II. POESIA HINDI.
d.Sumitranandn Pant(1900)
Nato ad Almora(Uttar Pradesh)dette in giovane
età i primi saggi della sua vena poetica. Cinque racconti e alcuni saggi
introduttivi ai suoi volumi di liriche
rappresentano la non grande produzione in prosa. Grande influenza esercitarono
su di lui Gandhi,Marx e Aurobindo,e proprio in quest’ordine,da un’iniziale
professione di fede nella non violenza passa ad esprimere la convinzione che
una rivoluzione è necessaria ai fini di un autentico progresso dell’india.
Infine il poeta si rifugia nella filosofia yoga.Pant come Wordsworth del quale
oltre che di Shelley,ha subito il fascino:è essenzialmente
poeta della natura che osserva e sente con
delicatezza estrema di parole e di immagini .Insieme con la natura egli osserva
inoltre con comprensione e pietà la gente della sua terra per la quale prova un
amore non dissimile da quello materno verso i figli. Il misticismo di cui è
pervasa la sua produzione più recente non torna a rappresentare ancora una volta la tradizionale eredità
delle Upanishad ,ma una sorta di severa costruzione scientifica fondata sul pensiero di Aurobindo.Il suo
ultimo libro Kala aur budha chandra (L’arte
e la luna vecchia) è stato premiato dal governo indiano.
3.Il quadro del villaggio.
Non c’è qui la vivacità della vita avvezza allo splendore,
qui soffia il vento che porta il profumo
attutito della giungla,
qui solo e silenzioso arriva il mattino e la
sera piena di malinconia
vaga nel pomeriggio come l’ombra dei sogni.
qui non c’è l’abbagliante splendore delle luci che fa sembrar simile al giorno la notte.
Qui vivono milioni di uomini (lo sono?) – maledetti da secoli –
sofferenti per la mancanza di cibo e di
vesti,incivili,ignoranti,cresciuti nel fango.
questo non è un mondo d’uomini,questo è inferno
sconosciuto.
Questo è un villaggio dell’India,esiliato dalla
civiltà.
Un mucchio di piante e cespugli –son queste le
case degli architetti della vita?
Chi sono questi che striscian come vermi,sono
uomini e donne vivi e coscienti?
Una piccolezza insignificante in questo mondo
impotente!
In ogni casa un litigio,litigi nei campi,litigi
nel mondo!
Questo mondo di sole,di luna dove sorridono
un’infinità di stelle;
dove gli uccelli gorgheggiano,dove le nubi col
fulmine mutano il loro volto ogni
istante;
qui è l’esuberante natura ,e i campi inondati di
verde;
qui sono i fiori,la rugiada,il cucù ed il suo
ramo di mango;
qui c’è tutto questo. Inoltre il cielo è
azzurro,la terra generosa;
c’è l’infinita luce del sole,il chiaro di luna
che cammina in silenzio!
Questa è la dimora della natura,dove ogni filo
d’erba ,ogni atomo è vivo e felice.
Qui solamente l’uomo è condannato da sempre a
non godere del nettare della vita.
Da “POESIA MODERNA
INDIANA” ,Guanda ed.
Testi e note a cura
di Maria Gabriella Bruni
Un canto vibrante di denuncia politica di quell’”India
dei villaggi”per cui anche il Mahatma Gandhi si era battuto ed ha finito per
dare la sua vita. La condizione degli abitanti di quelle comunità ,talmente
miserevole da non poter essere considerata umana, e che tuttavia non solo
esiste,ma è molto difficile modificare anche di molto poco. Qui dove ogni atomo
nella dimora della natura è vivo e felice solo l’uomo è costretto a vivere i
una condizione che non appartiene a nessun altro essere vivente.
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