EUROPA
GERMANIA
La luna in Rudolf Erich
Raspe
Qui la luna è un universo abitato dove il fantastico
è ottenuto con lo scambio dei ruoli tra gli elementi
della natura ,con l’attribuzione di dimensioni gigantesche.
Esiste un unico sesso e agli alberi appartiene la facoltà
riproduttiva,ma anche qui esiste una gerarchia:l’albero
che riproduce i
cucinieri,equivalente degli uomini,è il più
bello tra gli alberi.
27.Rudolf Erich Raspe
27.Rudolf Erich Raspe
Hannover,26.3.1736- Killarney,16.11.1794.E' stato
scrittore scienziato e bibliotecario tedesco. Rivelò in
scrittore scienziato e bibliotecario tedesco. Rivelò in
molti campi una vasta
erudizione: pubblicò in latino
lavori di storia naturale (1763) e curò
un’ importante
edizione delle opere di Leibnitz.
edizione delle opere di Leibnitz.
Fu professore di
archeologia a Kassel. I suoi scritti
di
geologia e mineralogia gli
diedero notorietà tale che
Benjamin Franklin gli fece visita nel suo secondo viaggio
in Europa.Appropriatosi di
una somma che aveva in
consegna per far fronte ai
debiti, dovette riparare in
Inghilterra, dove venne
radiato dalla Royal Society;
visse della sua attività di pubblicista e di
traduttore,
finché un'altra truffa non lo costrinse a
riparare in
Irlanda.La sua popolarità è gran parte dovuta
alla
"Storia dei
meravigliosi viaggi e delle campagne di
Russia del barone di Münchhausen" ("Baron Münchhausen's
narrative of
his marvellous travels and campaigns in
Russia"),
scritta in inglese .
Nell'opera, Raspe rielabora alcuni
aneddoti,
da lui pubblicati su una
rivista berlinese, che narrano le buffe,
iperboliche spacconate da lui attribuite ad un
personaggio
realmente esistito,il
barone Karl Hyeronimus von
Münchhausen,un avventuroso aristocratico del
Braunschwein, che dopo aver guerreggiato con
i russi contro i turchi
dal 1740 al 1741, si stabilì ad
Hannover nel suo podere di
Bodenwerder divertendosi
a raccontare ai suoi amici inverosimili avventure
di caccia.
Da "Le avventure del barone di Munchausen"
Ebbi già a narrarvi di un viaggio da me intrapreso fino alla luna:
più tardi ne feci un altro in maniera assai più piacevole e vi
soggiornai abbastanza a lungo da farvi parecchie osservazioni,
che mi sforzerò di riportare con tutta l'accuratezza che mi sarà
consentita dalla memoria.
Salpammo dunque per i mari del Sud;diciotto giorni dopo
aver doppiato l'isola di Otaheité,un uragano sollevò la nostra
nave almeno di cinquemila chilometri sopra la superficie dell'acqua
e ve la mantenne a quell'altezza finché ,levatosi un vento favorevole,
le nostre velature ne furon tutte rigonfie e potemmo proseguire a
velocità favolosa :navigammo sopra le nuvole per sei settimane.
Infine giungemmo in vista di un gran territorio in mezzo al cielo,
simile a un'isola risplendente,lucida e rotonda:trovato un porto
adatto,sbarcammo e subito scoprimmo che l'isola era abitata.Sotto
di noi si scorgeva un altro pianeta popolato di città,di alberi,di
montagne,fiumi,mari ecc.che opinammo essere il mondo da noi
lasciato.Qui si vedevano invece individui di gigantesca statura,a
cavallo di enormi avvoltoi,ognuno con tre teste.Così,invece di
cavalcare equini come facciamo noi in questo mondo,gli abitanti
della luna(giacché nel frattempo avevamo scoperto di ave raggiunto
madama luna)se ne vanno volando in groppa a quei pennuti.
Tutto in quel mondo è di dimensioni straordinarie:una pulce comune
è assai più grossa di una delle nostre pecore.nel far la guerra
le armi di cui specialmente si valgono sono i ravanelli, dei quali si
servono come frecce:chi ne vien ferito,perisce istantaneamente.
