venerdì 4 settembre 2020

XXIX.CUBA.64.Raùl Rivero Castaneda.a.Rimedio







XXIX.CUBA.

64.Raùl Rivero Castaneda

nasce nel 1945 a Moròn, nel Camagüey (Cuba centrale).
Poeta e giornalista, dal 1973 al 1976 è corrispondente
capo della stampa estera cubana a Mosca; diventa anche
presidente dell’UNEAC, il sindacato nazionale (filogovernativo)
degli scrittori e artisti, che lascia nel 1989. Nel 1991 firma
la Lettera dei Dieci, una petizione per la liberazione di alcuni
prigionieri politici e a favore di libere elezioni democratiche.
Da allora diviene inviso al governo, ma ottiene riconoscimenti
all’estero. Nel 2003, durante la Primavera Nera, è accusato
di atti sovversivi e di collaborazionismo con diplomatici USA
Condannato a venti anni di carcere, viene rilasciato nel 2004
in seguito a forti sollecitazioni internazionali. Vive in Spagna
e ha ricevuto nel 2004 il premio UNESCO per la stampa
internazionale Guillermo Cano.

a.Rimedio

La notte è una macchia quasi eterna.
Io distribuisco tutta
La solitudine del mondo.
Mi salvo
Facendo un cigno d’ombra sulla parete
E raccontandogli la vita di Rubén Dario.
Subito dopo il poeta ci regala
Un’alba d’oro.

Raùl Rivero ,” Rimedio”,
da Versi tra le sbarre- antologia di poesia cubana dissidente,
a cura di William Navarrete, Edizioni Il Foglio, 2006.

E oggi? Canta ancora Cuba? E per chi? L’isola dalle mille anime,
la patria dei poeti, oggi è raccontata soprattutto dalle parole
di chi vive altrove.  Chi continua a starci, e non vorrebbe andarsene,
sa che è  diventato sempre più difficile leggere e scrivere.
“ Che importa il freddo/ se uno s’inventa il suo calore  nelle parole” [1]?
si chiede una delle poetesse* più apprezzate e rimasta in patria,
ma le cose sono cambiate dai tempi della Casa de las Americas e
la fatica della sopravvivenza quotidiana annulla per la maggioranza
della popolazione la possibilità di acquistare un libro. Nei negozi
i libri sono cari, la carta è scarsa, molti editori sono scomparsi e
l’offerta dell’usato è limitata a causa della censura. Tanti  gli autori
proibiti, infatti, anche stranieri; altri autori sono in carcere, parecchi
ancora in esilio o si sono allontanati volontariamente.  La poesia
soffre  senza libertà, ma se azzittita  trova altre vie. Questo il rimedio
escogitato  dal poeta-giornalista Raùl Rivero durante i lunghi mesi di
carcere nel 2004:







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