I.ITALIA
15.Mario
Luzi (1914-2005) nacque a Sesto
Fiorentino.
Compiuti gli studi classici e laureatosi in letteratura
francese,
entrò giovanissimo nella vita culturale fiorentina
frequentando critici e
letterati (Carlo Bo, Piero Bigongiari,
Alessandro Parrochi) con i quali diede
vita alla corrente
poetica dell’Ermetismo e animò le riviste “Frontespizio” e
“Campo di Marte”.Nel dopoguerra, corrispondente alla sua
migliore fase
creativa, Luzi si discostò progressivamente dai
toni introspettivi, rarefatti e
talvolta oscuri dell’Ermetismo a
favore di una riflessione poetica più aperta
e comunicativa
sul rapporto dell’individuo con la realtà quotidiana, sociale
e
storica, ma anche con l’eterno e l’assoluto. Nell’ultima fase
della sua
produzione, Luzi si avviò verso una strenua ricerca
spirituale e metafisica,
Nel 2004 Luzi fu nominato senatore a vita e
morì l’anno dopo
a Firenze, dove aveva sempre vissuto. A proposito della sua
ricerca poetica, ha affermato nel 1998: “È un grande lavorio
per conoscersi
rispetto ad un mondo che rimane sempre un
mistero, celato nella sua
magnificenza e nei suoi abissi.
Comunque, la mia poesia è più ricca di
interrogazioni che
di affermazioni”.
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c.Sulla riva
I pontili deserti scavalcano le ondate,
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna,
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all'oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie,
si conta dopo queste mareggiate.
I pontili deserti scavalcano le ondate,
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna,
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all'oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie,
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? ti spero in qualche
porto...
L'uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l'aperto.
Il tempo e il mare hanno di queste pause.
L'uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l'aperto.
Il tempo e il mare hanno di queste pause.
Da : Onore
del vero (1957)
È il momento
culminante della tempesta,
che il poeta sottolinea con una anastrofe:
il soggetto
(le ondate) è posto alla fine del
verso.È la quiete
dopo la tempesta, una quiete
ancora un po’ansiosa, un alter ego del poeta.
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