AUSTRALIA
ESTREMITÀ
MERIDIONALE DI MORETON BAY,
PAESE
DELLA TRIBÙ DEI NONNUCCAL
La luna
di Kath Walker
Naturalmente, la lettura di questi
lavori deve
essere
dinamica perché non solo entra in gioco
la
relazione fra una molteplicità di sensibilità soggettive
e
l’oggetto dei testi, ma anche la diversità dei sistemi
culturali.
Non possiamo applicare strutture, criteri e giudizi
esterni
o avvicinarci a questi testi con la curiosità del
colonialista.
Per limitare le storture della nostra lettura
dobbiamo tener conto della funzione scrittura, perché
le
due funzioni sono transculturali. Nei primi scritti aborigeni
moderni[1],
ci si riferisce alla cultura aborigena come a
qualcosa
di passato, cancellato e da salvare per la propria
emancipazione
all’interno della società australiana. Oggi,
gli
autori aborigeni, nel loro uso estremo del parlato e nella
proposta
di un vocabolario urbano, nella predominanza di
sonorità
tribali intrecciate a slogan pubblicitari e canzoni
di
successo, tendono ad essere sempre più
oscuri, in una
sorta
di colonizzazione al contrario, in cui il lettore bianco
è esterno alla comprensione del testo .Tuttavia la luce
della luna che si rispecchia sulla laguna resta nel
giovanotto aborigeno un’offerta suggestivamente magica
da offrire alla sua innamorata,anche se lei sembra avere i
piedi molto per terra chiedendogli invece qualcosa da
mangiare ….
è esterno alla comprensione del testo .Tuttavia la luce
della luna che si rispecchia sulla laguna resta nel
giovanotto aborigeno un’offerta suggestivamente magica
da offrire alla sua innamorata,anche se lei sembra avere i
piedi molto per terra chiedendogli invece qualcosa da
mangiare ….
38. Kath Walker[2]
La poetessa Kath Walker nasce
nel 1920 in quella terra
all’estremità meridionale di Moreton Bay, paese della tribù
dei Nonnuccal, che gli Aborigeni
chiamano Minjierriba e i
Bianchi Stradbroke . Cambiò
il suo nome in O. Nonnuccal
nel dicembre del 1987 per protestare contro le celebrazioni
del Bicentenario del 1988. In quell’occasione disse:”Ho
rinunciato al mio nome inglese perché il Parlamento in
Inghilterra ci ha ignorato per 200 anni. Non sapevano
pronunciare e scrivere i nostri nomi aborigeni e così
ce ne hanno dati altri inglesi».
nel dicembre del 1987 per protestare contro le celebrazioni
del Bicentenario del 1988. In quell’occasione disse:”Ho
rinunciato al mio nome inglese perché il Parlamento in
Inghilterra ci ha ignorato per 200 anni. Non sapevano
pronunciare e scrivere i nostri nomi aborigeni e così
ce ne hanno dati altri inglesi».
Muore nel 1993 a Moongalba, la
scuola che ha fondato nella
Stradbroke Island.La scarsa considerazione di questa cultura
si basava sull’idea dell’Australia, scoperta e occupata nel
1788, come terra nullius (terra di nessuno) e sul fatto
che ancora nel 1950 gli aborigeni non erano cittadini
australiani. In quegli anni (1953-1957), il Regno Unito
effettuò nel Sud del paese alcuni test atomici segreti che
causarono la contaminazione radioattiva del suolo,la
cosiddetta Black Mist (Nebbia Nera). Soltanto nel 1980
si basava sull’idea dell’Australia, scoperta e occupata nel
1788, come terra nullius (terra di nessuno) e sul fatto
che ancora nel 1950 gli aborigeni non erano cittadini
australiani. In quegli anni (1953-1957), il Regno Unito
effettuò nel Sud del paese alcuni test atomici segreti che
causarono la contaminazione radioattiva del suolo,la
cosiddetta Black Mist (Nebbia Nera). Soltanto nel 1980
la notizia divenne di pubblico dominio. Con il referendum
del 1967, gli aborigeni ottennero il diritto al voto e la
parità di salario. Con le lotte degli anni Sessanta, si
cominciò a prendere coscienza del genocidio perpetrato
sulle popolazioni aborigene e scoppiò lo scandalo delle
stolen generations (le generazioni rapite),cioè la sottrazione
dei figli ai genitori indigeni e il loro affidamento a famiglie
bianche.Parlare della produzione aborigena attuale significa
cominciare dalla rivendicazione della propria identità come
appartenenza, le generazioni metropolitane di origine
indigena esprimono il desiderio di riappropriazione della
cultura tradizionale con un gesto di scelta. Prendere la
