giovedì 21 maggio 2020

I.ITALIA.4.Pascoli.a.Dalla spiaggia.






I.ITALIA

4.Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Il padre,
amministratore di una tenuta agricola, viene ucciso in un agguato
lasciando orfani i suoi otto figli. Pascoli ha allora dodici anni e sta
seguendo gli studi in un collegio di Urbino.Gli eventi tragici della
perdita precoce con  breve intervallo dei genitori lo porta a
riproporre spesso il tema del “nido”.tra i temi ricorrenti nella sua
produzione lirica  frequenti sono quelli ispirati alla poetica del
“Fanciullino”.

a.Dalla spiaggia

C'è sopra il mare tutto abbonacciato
il tremolare quasi d'una maglia:


in fondo in fondo un ermo colonnato,
nivee colonne d'un candor che abbaglia:


una rovina bianca e solitaria,
là dove azzurra è l'acqua come l'aria:


il mare nella calma dell'estate
ne canta tra le sue larghe sorsate.


O bianco tempio che credei vedere
nel chiaro giorno, dove sei vanito?

Due barche stanno immobilmente nere,
due barche in panna in mezzo all'infinito.


E le due barche sembrano due bare
smarrite in mezzo all'infinito mare;


e piano il mare scivola alla riva
e ne sospira nella calma estiva.

Giovanni Pascoli. Myricae. Livorno, Raffaello Giusti ed.,  1905.


Versi che oserei chiamare impressionistici per la ricchezza 
dell’offerta di luci e colori:il mare “innevato” di luce,il tempio
antico in rovina svanito nell’onda canicolare,quasi che la luce
l’avesse reso tutt’uno col cielo e la terra. Nei distici conclusivi 
la presenza delle due barche ferme,che appaiono come smarrite
nell’infinita distesa del mare,suggeriscono l’immagine lugubre 
di due bare.Una sensazione che subito viene alleviata con il 
distico conclusivo dello scivolamento del costante ondeggiare
del mare che sembra sospirare per quella vista funerea. Immersa
peraltro nella calma dell’estate.

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