota miticamente e realisticamente i versi del poeta, si vede meglio
nel rapporto contraddittorio tra l' esperienza siciliana e quella lombarda;
un rapporto che permette a Quasimodo di passare da un' immagine mitica
dell' isola a una figurazione di essa più concreta, legata alla storia. Subito
dopo l' attenzione dello studioso si ferma sulla poesia "Davanti al simulacro
di Ilaria del Carretto", che rappresenta il momento fondamentale tra il
Quasimodo anteguerra e quello del dopoguerra,facendo registrare un
«mutamento negli accenni lirici e nelle intenzioni comunicative» del poeta.
E nella «marcia di avvicinamento» di Tedesco alla comunicazione
quasimodea che va mutando, le "Nuove poesie", in cui le mitologie personali
del poeta raggiungono una piena e felice oggettivazione, costituiscono proprio
il ponte di passaggio tra la produzione che precede la
guerra e quella che
la segue. «Una produzione, quest' ultima,
che pur nella continuità di alcuni
temi di certe invenzioni formali - osserva Tedesco
- fa comunque
registrare un mutamento e
di temi e di invenzioni, passando dalla
attualizzazione del mito o dalla mitizzazione
del proprio individuale
presente, alla traslazione del mito nel mondo
contemporaneo,
preceduto però dal
rilevamento cronachistico, ossia dalla registrazione
memoriale della più recente realtà storica».
Ed ecco che quelle
figurali nomenclature del
mondo ancestrale che avevano affollato le
prime raccolte di
Quasimodo, vengono adesso incalzate dalle
figurazioni pubbliche
della realtà sociale del suo tempo. Seguono
le pagine dedicate all'
intrecciarsi delle istanze private e pubbliche,
dell' offerta e del prestito: un
intrecciarsi che rappresenta, per
dirla con Tedesco, la
«direzione fondamentale» della raccolta "Dare
e avere", nella quale riescono a
convivere la contemporaneità dei
miti e la miticità del
presente. L' attenzione del critico si rivolge
anche all' influenza del
naturalismo classico, agli influssi
dell' intimismo crepuscolare, all' incontro coi greci prima e coi latini
poi, alla figura dell'alto veliero, nella quale Tedesco legge il bisogno
della poesia di Quasimodo di «realizzarsi oltre i confini angusti del
vivere usuale».Da tutto ciò si possono ricavare non solo il ritratto di
Quasimodo come «il poeta della passione umana e della protesta civile,
della speranza e della vita», fortemente abbarbicato «all' inquietudine
dell' intimismo crepuscolare, all' incontro coi greci prima e coi latini
poi, alla figura dell'alto veliero, nella quale Tedesco legge il bisogno
della poesia di Quasimodo di «realizzarsi oltre i confini angusti del
vivere usuale».Da tutto ciò si possono ricavare non solo il ritratto di
Quasimodo come «il poeta della passione umana e della protesta civile,
della speranza e della vita», fortemente abbarbicato «all' inquietudine
del reale», ma anche le tappe di un
affascinante itinerario conoscitivo
e letterario sicuramente tra i più esemplari
della condizione dell'
intellettuale di casa
nostra tra le due guerre e successivamente nel
primo venticinquennio
della Repubblica.
SALVATORE
FERLITA 30 giugno
2002 sez di Repubblica
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