sabato 19 settembre 2020

XXXIV. NIGERIA.76.Christopher Okigbo.a.Fanciulla marina

 


XXXIV. NIGERIA.

76.Christopher Okigbo

nasce nel 1932 a Ojoto, Nigeria Orientale. Completa gli studi
all’ Università di Ibadan. Prima insegnante, poi direttore
di una casa editrice in Nigeria, muore in Biafra in combattimento,
nel 1967.

a.Fanciulla marina [1]

OCCHI APERTI sul mare,
Occhi aperti, del prodigo;
in alto verso lo zampillo del cielo
da dove cadranno le stelle.
Il segreto che non ho detto a nessun orecchio,
salvo ad una buca a terra, perché lo conservasse,
non perché fosse sommerso  -
il segreto che ho piantato dentro la rena della spiaggia
 ora si rompe
la bianca-salata cresta dell’onda sulle rocce e su di me,
E GAMBERI E CONCHIGLIE
con un profumo denso di iodio-
fanciulla del vuoto salino,
compli-cremosa,
il cui segreto ho coperto con la sabbia …
Ombra di pioggia sulla spiaggia assolata,
ombra di pioggia sull’uomo con la donna

FULGIDA
Con il bagliore d’ascella di una leonessa
lei risponde,
tutta vestita di bianca luce;
e le onde la scortano,
la mia leonessa,
coronata di luce lunare.

UN’APPARIZIONE -
una miccia nel fiato del vento -
Un’apparizione di specchi.
Si tuffa …
Le onde la distillano;
messe d’oro
che sprofonda non colta.
Fanciulla d’acqua del vuoto salino,
cresciute sono le spighe del segreto.

ED IO che son qui abbandonato,
conto i granelli di sabbia abbandonata dalla furia dell’onda,
conto la sua benedizione, mia bianca regina.
Ma il mare che è passato riflette
Sul suo volto pieno di specchi
Non la mia regina, un’ombra spezzata.
Così io che conto nella mia isola i momenti,
conto le ore che mi porteranno
nel vento con la cenere degli angeli la mia perduta regina.

LE STELLE sono scomparse,
il cielo con il monocolo
sorveglia il mondo di sotto
le stelle se ne sono andate,
ed Io –dove sono Io?
Allungatevi, allungatevi, o antenne,
per stringere forte quest’ora,
riempiendo ogni momento in una
spezzata monodia.
 
       Tutte le  poesie di Okigbo sono state pubblicate postume
nella raccolta Labyrinth, Heinemann, African  Writers  Series,
1971. *Christopher Okigbo,”Fanciulla marina”, da Heavensgate
(1961-62), in Voci d’Africa-poesia africana di lingua inglese . 
A cura di Lucilla Sbicego; presentazione di Carlo Izzo, Accademia-
Sansoni ed., 197O.Le nuove generazioni, successive a Senghor e
a Césaire, pur mantenendo la negritudine come punto di riferimento imprescindibile,non sono sembrate più unanimi nel fornire piena
adesione.E,a questo proposito, abbiamo ben ascoltato il punto di
vista di Dereck Walcott. Una convinzione  che si era diffusa  anche
nel Continente Africano,da subito,soprattutto in area anglofona,
dove alcuni poeti come Christopher Okigbo, erano arrivati anche
a criticare aspramente il movimento della negritudine, visto come
un mito con motivi pericolosi di retorica e genericità. Anche lui ha,
tuttavia, usato l’inglese per la sua produzione poetica e si è impegnato 
politicamente fino alla morte in combattimento in Biafra.[2]
Le generazioni successive ancora finiscono per prendere le distanze
da un’ideologia che considerano ormai improponibile. La poesia non
 prescinde dal fatto che le condizioni storico-culturali siano mutate.:

.. Nei brevi versi liberi di Fanciulla marina”, l’inglese è usato con
musicalità insolita, e con frequenti allitterazioni. Il ritmo presenta
 leggeri accenti di staccato africano e l’intero componimento possiede
 una magica capacità evocativa. I riferimenti all’acqua e alla luce lunare
 accostano la Fanciulla marina alla dea-madre Idoto della religione Igbo,
collegata a sua volta alla dea Iside, che aveva il titolo di “Leonessa della
Sacra Assemblea”.

La sua raccolta più nota, Heavensgate,  ruota intorno al sogno tumultuoso
in cui si rivela “la mia leonessa”, del verso 23 di “Fanciulla marina”. I
sentimenti si nascondono dietro il linguaggio oscuro  che  mostra l’influenza
della poesia modernista americana e europea, ma  il fascino delle sue liriche
 d’amore nasce soprattutto dal fatto che, dietro la lingua inglese da lui usata
si sente palpitare una vita in cui la mitologia tribale africana si accompagna
alla musica e ai ritmi nigeriani.

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