sabato 19 settembre 2020

XXXIII.SENEGAL75.Léopold Sédar Senghor.d.E il sole palla di fuoco, in declivio sul mare vermiglio

 

XXXIII.SENEGAL

75.Léopold Sédar Senghor
  
nasce da agiata famiglia a  Joal,
 poche centinaia di chilometri
 a sud di Dakar,Senegal, nel 1906
e muore a Verson, Normandia, Francia,
terra natale della moglie, nel 2001.

d.E il sole palla di fuoco, in declivio sul mare vermiglio[4]

Sul limitare della brousse[5] e dell’abisso, mi perdo nel dedalo del sentiero.
Mi segue quell’odore alto altero che irrita le mie narici
Deliziosamente. Mi segue e tu mi segui, il mio doppio

Il sole si tuffa nell’angoscia
In un trionfo di luci, in un trasalimento di colori di grida di collere.
Una piroga, affilata come un ago in un immenso mare calmo
Un rematore e il suo doppio.
Sanguinano le arenarie del capo di Nase quando si accende il faro delle Mamelles
In lontananza. Il dispiacere così mi punge  pensiero di te.
Penso a te quando cammino, nuoto
seduto o in piedi, penso a te mattina e sera
La notte quando piango, eh sì quando rido
quando parlo  mi parlo e quando taccio
Nelle mie gioie e nelle mie pene. Quando penso e non penso
Cara, io penso a te.

La suggestione della sua Layla e quella del Paesaggio si intrecciano fino a costruire un’atmosfera  diffusa  dolcemente struggente di questa lirica.




[4] Léopold Senghor,E il sole palla di fuoco, in declivio sul mare vermiglio ”, della raccolta tarda, Lettres d’hivernage,
 Argument’ . 1972 iin  Poèmes, Op. Cit. La traduzione dal francese è di Maria Gabriella Bruni.
[5] Savana, sterpaglia


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