martedì 8 settembre 2020

XXXI.CANADA.67.Leonard Cohen.a.La mia ragazza non c’era





XXXI.CANADA

67.Leonard Cohen

nasce a Montréal, Québec, Canada nel 1934
il poeta cantautore della sua scoperta della
poesia quando, giovanissimo, aveva letto i
versi di Garcia Lorca: “Voglio vederti passare
sotto gli occhi di Elvira/Per vedere le tue cosce
e iniziare a piangere” e da allora aveva passato
una vita a cercare di scriverne di così belli.

Da:Peter Patti, articolo pubblicato sul Foglio Clandestino, n°46, www.ilfoglioclandestino.it

a.La mia ragazza non c’era

La mia ragazza non c’era
Quando sono andato a mettere il Suo amore alla prova
Oggi però Lei ci sarà
Di questo prego D-o*

Lancerò un paio di sguardi
E se vedrò che lei si scioglie
Saprò che era vero
Il sentimento che provavo

Il mio cuore è come una spina
Il Suo è come un albero
Il mio cuore è secco e sradicato
Il Suo una chioma frondosa

Tutta la notte sono stato sveglio
Ed ecco quello che ho capito
Lo so che non è giusto
Ma niente in realtà lo è 

Lei è lì alla Sua Macchina
Io mi avvicinerò in punta di piedi
E se è così che deve essere
Mi accoglierà con un Sorriso

Allora io sarò così contento
Che vivrò un giorno di più
La ringrazierò per la Sua Carità
Poi me ne andrò zoppicando.
    
 
L’antologia, che ospita questi versi, é composta di liriche
d’amore, lunghe ballate, memorie e meditazioni spirituali,
accompagnate da disegni.  Cohen ci aveva lavorato durante
la sua permanenza in un monastero zen in California e la sua
esperienza in India. Era una specie di taccuino di viaggio dove
raccontare una sorta di ricerca spirituale da ebreo errante.
D’altronde, cosa è per lui la poesia? "Nella sua forma più pura,
la poesia è come il polline delle api. – aveva detto - Ecco la
mia idea di poesia. Il miele della poesia è dappertutto. È
negli scritti del National Geographic, quando un concetto è
assolutamente chiaro e bello; è nei film; è dappertutto,
perché quello che noi chiamiamo poesia  ha un significato
universale. Poesia è quando qualcosa suona in maniera
particolare. Forse non sempre possiamo definirla poesia,
ma quel che sperimentiamo in determinati momenti  è
poesia. È qualcosa che ha a che fare con la verità e il ritmo
e la fede e la musica».[1]
      
[1] Da un’intervista rilasciata a Arthur Kurzweil per The Jewish
Book News Interview, in occasione dell’uscita del libro
Stranger Music: selected poems and songs, 1993.



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