venerdì 3 aprile 2020

Salvatore Quasimodo.23.Poesia d'amore.






Salvatore Quasimodo
Modica,(20 agosto1901) –
Napoli (14 giugno1968)
E’ stato un poeta e traduttore italiano,
esponente di rilievo dell’ermetismo
Ha contribuito alla traduzione di vari
componimenti dell’età classica ,
soprattutto liriche greche,ma anche
di opere teatrali di Molière e di
William Shakespeare.
E’ stato vincitore del premio Nobel
per la letteratura nel 1959.

Il vento vacilla esaltato e porta
foglie sugli alberi del Parco,
l'erba è già intorno
alle mura del Castello, i barconi
di sabbia filano sul Naviglio Grande.
Irritante, scardinato, è un giorno
che torna dal gelo come un altro,
procede, vuole. Ma ci sei tu e non hai limiti:
violenta allora l'immobile morte
e prepara il nostro letto di vivi.
Dalla raccolta di “Dare e avere”.
  
 “Poesia d’amore” è la terza poesia d’amore contenuta in “DARE E AVERE”.

Il tema della poesia è l’amore come era sentito dal poeta in quegli anni. La poesia inizia con l’immagine del vento che solleva da terra le foglie e le porta sugli alberi e continua con la descrizione dell’erba cresciuta intorno al castello e con i barconi che scorrono sul Naviglio. Il poeta sente che quel giorno noioso, irritante e freddoloso è un giorno come tutti gli altri ma, per fortuna, c’è il suo amore che trasforma quella giornata uggiosa in una giornata calda e piena d’amore. Il messaggio della poesia è chiaro: di fronte alla routine della vita quotidiana, monotona e uggiosa, l’unica alternativa per cambiare il ritmo della giornata è l’amore della sua giovane donna che non ha limiti. Il poeta invita la sua donna a preparare il letto che servirà a tenerli vivi e ad allontanarli dalla morte. La poesia esprime la tesi che solo l’amore di una donna spinge gli uomini ad essere attivi e a godere dell’amore fisico e concreto e a non perdere tempo perché il tempo del poeta precipita (ruit hora). La poesia è espressa con un linguaggio chiaro e semplice e le frasi sono accostate per asindeto. L’unica figura retorica della poesia è la sineddoche dell’ultimo verso dove la parola letto in concreto sostituisce l’amore che è la parola astratta.
Questa poesia esprime al meglio l’amore del poeta per Curzia così come è descritto anche nelle lettere dello stesso periodo.


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