domenica 24 maggio 2020

I.ITALIA.4.Pascoli.d.Mare



I.ITALIA

d.Giovanni Pascoli
nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Il padre, amministratore 
di una tenuta agricola, viene ucciso in un agguato lasciando orfani
i suoi otto figli. Pascoli ha allora dodici anni e sta seguendo gli
studi in un collegio di Urbino.Gli eventi tragici della perdita 
precoce con  breve intervallo dei genitori lo porta a riproporre 
spesso il tema del “nido”.tra i temi ricorrenti nella sua produzione
lirica :frequenti sono quelli ispirati alla poetica del “Fanciullino”.

5.Mare
M'affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l'onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?*

(Giovanni Pascoli, Myricae)

 Figure Retoriche

Parole onomatopeiche
v. 2: “tremolano”; v. 4: “guizzo”;
Personificazione
v. 4: “un guizzo chiama, un pulpito risponde”;
v. 5: “sospira l’acqua, alita il vento”;
Metafore
v. 4: “un guizzo chiama, un pulpito risponde”;
 v. 5: “sospira l’acqua, alita il vento”;
Apostrofi
v. 7: “Ponte gettato sui laghi sereni”;
Parallelismi 
v. 2: “vanno le stelle, tremolano l’onde”;
 v. 3: “vedo stelle passare, 
onde passare”; v. 4: “un guizzo chiama, un pulpito risponde”;
v. 5: “sospira l’acqua, alita il vento”;
Epanalessi
v. 3: “Vedo stelle passare, onde passare”; 
vv. 6-7: “sul mare è apparso un bel ponte d’argento./ Ponte”;
Allitterazioni
delle consonanti liquide “r” ed “l”: vv. 1-2: 
“M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:/ 
vanno le stelle, tremolano l’onde.”; 
della “t”: vv. 6-7: “sul mare è apparso un bel ponte d’argento./
 Ponte gettato sui laghi sereni”;
della “f”: v. 1: “M’affaccio alla finestra”; della “s”: 
v. 3: “Vedo stelle passare, ondepassare”.
Nella raccolta Myricae (parola latina, che significa “piccoli 
arbusti”, citazione virgiliana), Pascoli canta i motivi del mondo della 
natura, caricandoli di significati simbolici. Infatti, la sua poetica, detta
“del fanciullino” (dal titolo di un saggio di poetica, da lui pubblicato 
nel 1897), consiste nel sapere trovare la poesia negli oggetti quotidiani,
nella campagna e nella natura che ci circonda, osservandoli con lo stupore 
e la meraviglia di un bambino, che consentono di riscoprirne  i lati segreti
e la purezza originaria. Si tratta di componimenti generalmente brevi e
lineari, che rappresentano quadretti di vita campestre che si caricano di 
significati misteriosi e spesso evocano  l’idea della morte.È in quest’ottica
che la celebrazione delle piccole cose e del “nido” si può leggere come un
baluardo che il poeta erige contro le forze inquietanti e minacciose.
La poesia Mare è molto semplice e lineare e presenta ancora  una
descrizione naturalistica di un paesaggio marino, sembra che il poeta 
voglia lentamente guidarci nella contemplazione della vastità del
panorama, anche grazie alle frequenti cesure; il tema dell’affacciarsi 
alla finestra è frequente in Pascoli, in quanto da un lato si concilia bene
con la figura del poeta-fanciullino che guarda ogni cosa con interesse 
e stupore, come se la vedesse per la prima volta, dall’altro indica il 
distacco sofferto di Pascoli dalla natura, alla cui bellezza non può
partecipare appieno e i cui significati nascosti sono insondabili per 
la mente umana. Alla fine, infatti, non resta altro che una domanda 
angosciosa sul destino ultimo delle cose. Tutta la natura descritta in 
questa lirica è caratterizzata da un incessante movimento, di cui,
tuttavia, il poeta ignora la direzione e il senso: non ci sono risposte,
solo interrogativi che restano sospesi.
Inizialmente la scena è quieta e tranquilla, com’è tipico dell’ora serale;
gli elementi naturali sembrano rispondersi l’un l’altro in una superiore
armonia, poi la tranquillità è interrotta dall’immagine del ponte che si 
inserisce all’improvviso, spezza l’unità di cielo e mare e suscita
interrogativi, poiché non si sa né dove porti né per chi sia stato creato, 
lasciando la conclusione insoluta.





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