EUROPA
REGNO
UNITO-GALLES
La luna in Dylan Thomas
L’iniziale immagine romantico-cimiteriale dei due volti
illuminati
dalla luce naturale della luna e da quella artificiale
della
lampada, già s’incrina in quel dar “un
senso a vuoti baci”
del
terzo verso. Quella luce, che come un riflettore sul palcoscenico,
illumina
i corpi dei due amanti separandoli da tutto il resto del
mondo
(“ l’ isola”), rende prezioso “quell’amore
da due soldi”, dà
loro
energia (“la linfa” vitale del loro atto d’amore, generatore) e
trasforma
in “pozzi di calore” anche le gelide tombe lì accanto. La
visione
in cui si conciliano gli opposti dura un attimo: scomparsa la
luna e sotto la pioggia che “pendeva appuntita nel
vento”, tra cose
e parole “dozzinali”, lui e lei possono
tornare ora alla loro banalità,
al buio, alla mancanza di spiritualità, e scegliere la morte.
Thomas, come molti suoi contemporanei, esprimeva disgusto e
paura verso il
mondo ordinario riflesso in
quella visione statica
della
realtà, per la quale gli amanti di “ I loro volti splendevano”
sono
incapaci di entrare in relazione con un universo nuovo e
dinamico,
di andare verso una rigenerazione. Il senso
di oppressione,
per
Thomas, nasce anche dal linguaggio
convenzionale, usato nel
mondo
“dozzinale”. Questo linguaggio logoro deve, dunque, essere
distrutto
attraverso l’uso di slang,
paranomasia,* catacresi**, ecc.
e tutti
gli espedienti dell’anafora,dell’allitterazione e dell’assonanza,
del
gusto per la materia sonora delle parole servono a creare una
nuova
forma di comunicazione solida.
Bisogna leggere questi versi
ad
alta voce, assaporarli, scandendo ogni
vocale e consonante,
soltanto dopo pensare al loro significato.
Quella di Dylan Thomas è una poesia
visionaria, con una forte
presa
ipnotica, espressa mediante immagini vivide e un intreccio di
parole significative, dense, che hanno una
consistenza quasi fisica,
come nelle poesie di William Blake. Spesso,
più che il loro valore
lessicale,
è il suono stesso della singola parola a dare il significato;
e
più che creare parole nuove, Thomas
sembra dare una forza nuova
a quelle esistenti, usando i termini in modo
ambiguo e distorto, tanto
da risultare spesso oscuro, soprattutto nelle
sue poesie giovanili.
Versi nutriti dalla sua sfrenata
immaginazione,caratterizzati dal suo
Neo
–Romanticismo, della sua visione mitica del mondo da opporre
agli ”intellettualismi” di TS Eliot e di Auden
stesso, dal suo infinito
repertorio di immagini insolite che si generano l’un
l’altra e si
distruggono nella loro contraddizione, come …in una sonata di Bach.
*37.Dylan Thomas
Dylan (Marlais) Thomas,
poeta, scrittore e drammaturgo gallese,
nasce a Swansea il 27
ottobre 1914. Appena ventenne, pubblica la
sua prima raccolta di
poesie, subito accolta con interesse e seguita
da altre nel giro di pochi
anni. Scrive Under Milk Wood, ‘commedia
per voci’ che nella sua
versione radiofonica vince nel 1954 il Prix
Italia e i racconti autobiografici Portrait of the Artist as a Young Dog.
Muore a New York, il 9 novembre 1953, durante uno dei
suoi cicli
di conferenze negli Stati
Uniti
Come lo stesso D. Thomas scrisse :“Una mia
poesia abbisogna
di una schiera di immagini perché il suo fulcro
è una schiera di
immagini. Io creo una
immagine – sebbene “creo” non sia la parola
giusta; lascio piuttosto che una immagine “si
crei” emotivamente
dentro di me e poi applico ad essa quel tanto di potere critico e
intellettuale di cui sono
dotato; lascio che dia vita a un’altra
immagine contraddittoria e che questa
contraddica la prima; faccio,
della terza immagine nata dalla congiunzione
delle altre due, una
quarta immagine contraddittoria e lascio che
tutte cozzino insieme
entro i limiti formali che mi sono imposto.
Ciascuna immagine
contiene in sé il germe della propria distruzione, e
il mio metodo dialettico,così come lo intendo io, è
un costante insorgere e spezzarsi
delle immagini che emergono dal germe
centrale, che allo stesso
tempo è distruttivo e costruttivo”
I loro volti splendevano sotto il misto chiarore
I loro volti splendevano
sotto il misto chiarore
Della luce lunare e della
lampada
Che dava un senso ai loro
vuoti baci,
E trasformava l’isola di
quell’amore da due soldi
In un paese sontuoso, le
tombe accanto a loro
In pozzi di calore.
Per pochi istanti
I loro volti splendettero,
la pioggia notturna
Pendeva appuntita nel
vento,
Prima che la luna si
spostasse e la linfa esaurisse,
Lei nel vestito dozzinale
dicendo cose dozzinali,
Lui rispondendo,
Senza sapere che il raggio
era venuto e passato,
I suicidi sfilano ancora,
ora maturi per morire.
D.Thomas, ”I loro volti splendevano sotto il misto chiarore”,
da Poesie inedite, Einaudi, 1994.
In ”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
Onyx ed.e.book.
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella
Nicchiarelli
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*Paranomasia:figura retorica che consiste nell’accostamento
di due parole che hanno un suono simile ma significato diverso;
viene usata per ottenere effetti fonici:
per es.TRADURRE/ TRADIRE.
**Catacresi:figura retorica che consiste nell’usare un senso
al posto di un altro, o meglio servirsi di un termine oltre
il suo significato; gioco di parole;
per es. SUONO/ io SONO; SOLO AL SOLE.
(H. Treece, “Dylan Thomas: Dog among the Fairies”,
Benn, London, 1949,
citato in G.Melchiori, I funamboli, op.cit. pp. 238-239).
Cfr. G.Melchiori, La poesia visionaria di D.Thomas,
da I funamboli, op.cit.
D.Thomas, ”I loro volti splendevano sotto il misto chiarore”,
da Poesie inedite, Einaudi, 1994.
Cfr. Poesia sepolcrale inglese (Young, Thompson, ...), fine sec 18°.
William Blake, poeta pre-romantico inglese.
Dylan Thomas,”Amore in manicomio”
(nella raccolta Collected poems,1934-1952,
mai tradotta per intero),
in Dylan Thomas, Poesie, Einaudi, 1970;
a cura di Ariodante Marianni.
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