lunedì 3 giugno 2019

27.Lunario.Rudolf Erich Raspe



EUROPA



GERMANIA

La luna in Rudolf Erich Raspe 

Qui la luna è un universo abitato dove il fantastico
è ottenuto  con lo scambio dei ruoli  tra gli elementi
della natura ,con  l’attribuzione di dimensioni gigantesche.
Esiste un unico  sesso e agli alberi appartiene la facoltà
riproduttiva,ma anche  qui esiste una gerarchia:l’albero
che riproduce i cucinieri,equivalente degli uomini,è il più
bello tra gli alberi.

27.Rudolf Erich Raspe 

Hannover,26.3.1736- Killarney,16.11.1794.E' stato
scrittore scienziato e bibliotecario  tedesco. Rivelò in
molti campi una vasta erudizione: pubblicò in latino
lavori di storia naturale (1763) e curò  un’ importante
 edizione delle opere di Leibnitz.
Fu professore di archeologia a Kassel. I suoi scritti di
geologia e mineralogia gli diedero notorietà tale che
Benjamin Franklin  gli fece visita nel suo secondo viaggio
in Europa.Appropriatosi di una somma che aveva in
consegna per far fronte ai debiti, dovette riparare in
Inghilterra, dove venne radiato dalla Royal Society;
 visse della sua attività di pubblicista e di traduttore,
 finché un'altra truffa non lo costrinse a riparare in
 Irlanda.La sua popolarità è gran parte dovuta alla
"Storia dei meravigliosi viaggi e delle campagne di
 Russia del barone di Münchhausen" ("Baron Münchhausen's
 narrative of his marvellous  travels and campaigns in Russia"),
scritta in inglese . Nell'opera, Raspe  rielabora alcuni aneddoti,
da lui pubblicati su una rivista berlinese, che narrano le buffe,
 iperboliche spacconate da lui attribuite ad un personaggio
realmente esistito,il barone Karl  Hyeronimus von
 Münchhausen,un avventuroso aristocratico del
 Braunschwein, che dopo  aver guerreggiato  con
i russi contro i turchi dal 1740 al 1741, si stabilì ad
Hannover nel suo podere di Bodenwerder divertendosi
a raccontare ai suoi amici  inverosimili avventure
di caccia.

Da "Le avventure  del barone di Munchausen"
      
