AFRICA
NIGERIA
La luna in Christopher Okigbo
Nei brevi versi liberi
di ”Fanciulla marina”, l’inglese
è usato
con musicalità
insolita, e con frequenti
allitterazioni. Il ritmo
presenta leggeri accenti di staccato africano e l’intero
componimento possiede una magica
capacità evocativa.
I riferimenti all’acqua e alla
luce lunare accostano la Fanciulla
marina alla dea-madre Idolo della religione Igbo, collegata a
sua volta alla dea Iside, che aveva il titolo di “Leonessa della
Sacra assemblea”. Tutte le
poesie di Okigbo sono state
pubblicate postume nella raccolta Labyrinth, Heinemann,
African Writers
Series, 1971.
45.Christopher Okigbo
Nasce
nel 1932 a Ojoto, Nigeria Orientale. Completa
gli
studi all’ Università di Ibadan. Prima insegnante, poi
direttore
di una casa editrice in Nigeria, muore
in Biafra
in
combattimento, nel 1967. La sua raccolta più nota,
Heavensgate, ruota
intorno al sogno tumultuoso in cui si
rivela
“la mia leonessa”, del verso 23 di “Fanciulla
marina”.
I
sentimenti si nascondono dietro il linguaggio oscuro che
mostra
l’influenza della poesia modernista
americana e
europea,
ma il fascino delle sue liriche d’amore
nasce
soprattutto dal
fatto che, dietro alla lingua inglese da lui
usata, si sente palpitare una vita in cui la
mitologia tribale
africana si accompagna alla musica e ai ritmi
nigeriani.
Le nuove generazioni, successive a
Senghor e Césaire,
pur
mantenendo la negritudine come punto di riferimento
imprescindibile,non
sono sembrate più unanimi nel fornire
piena
adesione. E,a questo proposito, abbiamo ben ascoltato
il
punto di vista di Dereck Walcott. Ma
questo era accaduto
anche nel Continente Africano,da
subito,soprattutto in area
anglofona,dove alcuni poeti come Christopher Okigbo,
erano
arrivati anche a criticare aspramente il
movimento della
negritudine,
visto come un mito con motivi pericolosi di retorica
e
genericità. Anche lui ha, tuttavia, usato l’inglese per la sua
produzione
poetica e si è impegnato politicamente fino alla
morte
in combattimento in Biafra.[1]
Fanciulla marina [2]
OCCHI APERTI sul mare,
Occhi aperti, del prodigo;
in alto verso lo zampillo
del cielo
da dove cadranno le
stelle.
Il segreto che non ho
detto a nessun orecchio,
salvo ad una buca a terra, perché lo conservasse,
non perché fosse sommerso -
il segreto che ho piantato dentro la rena della spiaggia
ora si rompe
la bianca-salata cresta dell’onda sulle rocce e su di me,
E GAMBERI E CONCHIGLIE
con un profumo denso di
iodio-
fanciulla del vuoto salino,
compli-cremosa,
il cui segreto ho coperto
con la sabbia …
Ombra di pioggia sulla
spiaggia assolata,
ombra di pioggia sull’uomo
con la donna
FULGIDA
Con il bagliore d’ascella
di una leonessa
lei risponde,
tutta vestita di bianca
luce;
e le onde la scortano,
la mia leonessa,
coronata di luce lunare.
UN’APPARIZIONE -
una miccia nel fiato del
vento -
Un’apparizione di specchi.
Si tuffa …
Le onde la distillano;
messe d’oro
che sprofonda non colta.
Fanciulla d’acqua del
vuoto salino,
cresciute sono le spighe
del segreto.
ED IO che son qui
abbandonato,
conto i granelli di sabbia
abbandonata dalla furia dell’onda,
conto la sua benedizione,
mia bianca regina.
Ma il mare che è passato
riflette
Sul suo volto pieno di
specchi
Non la mia regina,
un’ombra spezzata.
Così io che conto nella
mia isola i momenti,
conto le ore che mi
porteranno
nel vento con la cenere
degli angeli la mia perduta regina.
LE STELLE sono scomparse,
il cielo con il monocolo
sorveglia il mondo di
sotto
le stelle se ne sono
andate,
ed Io –dove sono Io?
Allungatevi, allungatevi,
o antenne,
per stringere forte
quest’ora,
riempiendo ogni momento in
una
spezzata monodia.
Christopher Okigbo,”Fanciulla marina”, da Heavensgate(1961-62),
in Voci d’Africa-poesia africana di lingua inglese.
A cura di Lucilla Sbicego;
presentazione di Carlo
Izzo, Accademia-Sansoni ed., 197O..
In”326 poesie dal mondo per
una storia d’amore”
Onyx ed.e.book
a cura di Maria
Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli
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