II.POESIA HINDI
b.Suryakant
Tripati “Nirala”( 1896-1961)
appellativo che
significa raro, eccezionale, come appunto la personalità
autorevole di
questo intellettuale indiano. Fu infatti un ribelle contro
ogni tradizione
letteraria, religiosa e politica. Estremamente sensibile
alle condizioni
degli Indiani oppressi durante il dominio inglese,levò la
sua voce autorevole
a protestare contro la soggezione imposta al suo
popolo. Il suo
misticismo più vero è quello della maturità e si solleva a
vertici di
trasparente purezza. In comunione con
Tagore ebbe la
sorprendente e
meravigliosa capacità di comporre poesie che possono
facilmente essere
cantate. Ha fondato la Scuola poetica dell’Ombra.
Nasce a Mahishadal, distretto di Medinipur,
nel Bengala, e muore a
Allahabad nello stato della Confederazione Indiana dell’Uttar
Pradesh.
1.Una poesia.
E’ passato il torrente del desiderio
e si è seccato;
come sabbia il corpo rimane.
Chiede il ramo rosso del mango:
“ Né il cucù né il pavone
vengon qui a creare;
io sono la vuota parola in cui
la vita non ha soffiato alcun
significato.”
“Io faccio del mondo un luogo fresco magnifico
di frutti e di fiori odorosi,
ma in polvere e cenere ho ridotto il mio dono.”
L’orgoglio della vita è soltanto
quel che cade ogni momento.
Ora nessun amante appare sulla vetta
a passare il tempo sul bordo di quel prato
erboso.”
La notte senza
luna scende sul cuore:
anch’io sono un’ombra non vista .
Il poeta recita così la sua parte.
Da “POESIA MODERNA INDIANA” ,Guanda ed.
Testi e note a cura di Maria Gabriella
Bruni
Ancora una volta
questa cultura ci propone la condizione paritaria degli elementi
esistenti in natura:l’albero del mango,come l’amante assente sul bordo del
prato:cenere e assenza;sul profondo del cuore non può che scendere una notte
buia, senza luna. E il poeta partecipa alla comune condizione desolata come
un’ombra invisibile interpretando la sua funzione di solidale e sensibile
condivisore.
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