mercoledì 3 giugno 2020

I.ITALIA.8.Valeri.c. Spiaggia






I.ITALIA

8. Diego Valeri   
 
(Piove di Sacco,25 gennaio 1887 - Roma,27 novembre 1976) è stato un poeta,traduttore e accdemico italiano. Esordì come poeta nel 1913 con 
la raccolta Le gaie tristezze, alla quale fecero seguito Umana nel 1915,
Crisalide nel 1919 e Ariele nel 1924, che confluiranno nel 1930 nel 
volume Poesie vecchie e nuove. Oltre che poeta, Valeri fu anche fine 
saggista di letteratura francese e italiana e prosatore d'arte.

c. Spiaggia

La barchetta posata sul sabbione
è una precisa forma
tra il doppio vaneggiare
della spiaggia e del mare.
L’uomo che va per mare, e va e ritorna,
non c’è. C’è solo quella sua barchetta
tinta di rosso e verde, a mezzaluna,
forma perfetta.

Abbiamo già ammirato come la tavolozza di Valeri sia ben guarnita:
possiede colori abbastanza tradizionali, ma anche tinte più preziose 
e ricercate, Oltre a colori ben definiti compaiono anche aggettivi con
sfera semantica più generica,  che rimandano alla gamma cromatica 
degli effetti chiaroscurali. Ogni tinta rinvia a una fitta rete di significati
e simboli, che svelano o nascondono, a seconda dei casi, i sentimenti
dell’autore. L’esperienza ci insegna che ogni singolo colore è in grado
di donare un particolare stato d’animo e,anche Valeri, nelle sue poesie,
parte da questo presupposto per realizzare la varietà cromatica che le 
distingue.Nella poesia dell’autore la luce è musica e la musica è luce, 
mentre i colori fluttuano tra i suoni.. Laddove la pennellata di un unico
colore non basta a rendere l’idea del cromatismo, che vuole esprimere
sulla pagina, l’autore ricorre contemporaneamente a più di una tinta 
creando, in questo modo, un effetto sfumato. Notazioni già fatte ma 
che calzano a pennello per ammirare la perfezione del quadretto
rappresentato da Spiaggia.Una forma idilliaca dedicata alla 
costruzione di un quadretto della natura dove l’uomo è assente.La 
piccola barca dalla forma perfetta di mezzaluna, vuota ,con i suoi 
colori squillanti di allegria troneggia immota là dove vaneggiano 
reciprocamente  la  spiaggia e il mare.

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