sabato 1 giugno 2019

25.Lunario.Mario Rivero







AMERICA

COLOMBIA
   

La luna in  Mario RIVERO
È il racconto di un incontro d’amore in un contesto urbano –
industriale,articolato in  quattro tempi: quello della condivisione
di interessi(versi, sigarette e romanzo) e passatempi (“buttavamo
pietruzze”), delle chiacchiere sulla vita, i sogni e le paure che
sembrano concretizzarsi nella seconda parte, in cui il poeta parla
di Nueva York, il luogo dove la vita può essere diversa. New York
è un sogno, “piena di cose strambe”,le immagini di emarginazione
(i gatti, i mendicanti) si intrecciano con altre che suggeriscono le
sue contraddizioni (povertà e ricchezza, impotenza delle formiche
 e maestosità dei grattacieli, i negri ghettizzati ad Harlem e i loro
vestiti colorati ).  Segue il povero sogno del poeta: lavoretti e
sacrifici  per poter comprare un regalo alla sua donna lontana.
Ma la vita è dura anche se si è giovani. Il finale, un distico che
toglierà  ogni speranza,  sarà scandito da un solo effetto acustico,
di una  sirena che impedisce perfino di scambiarsi un bacio.
Una luna davvero intenerita quella di Mario Rivero che assiste
sorpresa ai sogni del ragazzo latino su Nueva York, la città che,di
lontano può far sognare,mentre al suo paese neanche il bacio
della sua ragazza riesce a ricevere perché è interrotto dall’urgenza
di quella sirena della fabbrica che suona.



25.Mario RIVERO
Poeta, giornalista,cantante di tanghi, impresario di corride
e critico d’arte colombiano nasce a Envigado, Antiochia,
nel 1935 e muore a Bogotà nel 2009. Fondò la rivista di
poesia “Golpe de dados” nel 1972.
   Un’intervista con il poeta:”Gentile, ironico e  così
profondamente umano, mi mette subito a mio agio.
Quando accenno alla Colombia come patria del realismo
magico, mi dice subito che lì non c’è bisogno di cambiare
la realtà per renderla magica, basta descriverla come è,
per quanto è pazzesca e crudele, aldilà della nostra
immaginazione.
La violenza è un elemento naturale in questa terra e
parlarne con leggerezza  trasforma l’orrore in sogno.
Ecco il segreto del realismo magico di Borges e altri
romanzieri latino-americani.
         Parliamo degli inizi della sua carriera e di quando
poi  divenne famoso  per le sue poesie che parlavano
dei piccoli eventi quotidiani degli abitanti  dei sobborghi
delle moderne megalopoli; fu infatti con i “Poemas Urbanos
del 1963 che rivoluzionò tutta la poesia colombiana,
invitandola a spogliarsi dei suoi  vestiti per diventare
l’amante di un uomo a cui non importava se era brutta
 e povera.
Brutta e povera nel suo cantare di atmosfere urbane e
proletarie, con una lingua del quotidiano e con un tono
colloquiale; poesia  anti declamatoria,la sua, con versi duri,
senza ricerca di ritmo perché “l’importante è essere diretti”.
Poesia in cui si rievoca il mondo del lavoro in fabbrica, la noia
del fine settimana, gli incontri di sesso con ragazze facili dal
trucco pesante e che sanno di liquori da poco, e che sognano
l’amore e la fuga verso luoghi migliori.

La luna e Nueva York[1]

Ci incontravamo tutti i giorni
nello stesso posto.
Spartivamo versi, sigarette,
e a volte un romanzo d'avventure.
Buttavamo pietruzze
dal ponte, dove mangiavano
gli operai della fabbrica di vetro.
Le dicevo che la terra è rotonda,
mia zia strega e la luna un pezzo di rame.

Che un giorno sarei andato a Nuova York,
la città che abbonda di cose strambe,
dove i gatti vagabondi
dormono sotto le automobili,
dove c'è un milione di mendichi,
un milione di luci,
un milione di diamanti.
Nuova York dove le formiche
ci mettono secoli a scalare l'Empire State
e i negri passeggiano per Harlem
vestiti con colori chiassosi
che stillano lucido d'estate.

Sarei andato per i ristoranti
fino a trovare un cartellino:
“ Cercasi ragazzo per lavare i piatti
Non si richiede titolo universitario».
A volte avrei mangiato un sandwich,
avrei raccolto mele in California,
avrei pensato a lei quando saliva in ascensore
e le avrei comperato un vestito simile al neon...

Mi stava per baciare quando
suonò la sirena della fabbrica.

Mario Rivero,  “La luna e Nueva York“  da Poemas Urbanos
in Poesie d’amore per un anno, Einaudi, 2003; a cura di Guido Davico Bonino.

Da”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
Onyx ed.e.book.
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli

Nessun commento:

Posta un commento