venerdì 14 giugno 2019

38.Lunario. Kath Walker



AUSTRALIA

ESTREMITÀ MERIDIONALE DI MORETON BAY,
PAESE DELLA TRIBÙ DEI NONNUCCAL

La luna  di Kath Walker
 
       Naturalmente, la lettura di questi lavori  deve
essere dinamica perché non solo entra in gioco
la relazione fra una molteplicità di sensibilità soggettive
e l’oggetto dei testi, ma anche la diversità dei sistemi
culturali. Non possiamo applicare strutture, criteri e giudizi
esterni o avvicinarci a questi testi con la curiosità del
colonialista. Per limitare le storture della nostra lettura
dobbiamo  tener conto della funzione scrittura, perché
le due funzioni sono transculturali. Nei primi scritti aborigeni
moderni[1], ci si riferisce alla cultura aborigena come a
qualcosa di passato, cancellato e da salvare per la propria
emancipazione all’interno della società australiana. Oggi,
gli autori aborigeni, nel loro uso estremo del parlato e nella
proposta di un vocabolario urbano, nella predominanza di
sonorità tribali intrecciate a slogan pubblicitari e canzoni
di successo,  tendono ad essere sempre più oscuri, in una
sorta di colonizzazione al contrario, in cui il lettore bianco
è esterno alla comprensione del testo .Tuttavia la luce 
della luna che si rispecchia sulla laguna resta nel 
giovanotto aborigeno un’offerta suggestivamente magica
da offrire alla  sua innamorata,anche se lei sembra avere i
piedi molto  per terra chiedendogli invece qualcosa da
mangiare ….

