lunedì 27 aprile 2020

III.Poesia canarese.g.Kanavi.1.




III.POESIA CANARESE.

g.Cennavir Kanavi (1928)


Autore canarese .Funzionario dell’università del  Karnatak a Dharvar,ha al suo attivo parecchi volumi di poesie.



Oceano d’occidente.

I.

Quest’oceano
quel cielo
a bocca aperta si contemplano  per ingoiar l’infinito.
Quanti giorni e quante notti
sul dorso delle onde
avanzano per annegar la deserta  terra del dolore.
Tutte le stagioni insieme han tuonato
dalla bocca dei fiumi.
Le montagne son rimaste indietro,
ignote come un mistero.
Sale e scende quaggiù  l’impero del verde.
Guarda! L’oceano,specchio infinito,
riflette lo splendore del cielo.
Abbiamo i due termini del confronto,
altri pretesti non servono.

II.

Guarda là!
Si  è alzata l’isola,fermandosi per respirare.
Dorme profondamente l’azzurro.
Libere spiegando le vele,
le barche hanno cavalcato le onde
e, fendendo la corrente ,sono salite fino all’orizzonte.
La ferita sull’acqua
scompare in un attimo.
Oggi che profondo silenzio
in questa riva d’occidente!
Una baia
o una nave che oscilla.
Il suo cuore  accoglie mille onde di speranza di vari paesi.
E quei  cavalloni  spumosi
scrivono sulla porta il loro diario.

III.

E’ la festa delle barche,giunte dopo aver  cavalcato flutti  e flutti:
il grido di gioia del  pescatore,
il pesce che salta,
il pesce che danza.
Guarda,quel pesce  che faceva le beffe è finito anche lui nella rete!
Il gabbiano con un pesce nel  becco è volato via.
Invano guizza il prigioniero nella rete
I ragazzi dei pescatori gli son sopra;
posson prendere solo quei doni che l’oceano vuole offrire.

IV.

Pare che proprio ieri ci sia stata una guerra
per distruggere la dinastia d’Adamo.
Pare che il cielo sia venuto a runare
la pace del mondo intero.
come se non bastassero poi la terra ed il cielo,
anche nell’oceano  è caduta una scintilla .
Dobbiamo protegger noi stessi.
Una galleria solca l’acqua nascosta .
Emozione nelle navi.
Intorno parecchi cannoni.
Lassù dal cielo la civiltà
ha fatto cadere una pioggia di bombe.
Pare che il cielo si squarci.
Un’esplosione ha violato anche la riva del  mare.
La mia lingua ha provato
le munizioni della guerra.
Non basta ancora tutto questo?

V.

Quest’oceano
quel  cielo
stanno a bocca aperta  per ingoiar l’infinito.
per cancellare l’età  della geografia:
non sono per annegarsi l’un l’altro?



 Da “POESIA MODERNA INDIANA” ,Guanda ed.
Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni



Nei  poeti  indiani difficilmente troviamo il termine “mare”.Tutti i cittadini del subcontinente infatti non sono circondati  che dall’oceano., che con i suoi remoti orizzonti sollecita evidentemente il loro familiare misticismo.
Ed ecco l’oceano divenire lo specchio del cielo capace di riflettere la sua infinitezza. Per meglio sottolineare la straordinaria suggestione di tanta meraviglia le strofe  a contrasto sul quotidiano dei pescatori ,dei pesci degli uccelli,tutti intenti a prendere i doni che l’oceano vuole offrire. Poi,inatteso,il salto drammatico della vita sulla terra :i suoi abitanti han fatto scoppiare la guerra ,
con tutte le sue atrocità. E quell’oceano e quel cielo che stavano a bocca aperta per ingoiar
l’infinito guardano attoniti l’orrendo spettacolo .Che valga annegarsi  reciprocamente per 
cancellare con la geografia  una visione tanto insensatamente crudele?

 


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