Hanno scudi fatti di funghi e,finita la stagione dei ravanelli,le frecce
si fabbricano con punte di asparagi.Vi si notano pure alcuni indigeni
della costellazione del Cane che il commercio induce a vagabondare:
hanno facce di mastini,con occhi collocati vicino al bordo inferiore
del naso;non hanno palpebre,tanto che per dormire ,si coprono gli
occhi con l'estremità della lingua.Di statura misurano in media sui
sei metri.Quanto agli abitanti della luna,nessuno di loro misura
meno di undici metri di altezza;non sono definiti specie umana ma
specie cuciniera,perché non meno di noi ,preparano il cibo sul fuoco,
ma non perdono tempo a mangiare:si aprono il fianco sinistro e
introducono tutto il blocco nello stomaco,dopodiché lo rinchiudono
fino allo stesso giorno del mese successivo.
Nella luna gli animali,sia della specie cuciniera,sia di qualsiasi altra,
hanno un unico sesso.tutto nasce da alberi di varia misura e fogliame,
senonché quello che produce l'essere cuciniero,cioè l'uomo,è molto
più bello d ogni altro,coi suoi grossi rami dritti,le foglie color carne,
e i frutti simili a noci o a baccelli dal guscio molto duro,lunghi almeno
due metri;quando giungono a maturazione ,il che è riconoscibile dal
mutar del colore,vengono raccolti con gran cura e conservati il tempo
opportuno:allorché infine si stabilisce di dar vita al seme contenuto in
questi gusci,li si gettano in un gran pentolone di acqua bollente che in
poche ore li apre tutti:ed ecco uscire fuori la creatura viva.Prima che
vengano al mondo,la natura conforma la mente di questi esseri a fini
diversi:da un guscio uscirà un guerriero,da un altro un filosofo,da un
terzo un sacerdote,da un quarto un avvocato,e via via un contadino,un
buffone ecc.ecc.e subito ciascuno incomincia a perfezionarsi esercitandosi
in quell'arte che prima conosceva soltanto in teoria.una volta raggiunta
la vecchiaia,non muoiono,ma diventano aria e si dissolvono come fumo.
Quando devono esporsi a violente esercitazioni fisiche ,la testa,di solito
la lasciano a casa,dato che la possono consultare a distanza, il che avviene
con molta frequenza..Quando poi gli aristocratici e i notabili Seleniti hanno
voglia di vedere cosa succede tra la povera gente ,se ne stanno a casa,e cioè:
a casa ci rimane il corpo e mandano fuori soltanto la testa,che può assistere
in incognito e far ritorno a piacimento col resoconto dell'accaduto.Quegli
abitanti fanno del ventre lo stesso uso che noi facciamo di una borsa: vi
cacciano dentro tutto quel che gli capita,e lo chiudono e lo riaprono a loro
gradimento:altrettanto fanno con lo stomaco.Né sono infastiditi dalla
esistenza di intestini,fegato,cuore o altre interiora,né impacciati da abiti,
perché nessuna parte del loro corpo è sconveniente o indecente da mostrare.
Possono,a piacere,togliersi gli occhi e rimetterseli a posto,e quando li tengono
in mano ci vedono non meno bene di quando li hanno in testa.Che se poi,
per disgrazia ,se ne perde o se ne guasta uno,possono affittarne o comprarne
un altro,col quale vedono altrettanto bene.Per questo motivo in quasi tutte
le contrade della luna v'è un gran numero di mercanti d'occhi e soltanto sotto
quest'aspetto gli abitanti sono gente fatua:talvolta vanno di moda gli occhi
verdi,talaltra gialli.Lo so che queste cose possono apparire strane,ma se- dico
io- a qualcuno rimanesse l'ombra del dubbio,faccia un viaggio anche lui,e
allora saprà se sono o no un viaggiatore veritiero.
Proposta da Andrea Giuntini
al Festival del pensiero popolare
di San Miniato-Pisa-11 agosto. 2018
il cui curatore è Andrea Mancini.
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