38. Kath Walker[2]

 La poetessa Kath Walker nasce nel 1920 in quella terra
all’estremità meridionale di Moreton Bay, paese della tribù
 dei Nonnuccal, che gli Aborigeni chiamano Minjierriba e i
Bianchi Stradbroke . Cambiò il suo nome in O. Nonnuccal 
nel dicembre del 1987 per protestare contro le celebrazioni 
del Bicentenario del 1988. In quell’occasione disse:”Ho 
rinunciato al mio nome inglese perché il Parlamento in 
Inghilterra ci ha ignorato  per 200 anni. Non sapevano 
pronunciare e scrivere i nostri nomi aborigeni e così
 ce ne hanno dati altri inglesi».
 Muore nel 1993 a Moongalba, la scuola che ha fondato nella
Stradbroke Island.La scarsa considerazione di questa cultura 
si  basava sull’idea dell’Australia, scoperta e occupata nel 
1788, come terra nullius (terra di nessuno) e sul fatto 
che ancora nel  1950 gli aborigeni non erano cittadini
australiani. In quegli anni  (1953-1957), il Regno Unito
effettuò nel Sud del paese alcuni test atomici segreti che
causarono la contaminazione radioattiva del suolo,la
cosiddetta Black Mist (Nebbia Nera). Soltanto nel 1980
la notizia divenne di pubblico dominio. Con il referendum
del 1967, gli aborigeni ottennero il diritto al voto e la
 parità di salario. Con le lotte degli anni Sessanta, si
cominciò a prendere coscienza  del genocidio perpetrato
 sulle popolazioni aborigene e scoppiò  lo scandalo delle 
stolen generations (le generazioni rapite),cioè la sottrazione
dei figli ai genitori indigeni e il loro affidamento a famiglie 
bianche.Parlare della produzione aborigena attuale significa 
cominciare  dalla rivendicazione della propria identità come 
appartenenza, le generazioni metropolitane di origine 
indigena esprimono il desiderio di riappropriazione della
cultura tradizionale con  un gesto di scelta. Prendere la
parola,per loro,vuol dire parlare secondo questa prospettiva[3]
e, pur essendo una piccola minoranza,infatti, gli Aborigeni
oggi scrivono molto e molto viene pubblicato nei periodici a
grande tiratura o nelle loro pubblicazioni. La poesia,spesso 
politicamente orientata,è la forma letteraria più popolare tra
loro. È,forse, il tentativo di esprimere con parole scritte ciò 
che è essenzialmente orale e con caratteristiche fonetiche
 particolari?
        In generale, comunque, le caratteristiche dominanti
sono la riscrittura della Storia da un’ottica aborigena,
oppure  il riuso di topoi della letteratura occidentale come
ritagli estrapolati dal loro contesto, modificati o combinati
con altri, oppure l’uso di tecniche decostruzioniste per
smontare  la rappresentazione tradizionale degli indigeni
 come rozzi, ingenui,primitivi. 
 Fu Oodgeroo (della tribù dei) Noonnuccal[4] ad introdurre
la prospettiva aborigena nella poesia australiana  e ne
mostrò  per la prima volta la potenzialità[5]. Alcuni poeti
bianchi, come  lo stesso Dawe, si rivelarono curiosi e
sensibili al tema, ma  furono gli scrittori aborigeni in lingua
inglese a produrre quella poesia amara, contraddittoria,
in cui lo sfruttamento, l’impegno politico, il tema dell’
ambiente e il senso di perdita continuano ad essere i nodi 
principali,oltre alle caratteristiche comuni ad altre letterature
post-coloniali,quali l’ibridismo (riscrittura),l’interculturalità 
l’intertestualità.
      Quella che ne risulta non è poesia della tradizione 
aborigena né di tradizione europea, ma una simbiosi.
      Quando per alcuni la poesia diventò uno strumento
politico  di riaffermazione della propria identità e  una 
forma di consolazione dalle tristezze della vita, alcuni 
critici ne  negarono il valore letterario.
 La stessa Oodgeroo fu accusata di scrivere versi non 
scorrevoli,con rime talvolta forzate. D’altronde,tutti gli
scrittori di madrelingua diversa dall’Inglese, scrivono con
una profonda ansia linguistica, sottolineata dal fatto che la
loro lingua adottiva è strettamente  collegata alla tradizione 
letteraria dei colonizzatori.
L’ispirazione, le tematiche e la visione del mondo sono
 aborigene,ma non  la loro  tecnica poetica.

Doni   [2]                                                                                         

‘Ti porterò l’amore’, disse il giovane amante,                                    
‘una luce allegra che balli nel tuo occhio scuro.                                
Porterò orecchini di osso                                        

bianco,                                                           
e allegre piume di pappagallo per ornare i tuoi capelli ‘                 

Ma lei scosse semplicemente la testa.                                                
‘Ti metterò un bimbo fra le braccia’, lui disse,                                
‘ sarà un grande capo, un grande sciamano.                                   
Farò sì che tutti ricordino le canzoni che parlano di te                 
che tutte le tribù in tutti i campi nomadi                                     
li cantino per sempre.’                                                                     

Ma lei non fu colpita                                                                        

‘Ti porterò la luce della luna ferma sulla laguna,                  
e ruberò per te il canto di tutti gli uccelli,                              
ti porterò le stelle del cielo,                                                      
e ti metterò in mano l’arcobaleno lucente.’         

‘No’, disse lei, ‘portami delle larve da mangiare.’   

Da326 poesie dal mondo per una storia damore .
Onyx ed.e.book.
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli


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[1] “We are going” , raccolta di poesie di Kath Parker, del 1964.
[2]  Kath Walker, “Doni,” a cura di Susan Hampton e Kate Llewellyn,
in The Penguin Book of Australian Women Poets, Ringwood, Penguin, 1986;
 trad. Isabella Nicchiarelli.
[3] Dagli anni Settanta del secolo scorso il riconoscimento delle origini aborigene diviene parte
integrante della politica culturale dello Stato e con il governo laburista Keating si avviò, nel 1993,
il programma di Riconciliazione.

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