mercoledì 19 giugno 2019

43.Lunario.Pablo Antonio Cuadra.



AMERiCA

NICARAGUA

La luna in Pablo Antonio Cuadra

La luna piena è qui  per favorire il tempo della fertilità
che erompe dai versi di Cuadra. Tuttavia l’albero del
 mango è per lui un albero migrante come gli uomini,
 un albero in esilio, originario dell’India. È il simbolo
della peregrinazione delle genti americane. Cuadra inventa
 una storia fantastica del primo mango giunto in America,
piantato nel cortile di una casa a Grenada, e pian piano
popolato  di uccelli mitici .Attraverso questa narrazione,
vuole indicare la  capacità che hanno i miti  di adattarsi
e di diffondersi in  nuovi luoghi, come le piante. Ma, anche
qui, come per Walcott, il canto pieno di gratitudine sull’evento
naturale della disseminazione, dello spargimento dei semi
portati dal vento o dagli uccelli, con la complicità della luna
piena che designa la stagione fertile, diviene il lament
per la trasformazione dei semi in merce[1] e quindi corruzione:

Cacao:
         the dollar
that grows on a tree[2].

         L’albero, sotto i suoi rami, diviene il luogo di
mantenimento e creazione di cultura popolare attraverso
la tradizione orale, perché la terra è già un racconto, come
 quella segnata dai canti e dai sogni delle  tribù aborigene
australiane. Dunque, ecco a cosa serve la Poesia per Cuadra:
 a ricordarci chi siamo, a raccontarci da dove veniamo e a
suggerirci dove andremo.

43.Pablo Antonio Cuadra[1]

Pablo Antonio Cuadra, poeta e ideologo nicaragüense,
nato il 4 novembre 1912) e morto (2 gennaio 2002) a 
Managua,Nicaragua. Figlio del giurista,statista,cancelliere
e diplomatico  Carlos Cuadra Pasos (1879-1964).
La  sua famiglia è stata legata  alla politica e alla poesia. 
Nel 1945 fa il suo ingresso nell’ Academia Nicaragüense
de la Lengua di cui diventa direttore nel 1964 Fu anche 
Rettore della Universidad Católica «Redemptoris Mater»
di Managua  (Nicaragua), e  fondatore e direttore della 
rivista Vanguardia  con Octavio Rocha.
Come altri scrittori caraibici, anche Pablo Antonio Cuadra,
dunque,  produce una poesia di contaminazione, modellata
 sul verso classico del suo grande predecessore, Ruben
 Darìo[3], su Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, mescolati al
folklore delle leggende indie, ai canti popolari, ai miti
centro-americani e ad un forte sentimento della Natura.
Vede, nel suo paese natale, il punto di raccordo della flora
e della fauna del Nord e Sud America, e usa la precisione
linguistica del botanico nelle poesie della raccolta
Sette alberi al tramonto”[4], dove esplora la realtà nicaraguense,
presente e passata, attraverso la presentazione di sette specie di
alberi[5], comuni nel suo paese, vivi e reali nella loro
descrizione, ma con un chiaro valore simbolico. Sono sette
come i personaggi della tragedia eschilea “Sette contro Tebe”,
e la difesa, che essi fanno, attraverso le loro storie,
della flora centroamericana, corrisponde alla difesa della città
di Tebe da parte degli assediati. Ma non finiscono qui le
analogie: le poesie furono scritte tra il 1977 e il 1978,
anni della insurrezione contro la dittatura di Anastasio
Somoza Debayle, gli anni di una lotta fratricida[6] simile 
a quella di Eteocle e Polinice. Ne risulta il ritratto di un 
popolo oppresso e forte, condannato a sopportare le 
conseguenze di una  guerra civile, in cui gli alberi offrono
un segnale di speranza, di risanamento delle ferite e di 
generosa resurrezione  grazie alle loro foglie e ai loro frutti.

 L’ albero del mango  [7]

[…]

 Piantò i semi durante la luna piena
E celebrò il matrimonio dell’albero secondo i suoi riti pagani,
unendo due rami.
Ah! Aveva gli occhi più grandi e più luminosi che mai uomo
potrebbe vedere!

Ma Felipillo, il suo servo nano con le gambe storte,
aggiunse il particolare che i seni di Yadira erano unti con
il sandalo,che rendeva sopportabile la calura al navigante.

[…]

(“Moltiplicherà
Il mio cuore, ”predisse la donna. E così fu,
in folti mazzi,

ogni volta che facevano l’amore.
Ad ogni palpito degli amanti,
più frutti nascevano)

[…]
 [1] P.A.Cuadra, “L’albero del Mango”, da Seven Trees against the dying Light,
 trad. in Inglese di Greg Simon e Steven F. White, Northwestern University Press,
2007; trad. dall’inglese di Isabella  Nicchiarelli.

 In326 poesie dal mondo per una storia d’amore
Onyx ed.e.book
 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli




[1] Il poeta denuncia la scelta della monocultura, della coltivazione della pianta più vendibile, che provoca impoverimento.
[2] “Cacao:/ il dollaro/che cresce sull’albero”, trad. di  Isabella Nicchiarelli; da Seven Trees against the dying Light, op. cit.
[3] Rubén Darìo, pseudonimo di Felix Rubén Garcia Samiento, poeta, giornalista, diplomatico
 nicaraguense, nasce a Metapa nel 1867 e muore a León nel 1916. Rubén Darìo, pseudonimo
 di Felix Rubén Garcia Samiento, poeta, giornalista, diplomatico nicaraguense, nasce a Metapa
 nel 1867 e muore a León nel 1916.
 [4] Siete Arboles contra el atardacer,  fu pubblicata in Venezuela, durante il suo esilio, nel 1979.
[5] Sono il kapok, il jacote, il panama, il cacao, il mango, il rain tree e il calabash.
[6] Le due opposte fazioni erano rappresentate dai conservatori di Grenada e i liberali di León.




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