sabato 12 settembre 2020

XXXI.CANADA 71.Catherine Lalonde.a.Ti mostro me stessa e la mia decorazione interiore







XXXI.CANADA
71.Catherine Lalonde
nasce a Montréal, Québec, Canada, nel 1974. Autrice precoce
pubblica il suo primo libro a 16 anni), critica e poeta, insegna
educazione fisica e danza contemporanea. Nel 2009 le è stato
conferito il premio Èmile Nelligan.

a.Ti mostro me stessa e la mia decorazione interiore

Ti mostro me stessa e la mia decorazione interiore
i tappeti rossi sesso
e lingua
per accoglierti da re
i bruchi  delle stie gli incendi fertili
le piccole sfere di legno  trascinate dalla corrente
l’aurora boreale la notte in cui Petronilla ha partorito
i cuccioli di terra molle
le immagini rimaste bendate nell’arco della mia infanzia
e il bersaglio della mia morte
io ti mostro la tire* Santa
 Caterina
impiastricciata  nelle mie trecce
la collezione di alberi morti di mio padre i gran
falò di San Giovanni che davano riflessi rossi ai capelli
la riserva dei Gran Giardini quella foresta difforme
i suoi alberi bruciati nel mio ventre ma rimasti in piedi
il suolo raro che dovrebbe essere altrove ma
che lascia risalire fossili e ricordi il mio
Giardino personale carne delle
Meraviglie e delle Angosce
la notte appende la sua luna
unica palla di Natale alla tua finestra
io ti mostro a casa mia gli arazzi degli inconsci  
successivi
il palo del calvario piantato nella mia lingua di donna
scheggia trasmessa da donne di prima
le brute senza scuola né libri che parlavano
dei possibili fra bucato Dio e
dodici figli
non godere sui muri
vengo da un paese dove le donne si sgravano ciò
lascia tracce
nodi nei capelli.

       -… una poesia in cui segrete sensibilità femminili si intrecciano
ai ricordi del Passato; tutto reso attraverso illuminazioni improvvise
e mediante una lingua a metà strada tra poesia e prosa. Come
se la Desautels volesse farci cogliere la sfasatura tra macrostoria
e piccole storie personali che continuano a intrecciarsi su piani
temporali  diversi. I luoghi legati alla storia nazionale sono diventati
luoghi del quotidiano, di piccoli gesti, luoghi di solitudine e follia, con
 un sentore di distruzione e morte. Se vogliamo, ancora una poesia
 intimistica, ma come in esilio nel suo stesso paese … È una sorta
di poesia dell’erranza.
Una regione  strana, la provincia del Québec, che attrae e respinge
a un tempo, per il fascino delle molteplici contraddizioni, eredità
di un passato recente, difficile, povero e chiuso, contro un presente
 liberato, che però ne  conserva ancora le cicatrici. È emblematico,
a questo proposito, il testo di Catherine Lalonde:
versi che sembrano rappresentare in modo molto originale
quella realtà, stratificata e composita. La poetessa scompone
infatti il senso logico e la costruzione sintattica della frase
introducendo enjambements che la  disarticolano :”Ti faccio
vedere me stessa e la mia decorazione interiore/i tappeti rossi sesso
e lingua /per accoglierti da re”, dove il senso è: ti faccio vedere la
mia decorazione interiore, i tappeti rossi, sesso e lingua per accoglierti
da re.La comprensione immediata diventa quindi impossibile. Il lettore
è obbligato a compiere un lavorio interpretativo per ripristinare la
logica  della frase. Questo lavorio potrebbe corrispondere al travaglio
psicanalitico che lei stessa ha dovuto compiere per disfarsi dai traumi,
dalle remore, dalle limitazioni tramandate da secoli di oppressione
della donna nel suo paese, che pure ama e che le ha lasciato anche
teneri ricordi, che sono  appunto l’oggetto della poesia.
Uno strumento che ha finito per fare parte integrante della scatola
degli attrezzi  della poesia contemporanea, che  alcune scrittrici,
che volevano esprimere nuove realtà,hanno  scelto  per ottenere
uno dei suoi più ricorrenti effetti speciali. 
La scrittura al femminile è stata prevalentemente scrittura dell’intimo,
ma quando il nuovo rapporto con il proprio corpo diventò poi 
rivendicazione. Che dire del rapporto del testo con la realtà?
A volte è stato stravolto il codice linguistico altre volte, ci si è espressi 
addirittura aldilà dei codici, in un continuo adattamento …”
     Versi che sembrano rappresentare in modo molto originale
quella realtà, stratificata e composita. La poetessa scompone
infatti il senso logico e la costruzione sintattica della frase
introducendo enjambements che la  disarticolano :”Ti faccio
vedere me stessa e la mia decorazione interiore/i tappeti rossi sesso
e lingua /per accoglierti da re”, dove il senso è: ti faccio vedere la
mia decorazione interiore, i tappeti rossi, sesso e lingua per accoglierti
da re.La comprensione immediata diventa quindi impossibile. Il lettore
è obbligato a compiere un lavorio interpretativo per ripristinare la
logica  della frase. Questo lavorio potrebbe corrispondere al travaglio
psicanalitico che lei stessa ha dovuto compiere per disfarsi dai traumi,
dalle remore, dalle limitazioni tramandate da secoli di oppressione
della donna nel suo paese, che pure ama e che le ha lasciato anche
teneri ricordi, che sono  appunto l’oggetto della poesia.
Uno strumento che ha finito per fare parte integrante della scatola
degli attrezzi  della poesia contemporanea, che  alcune scrittrici,
che volevano esprimere nuove realtà,hanno  scelto  per ottenere
uno dei suoi più ricorrenti effetti speciali. 
La scrittura al femminile è stata prevalentemente scrittura dell’intimo,
ma quando il nuovo rapporto con il proprio corpo diventò poi 
rivendicazione. Che dire del rapporto del testo con la realtà?
A volte è stato stravolto il codice linguistico altre volte, ci si è espressi 
addirittura aldilà dei codici, in un continuo adattamento …”



 






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