223.Poesia marathi.Vinda Karandikar
Quel momento.
Certo non ero in me,
anche se riuscivo a capire
perché le foglie che cinguettavano,
bevendo il latte dell'alba,
sussurravano il loro canto.
Certo non ero in me,
anche se riuscivo a capire
che questi monti, così semplici in apparenza,
stendendo l'immensità del loro corpo,
appoggiando il loro enorme capo sulle ginocchia,
aspettano il terribile momento che verrà.
Certo non ero in me,
anche se riuscivo a capire
che sotto l'ombra morbida del mango
il bufalo che rumina
sogna ancora Bhujaneshvar.*
Non sono tornato in me neanche allora,
non mi sono accorto d'esistere anch'io,
anche se riuscivo a capire
il linguaggio mistico ed i suoi simboli.
Ma quando il canto ostacolato del tuo cuore
ha cominciato il racconto
della carezza delle foglie
ed è giunto il momento
in cui son tornato presente a me stesso,
come la sensazione del sangue in un sogno sanguinoso,
ho inciampato,
scontrandomi con la luna e col sole.
Ed ho provato il terribile fulmine ed il maleodorante sudore;
mi sono accorto d'esistere anch'io: "Sì, io esisto,, ci sono anch'io!"
Ho avuto questa consapevolezza
sorgendo dal tuo corpo.
Anche ora, all'improvviso
sento premere il ricordo di questa consapevolezza
e s'avvicina il momento...
e dopo accade la cosa meravigliosa:
con passi gentili il mio io torna in me.
Bhujaneshvar*:mitico personaggio del Mahabharata.
Vinda Karandikar (1918)
Poeta di lingua marathi. Insegnante di letteratura inglese
in un College di Bombay, ha compiuto interessanti ed
originali esperienze stilistiche.
Nessun commento:
Posta un commento