II. POESIA HINDI.
f. S.H.Vatsyayan<<Agghyeya>>
Nasce a Kassiya (Uttar Pradesh) Nome d’arte e di
battaglia(“colui del quale
non si può sapere”) di Saccidanand Hiranand Vatsyayan.Laureato in scienze
e letteratura inglese,è uno degli iniziatori dello sperimentalismo nella moderna
poesia hindi. Terrorista durante il dominio inglese dovette entrare in clandestinità
e prese in quella circostanza lo pseudonimo che poi sempre volle conservare.In
carcere per motivi politici,compose in prigionia una raccolta di poesie in inglese
(”Prison’s days and others poems”).Poliglotta, la perfetta padronanza dell’uso
non si può sapere”) di Saccidanand Hiranand Vatsyayan.Laureato in scienze
e letteratura inglese,è uno degli iniziatori dello sperimentalismo nella moderna
poesia hindi. Terrorista durante il dominio inglese dovette entrare in clandestinità
e prese in quella circostanza lo pseudonimo che poi sempre volle conservare.In
carcere per motivi politici,compose in prigionia una raccolta di poesie in inglese
(”Prison’s days and others poems”).Poliglotta, la perfetta padronanza dell’uso
di quelle
lingue conferisce ai suoi componimenti una concisione tipica che gli ha
permesso di stringere vincoli saldi e fecondi con la letteratura occidentale. Oltre
alle numerosissime raccolte di poesie dove meglio esprime la propria personalità,
ha scritto ottimi saggi in difesa delle sue convinzioni estetiche e inoltre racconti,
romanzi stimolanti e discussi,volumi infine sulle sue esperienze di viaggiatore.
permesso di stringere vincoli saldi e fecondi con la letteratura occidentale. Oltre
alle numerosissime raccolte di poesie dove meglio esprime la propria personalità,
ha scritto ottimi saggi in difesa delle sue convinzioni estetiche e inoltre racconti,
romanzi stimolanti e discussi,volumi infine sulle sue esperienze di viaggiatore.
2.Notte di luna d’autunno
E’ inganno il
bianco chiaro di luna .
Non vera – quella profonda, infinita distesa del
cielo.
e’ inutile la pace della notte di luna
d’autunno.
Lontani -
pace,bianco splendore ,balsamica distesa del nulla.
Qui – solo le scintillanti
stelle,nel pugno di densa nebbia, morbido di
veleno,
rabbrividiscono gli zoppi,monchi
nudi,brulli alberi sfortunati.
Noi ,vicino,-due cupole rotte,
un minareto,come un grido che penetra la
tenebra;
una lacera stuoia di bambù;penzolano
da una colonna brandelli di una sciarpa consunta
.
più vicino – il balcone che sta per crollare;
dietro,nel cerchio bagnato d’urina,
su tre zampe,a testa bassa,l’asino che disprezza
se stesso,simbolo di pazienza;
vicinissimo,con il dorso incurvato,immobile,ma
pieno di tentazioni,
sta all’erta un gatto selvatico;
dietro – un mucchio puzzolente di letame!
ha cantato il “ciaran”,poi,supplicando il
guerriero,
si è addormentato tranquillamente.
Ed ha già
cantato il devoto,facendo balenare la sua adulazione scontata.
ha già cantato infine l’amante della sofferenza,
indolente, assonnato,
recipiente dell’affetto della fantasia,
il poeta,
preso dai sentimenti!
Ma ora – fissa,nobile,
intensa l’espressione degli occhi;
lo sfogo volgare è stato quasi strappato alla
timida lingua!
E’ inganno il bianco chiaro di luna.
Non vera – quella profonda ,infinita distesa
del cielo.
E’ inutile la pace della notte di luna d’autunno.
Da “POESIA MODERNA
INDIANA” ,Guanda ed.
Testi e note a cura
di Maria Gabriella Bruni
Qui invece la notte torna ad essere elemento
dissonante per noi occidentali.
Una notte portatrice di pace,illuminata dalla
luce brillante della luna d’autunno
Anche se è inutile perché nei versi
successivi sono elencati tutta una serie
di
elementi negativi,sgradevoli della vita dove
anche il menestrello di corte non
ha la funzione di rallegrare,perché ha già
cantato e ora dorme. Persino il poeta
si è
lasciato strappare alla sua timida lingua lo sfogo volgare.
*Ciaran:menestrello di corte.
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