martedì 23 giugno 2020

I.ITALIA 15.Mario Luzi .b.Per mare




I.ITALIA

15.Mario Luzi (1914-2005)
 nacque a Sesto Fiorentino. Compiuti gli studi classici e laureatosi in letteratura francese, entrò giovanissimo nella vita culturale fiorentina frequentando critici e letterati (Carlo Bo, Piero Bigongiari, Alessandro Parrochi) con i quali diede vita alla corrente poetica dell’Ermetismo e animò le riviste “Frontespizio” e “Campo di Marte”.Nel dopoguerra, corrispondente alla sua migliore fase creativa, Luzi si discostò progressivamente dai toni introspettivi, rarefatti e talvolta oscuri dell’Ermetismo a favore di una riflessione poetica più aperta e comunicativa sul rapporto dell’individuo con la realtà quotidiana, sociale e storica, ma anche con l’eterno e l’assoluto. Nell’ultima fase della sua produzione, Luzi si avviò verso una strenua ricerca spirituale e metafisica,
 Nel 2004 Luzi fu nominato senatore a vita e morì l’anno dopo a Firenze, dove aveva sempre vissuto. A proposito della sua ricerca poetica, ha affermato nel 1998: “È un grande lavorio per conoscersi rispetto ad un mondo che rimane sempre un mistero, celato nella sua magnificenza e nei suoi abissi. Comunque, la mia poesia è più ricca di interrogazioni che di affermazioni”.

b.Per mare

Nel più alto punto
dove scienza è oblìo d'ogni sapere
e certezza, mi dicono,
certezza irrefutabile venuta incontro
 
o nel tempo appeso a un filo
d'un riacquisto d'infanzia,
 tra sonno e veglia, tra innocenza e colpa,
 dove c'è e non c'è opera nostra voluta e scelta.
 
"La salute della mente
è là" dice una voce
con cui contendo da anni,
una voce che ora è di sirena.

Si naviga tra Sardegna e Corsica.
C'è un po' di mare
e la barca appruata scarricchia.
L'equipaggio dorme. Ma due

vegliano nella mezzaluce della plancia.
E' passato agosto; Siamo alla rottura dei tempi.
E' una notte viva.
Viva più di questa notte,
 
viva tanto da serrarmi la gola
è la muta confidenza
di quelli che riposano
sicuri in mano d'altri

e di questi che non lasciano la manovra e il calcolo
 mentre pregano per i loro uomini in mare
da un punto oscuro della costa, mentre arriva
dalla parte del Rodano qualche raffica.

da “La barca”(1935)

In quel momento in cui la scienza è al vertice di sé talmente unico
da non necessitare più di conoscenza ,a tal punto ha incontrato la certezza irrefutabile;ovvero nel momento del recupero fragile  della stagione dell’infanzia
che oscilla tra  incertezze estreme e ci restituisce quella stagione pur breve in cui come allora ogni azione  non deriva dalla nostra volontà o dall’ aver scelto.”E’ là che risiede la salute della mente mi suggerisce una voce con cui disputo da tempo e,che attualmente, mi sembra di sirena ammaliatrice“-afferma il poeta.
Siamo in viaggio tra Sardegna e Corsica;il mare è un po’ agitato e la prua sobbalza.
L’equipaggio riposa:due di loro sono sulla plancia svegli.Agosto è ormai alle spalle,la stagione sta per guastarsi. E’ una notte viva che per un verso mi chiude la golae dall’altro rappresenta la fiducia muta di coloro che dormono fiduciosi d’essersi affidati a quelli che si stanno occupando di tutto,come di coloro che pregando per i loro uomini in marecon i piedi a terra ben saldi su un punto indefinito lungo la costa,mentre sull’imbarcazione arriva qualche raffica dalla parte del Rodano.



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