giovedì 13 giugno 2019

37.Lunario. Dylan Thomas



EUROPA

REGNO UNITO-GALLES

La luna in Dylan Thomas
        L’iniziale immagine romantico-cimiteriale dei due volti
illuminati dalla luce naturale della luna e da quella artificiale
della lampada, già s’incrina in quel  dar “un senso a vuoti baci”
del terzo verso. Quella luce, che come un riflettore sul palcoscenico,
illumina i corpi dei due  amanti separandoli da tutto il resto del
mondo (“ l’ isola”), rende prezioso “quell’amore da due soldi”, dà
loro energia (“la linfa” vitale del loro atto d’amore, generatore)  e
trasforma in “pozzi di calore” anche le gelide tombe lì accanto. La
visione in cui si conciliano gli opposti dura un attimo: scomparsa la
luna  e sotto la pioggia che “pendeva appuntita nel vento”, tra cose
 e parole “dozzinali”, lui e lei possono tornare ora alla loro banalità,
 al buio, alla mancanza di spiritualità, e  scegliere la morte.
    Thomas, come molti suoi contemporanei,  esprimeva disgusto e
 paura verso il  mondo ordinario riflesso in quella  visione statica
della realtà, per la quale gli amanti di “ I loro volti splendevano”
sono incapaci di entrare in relazione con un universo nuovo e
dinamico, di andare verso una rigenerazione. Il senso di oppressione,
per Thomas, nasce  anche dal linguaggio convenzionale, usato nel
mondo “dozzinale”. Questo linguaggio logoro deve, dunque, essere
distrutto attraverso l’uso di slang, paranomasia,* catacresi**, ecc.
e tutti gli espedienti dell’anafora,dell’allitterazione e dell’assonanza,
del gusto per la materia sonora delle parole servono a creare una
nuova forma di comunicazione solida. Bisogna leggere questi versi
ad alta voce, assaporarli, scandendo ogni  vocale e consonante,
 soltanto dopo pensare al loro significato.
         Quella di Dylan Thomas è una poesia visionaria, con una forte
presa ipnotica, espressa mediante immagini vivide e un intreccio di
parole significative, dense, che hanno una consistenza quasi fisica,
come nelle poesie di William Blake. Spesso, più che il loro  valore
lessicale, è il suono stesso della singola parola a dare il significato;
e più che creare  parole nuove, Thomas sembra dare una forza nuova
a quelle esistenti, usando i termini in modo ambiguo e distorto, tanto
da risultare spesso oscuro, soprattutto nelle sue poesie giovanili.
Versi nutriti dalla sua sfrenata immaginazione,caratterizzati  dal suo
Neo –Romanticismo, della sua visione mitica del mondo da opporre 
agli ”intellettualismi” di TS Eliot e di Auden stesso, dal suo  infinito 
repertorio  di immagini insolite che si generano l’un l’altra e si
distruggono nella loro  contraddizione, come …in una sonata di Bach.

*37.Dylan Thomas
Dylan (Marlais) Thomas, poeta, scrittore e drammaturgo gallese,
nasce a Swansea il 27 ottobre 1914. Appena ventenne, pubblica la
sua prima raccolta di poesie, subito accolta con interesse e seguita
da altre nel giro di pochi anni. Scrive Under Milk Wood,  ‘commedia
per voci’ che nella sua versione radiofonica vince nel 1954 il Prix 
Italia e i racconti autobiografici Portrait of the Artist as a Young Dog.
 Muore  a  New York, il 9 novembre 1953, durante uno dei suoi cicli
di conferenze negli Stati Uniti
 Come lo stesso D. Thomas scrisse :“Una mia poesia abbisogna
di  una schiera di immagini perché il suo fulcro è una schiera di
immagini. Io creo una immagine – sebbene “creo” non sia la parola
giusta; lascio piuttosto che una immagine “si crei” emotivamente
dentro di me e poi applico ad essa quel tanto di potere critico e
intellettuale di cui sono dotato; lascio che dia vita a un’altra
immagine contraddittoria e che questa contraddica la prima; faccio,
della terza immagine nata dalla congiunzione delle altre due, una
quarta immagine contraddittoria e lascio che tutte cozzino insieme
entro i limiti formali che mi sono imposto. Ciascuna immagine
contiene  in sé il germe della propria distruzione, e il mio metodo dialettico,così come lo intendo io, è un costante insorgere e spezzarsi
delle immagini che emergono dal germe centrale, che allo stesso 
tempo è distruttivo e  costruttivo”

I loro volti splendevano sotto il misto chiarore

I loro volti splendevano sotto il misto chiarore
Della luce lunare e della lampada
Che dava un senso ai loro vuoti baci,
E trasformava l’isola di quell’amore da due soldi
In un paese sontuoso, le tombe accanto a loro
In pozzi di calore.
Per pochi istanti
I loro volti splendettero, la pioggia notturna
Pendeva appuntita nel vento,
Prima che la luna si spostasse e la linfa esaurisse,
Lei nel vestito dozzinale dicendo cose dozzinali,
Lui rispondendo,
Senza sapere che il raggio era venuto e passato,
I suicidi sfilano ancora, ora maturi per morire.


 D.Thomas, ”I loro volti splendevano sotto il misto chiarore”,
 da   Poesie inedite, Einaudi, 1994.

In ”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
Onyx ed.e.book.
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli

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*Paranomasia:figura retorica che  consiste nell’accostamento 
di due parole che hanno un suono simile ma significato diverso;
viene usata per ottenere effetti fonici:
per es.TRADURRE/ TRADIRE.
**Catacresi:figura retorica che consiste nell’usare un senso 
al posto di un altro, o meglio servirsi di un termine oltre
il suo significato; gioco di parole; 
per es. SUONO/ io SONO; SOLO AL SOLE.
(H. Treece, “Dylan Thomas: Dog among the Fairies”, 
Benn, London, 1949,
citato in G.Melchiori, I funamboli, op.cit. pp. 238-239).
Cfr. G.Melchiori, La poesia visionaria di D.Thomas,
 da I funamboli, op.cit.
D.Thomas, ”I loro volti splendevano sotto il misto chiarore”,
da   Poesie inedite, Einaudi, 1994.
Cfr. Poesia sepolcrale inglese (Young, Thompson, ...), fine sec 18°.
William Blake, poeta pre-romantico inglese.
Dylan Thomas,”Amore in manicomio”
(nella raccolta Collected poems,1934-1952, 
mai tradotta per intero),
in Dylan Thomas, Poesie, Einaudi, 1970;
a cura di Ariodante  Marianni.






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