XXXIII.SENEGAL
75.Léopold Sédar Senghor
nasce da agiata famiglia a Joal,
poche centinaia di chilometri
a sud di Dakar,Senegal, nel 1906
e
muore a Verson, Normandia, Francia,
terra
natale della moglie, nel 2001.
d.E il sole
palla di fuoco, in declivio sul mare vermiglio[4]
Sul limitare della brousse[5] e
dell’abisso, mi perdo nel dedalo del sentiero.
Mi segue quell’odore alto altero che irrita le mie
narici
Deliziosamente. Mi segue e tu mi segui, il mio doppio
Il sole si tuffa nell’angoscia
In un trionfo di luci, in un trasalimento di colori di
grida di collere.
Una piroga, affilata come un ago in un immenso mare calmo
Un rematore e il suo doppio.
Sanguinano le arenarie del capo di Nase quando si accende il faro delle Mamelles
In lontananza. Il dispiacere così mi punge pensiero di te.
Penso a te quando cammino, nuoto
seduto o in piedi, penso a te mattina e sera
La notte quando piango, eh sì quando rido
quando parlo mi
parlo e quando taccio
Nelle mie gioie e nelle mie pene. Quando penso e non
penso
Cara, io penso a te.
La suggestione della sua
Layla e quella del Paesaggio si intrecciano fino a costruire un’atmosfera diffusa
dolcemente struggente di questa lirica.
[4] Léopold Senghor,”E il sole palla di fuoco, in declivio sul
mare vermiglio ”, della raccolta
tarda, Lettres d’hivernage,
’ Argument’ . 1972 iin Poèmes,
Op. Cit. La traduzione dal francese è di Maria Gabriella Bruni.
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