XXXI.CANADA
70.Anna Hébert
nasce a
Sainte- Catherine-de-Fossambault, Québec, Canada
nel 1916 e dopo una lunga permanenza in Francia,
muore a Montréal, Québec, Canada, nel 2000.
a.Pioggia *
Pioggia sulla città che si scrolla, i cavalli di
pietra nelle fontane, zoccoli,
criniere, bei grifoni, fumano le strade bagnate,
scorrono le banchine corrose,
Tu, la tua forza e il tuo sonno, il tuo sogno sotto la
palpebra chiusa,
mandorla nera nelcuore della notte, il tuo braccio sui miei reni, come una cintura,
mandorla nera nelcuore della notte, il tuo braccio sui miei reni, come una cintura,
Pioggia sul vetro, fili, aghi liquidi, grandi telai
vibrano, a comporre
il tuo destino e il mio, tessitori ciechi, ruscelli,
fiumi, la notte, spola e
fusi, si
dipana, foreste di foglie scosse,
Tu, la tua risata, il tuo sguardo d’uccello, il tuo
volto che splende;
l’amore si stende su di me,
Pioggia, di lontano il bagliore giallo dei platani,
felci dai tronchi neri, piazze
popolate di collere brevi, grezzi formicai dove la
saggezza annoda e snoda
un sottile filo segreto,
Tu ed io, isola nella città, sotto la pioggia, messi
al mondo, mescolati insieme
come la terra e l’acqua prima della separazione,
Pioggia sul vetro. Se abbandono il tuo corpo e me ne
vado anch’io in sogno,
innalza arcate di pioggia, lascia il calore del letto,
assapora il sale dell’acque
marine all’orizzonte avvolte, tutta la terra
accessibile, simile a un tappeto,
Tu la parola e
il tuo silenzio, la tua vita, la tua bellezza, il tuo amore mi riportano
senza posa, come selvatica rosa accesa nella notte,
sotto la pioggia.
Un componimento circolare che inizia e
finisce
con
la stessa parola del titolo: “pioggia
”, il cui
incessante cadere viene graficamente offerto
dalla
serie quasi ininterrotta - l’unico punto
e
virgola è quello al verso 7- di virgole/gocce
di
pioggia che dividono e legano le diverse immagini
delle
otto strofe, in una fusione di sogno e
realtà.
L’esterno, il mondo fuori della finestra
(aldilà del vetro),
nelle strofe che iniziano con la parola “pioggia ”,
si
intreccia con le immagini associate all’interno
(aldiquà
del vetro) dove sono i due amanti,nelle strofe
che iniziano con il pronome Tu. La
visione della città
personificata si espande fino alle foreste. Le
gocce
sul
vetro disegnano fantastici ghirigori e diventano
arcana
scrittura del destino dei due amanti. Nell’isolamento
della loro unione, essi sono come isole nella
città, ma
la
fusione dei due corpi diviene, comunque, fusione
con
la natura tutta, e questo provoca un sentimento
di pace profonda che pulsa come “selvatica rosa accesa ”.
La terra rimane un mito anche per i
poeti dell’Ovest**
negli anni Settanta, ma sono loro che per
primi cercano
nuovi
modi di guardare la realtà, trovando un equilibrio
tra contenuto e sperimentazione di un nuovo
linguaggio poetico.
Si distaccano, dunque, dall’accademico
formalismo dei poeti
dell’Est,***
costruendo un linguaggio basato sul suono, sulla voce,
sul
respiro, sulla sillaba, sulle rotture sintattiche e sui grafismi.La
letteratura
diventa con loro esperienza sensoriale
integrata,
dove
corpo, mente, orecchio e occhio partecipano all’atto
creativo
e alla sua fruizione[1],
fino a trattare le lettere, le sillabe
e le parole come oggetti concreti, con una
esistenza propria
che rafforza il loro significato. Scrivere è
percepito da pb Nichol,
per esempio, come un atto soprattutto visivo e
da questo nascono
i suoi paesaggi di lettere o parole
fluttuanti. La linea del disegno
e il verso della poesia si confondono, i
confini tra arte visiva e
letteratura
quasi scompaiono e la poesia diviene, così, un oggetto
da
toccare, che è un modo di toccare fisicamente il lettore.
*Anne Hébert,”Pioggia”,
da Poèmes anciens, 1961/1980,
in Caterina Ricciardi e Liana NissimParole sull’acqua, op.cit.;
trad. Valeria Pompeiano.
**Vancouver e British Columbia
***Toronto e Montréal
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