Ebbi già a narrarvi di un  viaggio da me intrapreso fino alla luna:
più tardi ne feci un altro in maniera assai più piacevole e vi
soggiornai abbastanza a lungo da farvi parecchie osservazioni,
che mi sforzerò di riportare con tutta l'accuratezza che mi sarà
consentita dalla memoria.
Salpammo dunque per i mari del Sud;diciotto giorni dopo
aver doppiato l'isola di Otaheité,un uragano sollevò la nostra
nave almeno di cinquemila chilometri sopra la superficie dell'acqua
e ve la mantenne a quell'altezza finché ,levatosi un vento favorevole,
le nostre velature ne furon tutte rigonfie e potemmo proseguire a
velocità favolosa :navigammo sopra le nuvole per sei settimane.
Infine giungemmo in vista di un  gran territorio in mezzo al cielo,
simile a un'isola risplendente,lucida e rotonda:trovato un porto
adatto,sbarcammo e subito scoprimmo che l'isola era abitata.Sotto
di noi si scorgeva un altro pianeta popolato di città,di alberi,di
montagne,fiumi,mari ecc.che opinammo essere il mondo da noi
lasciato.Qui si vedevano invece individui di gigantesca statura,a
cavallo di enormi avvoltoi,ognuno con tre teste.Così,invece di
cavalcare equini come facciamo noi in questo mondo,gli abitanti
della luna(giacché nel frattempo avevamo scoperto di ave raggiunto
madama luna)se ne vanno volando in groppa a quei pennuti.
Tutto in quel mondo è di dimensioni straordinarie:una pulce comune
è assai più grossa di una delle nostre pecore.nel far la guerra
le armi di cui specialmente si valgono sono i ravanelli, dei quali si
servono come frecce:chi ne vien ferito,perisce istantaneamente.
Hanno scudi fatti di funghi e,finita la stagione dei ravanelli,le frecce
si fabbricano con punte di asparagi.Vi si notano pure alcuni indigeni
della costellazione del Cane che il commercio induce a vagabondare:
hanno facce di mastini,con occhi collocati vicino al bordo inferiore
del naso;non hanno palpebre,tanto che per dormire ,si coprono gli
occhi con l'estremità della lingua.Di statura misurano in media sui
sei metri.Quanto agli abitanti della luna,nessuno di loro misura
meno di undici metri di altezza;non sono definiti specie umana ma
specie cuciniera,perché non meno di noi ,preparano il cibo sul fuoco,
ma non perdono tempo a mangiare:si aprono il fianco sinistro e
introducono tutto il blocco nello stomaco,dopodiché lo rinchiudono
fino allo stesso giorno del mese successivo.
Nella luna gli animali,sia della specie cuciniera,sia di qualsiasi altra,
hanno un unico sesso.tutto nasce da alberi di varia misura e fogliame,
senonché quello che produce l'essere cuciniero,cioè l'uomo,è molto
più bello d ogni altro,coi suoi grossi rami dritti,le foglie color carne,
e i frutti simili a noci o a baccelli dal guscio molto duro,lunghi almeno
due metri;quando giungono a maturazione ,il che è riconoscibile dal
mutar del colore,vengono raccolti con gran cura e conservati il tempo
opportuno:allorché infine si stabilisce di dar vita al seme contenuto in
questi gusci,li si gettano in un gran pentolone di acqua bollente che in
poche ore li apre tutti:ed ecco uscire fuori la creatura viva.Prima che
vengano al mondo,la natura conforma la mente di questi esseri a fini
diversi:da un guscio uscirà un  guerriero,da un altro un filosofo,da un
terzo un sacerdote,da un quarto un avvocato,e via via un contadino,un
buffone ecc.ecc.e subito ciascuno incomincia a perfezionarsi esercitandosi
in quell'arte che prima conosceva soltanto in teoria.una volta raggiunta
la vecchiaia,non muoiono,ma diventano aria e si dissolvono come fumo.
Quando devono esporsi a violente esercitazioni fisiche ,la testa,di solito
la lasciano a casa,dato che la possono consultare a distanza, il che avviene
con molta frequenza..Quando poi gli aristocratici  e i notabili Seleniti hanno
voglia di vedere cosa succede tra la povera gente ,se ne stanno a casa,e cioè:
a casa ci rimane il corpo e mandano fuori soltanto la testa,che può assistere
in incognito e far ritorno a piacimento col resoconto dell'accaduto.Quegli
abitanti fanno del ventre lo stesso uso che noi facciamo di una borsa: vi
cacciano dentro tutto quel che gli capita,e lo chiudono e lo riaprono a loro
gradimento:altrettanto fanno con lo stomaco.Né sono infastiditi dalla
esistenza di intestini,fegato,cuore o altre interiora,né impacciati da abiti,
perché nessuna parte del loro corpo è sconveniente o indecente da mostrare.
Possono,a piacere,togliersi gli occhi e rimetterseli a posto,e quando li tengono
in mano ci vedono non meno bene di quando li hanno in testa.Che se poi,
per disgrazia ,se ne perde o se ne guasta uno,possono affittarne o comprarne
un altro,col quale vedono altrettanto bene.Per questo motivo in quasi tutte
le contrade della luna v'è un gran numero di mercanti d'occhi e soltanto sotto
quest'aspetto gli abitanti sono gente fatua:talvolta vanno di moda gli occhi
verdi,talaltra gialli.Lo so che queste cose possono apparire strane,ma se- dico
io- a qualcuno rimanesse l'ombra del dubbio,faccia un viaggio anche lui,e
allora saprà se sono o no un viaggiatore veritiero.

Proposta da Andrea Giuntini
al Festival del pensiero popolare
di San Miniato-Pisa-11 agosto. 2018
il cui curatore è Andrea Mancini.

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