AFRICA
CONGO-BRAZAVILLE
La luna in Jean – Baptiste Tati-Loutard
In questi versi la luna
costituisce il rimpianto di un tempo
passato quando immerso
nelle bellezze della natura il poeta
ammirava commosso con la sua compagna la
parata nuziale
del sole e della luna,la
danza della coppia siderale e l’eclissi.
Ora che la sua lei è
diventata uccello di città,tutto è più cupo
e il freddo d’agosto si
insinua nei loro corpi.
E’
il cambiamento dell’urbanizzazione vissuto drammaticamente
a
cui è duro adattarsi perché trasforma sensibilità e valori.
46.Jean – Baptiste Tati-Loutard
Jean-Baptiste Tati Loutard scrittore e uomo politico
brazza-congolese, nato il 15 dicembre 1938 a
Ngoyo nel
comune
di Pointe-Noire e morto il 4 luglio 2009 a
Parigi.
Considerato
come una delle voci più importanti dell'Africa
francofona .
Le generazioni ancora successive
finiscono per prendere
le
distanze da un’ideologia,la negritudine, che considerano
ormai improponibile. La poesia non prescinde
dal fatto che le
condizioni storico-culturali siano mutate.
Ancora una volta tra
i paesi più rappresentativi per l’area
francofona , il Congo, con
Jean – Baptiste Tati-Loutard:
Vecchia radice.[1]
Il tempo mi ha traforato
Sono una vecchia radice
Da questa terra non mi
puoi strappare
Bevevo solo l’idromele
dell’alba
Il soffio lustrale del
mattino
E guardavo l’Oriente
aprirsi
Come un tarso di uccello
Ora prendo i giorni a
ritroso
Mi sveglio quando il
crepuscolo
S’insinua tra le case
Il tempo si fa uomo
Come un serpente di roccia
Il mio cuore è una terra
scavata
Depone il mio disamore
Nei territori abbandonati
E colpisce alla schiena
Sulle colonne già chine
Sei venuta mi avresti appagato
Il sangue della tartaruga
delle savane
S’infiltra in tutti i miei
slanci
Ricordo l’eclissi
Che ammiravamo insieme
La danza della coppia
siderale
La parata nuziale del sole
E della luna
Tu sei cambiata sotto il
cielo oscuro
Ti ritrovo uccello di
città
Con un piumaggio melanico
Il freddo d’agosto
s’insinua tra i nostri corpi
Per riemergere in fumarole
Il mondo sta per disfarsi
Presto restituiremo le
nostre spighe
Alla terra dopo la rovina
delle braci
E il desiderio ci rimane
Annuncia un nuovo
germogliare
La corda dello sciacallo
vibra ancora
Nel cane
E quest’amore non sarà più
in noi
Che il pizzicore d’una
cicatrice
Sono una vecchia radice
E da questa terra non mi
puoi strappare.
Jean Baptiste Tati-Loutard, « Vecchia
radice » .
Da La tradition du songe in Présence africaine, Paris,1985,
in Poesia africana- poeti sub sahariani di area francofona.
In”326 poesie dal mondo per
una storia d’amore”
Onyx ed.e.book
a cura di Maria
Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli
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