parola,per loro,vuol dire parlare secondo questa prospettiva[3]
e, pur essendo una piccola minoranza,infatti, gli Aborigeni
oggi scrivono molto e molto viene pubblicato nei periodici a
grande tiratura o nelle loro pubblicazioni. La poesia,spesso
politicamente orientata,è la forma letteraria più popolare tra
loro. È,forse, il tentativo di esprimere con parole scritte ciò
che è essenzialmente orale e con caratteristiche fonetiche
del 1967, gli aborigeni ottennero il diritto al voto e la
parità di salario. Con le lotte degli anni Sessanta, si
cominciò a prendere coscienza del genocidio perpetrato
sulle popolazioni aborigene e scoppiò lo scandalo delle
stolen generations (le generazioni rapite),cioè la sottrazione
dei figli ai genitori indigeni e il loro affidamento a famiglie
bianche.Parlare della produzione aborigena attuale significa
cominciare dalla rivendicazione della propria identità come
appartenenza, le generazioni metropolitane di origine
indigena esprimono il desiderio di riappropriazione della
cultura tradizionale con un gesto di scelta. Prendere la
parola,per loro,vuol dire parlare secondo questa prospettiva[3]
e, pur essendo una piccola minoranza,infatti, gli Aborigeni
oggi scrivono molto e molto viene pubblicato nei periodici a
grande tiratura o nelle loro pubblicazioni. La poesia,spesso
politicamente orientata,è la forma letteraria più popolare tra
loro. È,forse, il tentativo di esprimere con parole scritte ciò
che è essenzialmente orale e con caratteristiche fonetiche
particolari?
In generale, comunque, le
caratteristiche dominanti
sono
la riscrittura della Storia da un’ottica aborigena,
oppure
il riuso di topoi della letteratura occidentale come
ritagli
estrapolati dal loro contesto, modificati o combinati
con
altri, oppure l’uso di tecniche decostruzioniste per
smontare la rappresentazione tradizionale degli
indigeni
come rozzi, ingenui,primitivi.
Fu Oodgeroo (della tribù dei) Noonnuccal[4]
ad introdurre
la
prospettiva aborigena nella poesia australiana
e ne
mostrò
per la prima volta la potenzialità[5].
Alcuni poeti
bianchi,
come lo stesso Dawe, si rivelarono
curiosi e
sensibili
al tema, ma furono gli scrittori
aborigeni in lingua
inglese
a produrre quella poesia amara, contraddittoria,
in
cui lo sfruttamento, l’impegno politico, il tema dell’
ambiente e il senso di perdita continuano ad essere i nodi
principali,oltre alle caratteristiche comuni ad altre letterature
post-coloniali,quali l’ibridismo (riscrittura),l’interculturalità
e l’intertestualità.
ambiente e il senso di perdita continuano ad essere i nodi
principali,oltre alle caratteristiche comuni ad altre letterature
post-coloniali,quali l’ibridismo (riscrittura),l’interculturalità
e l’intertestualità.
Quella che ne risulta non è poesia della
tradizione
aborigena né di tradizione europea, ma una simbiosi.
aborigena né di tradizione europea, ma una simbiosi.
Quando per alcuni la poesia diventò
uno strumento
politico
di riaffermazione della propria identità
e una
forma di consolazione dalle tristezze della vita, alcuni
critici ne negarono il valore letterario.
forma di consolazione dalle tristezze della vita, alcuni
critici ne negarono il valore letterario.
La stessa Oodgeroo fu accusata di scrivere
versi non
scorrevoli,con rime talvolta forzate. D’altronde,tutti gli
scrittori di madrelingua diversa dall’Inglese, scrivono con
una profonda ansia linguistica, sottolineata dal fatto che la
loro lingua adottiva è strettamente collegata alla tradizione
letteraria dei colonizzatori.
scorrevoli,con rime talvolta forzate. D’altronde,tutti gli
scrittori di madrelingua diversa dall’Inglese, scrivono con
una profonda ansia linguistica, sottolineata dal fatto che la
loro lingua adottiva è strettamente collegata alla tradizione
letteraria dei colonizzatori.
L’ispirazione,
le tematiche e la visione del mondo sono
aborigene,ma non la loro tecnica poetica.
aborigene,ma non la loro tecnica poetica.
Doni [2]
‘Ti porterò l’amore’,
disse il giovane amante,
‘una luce allegra che balli nel tuo occhio scuro.
Porterò orecchini di osso
bianco,
e allegre piume di pappagallo per ornare i tuoi capelli ‘
Ma lei scosse semplicemente la testa.
‘Ti metterò un bimbo fra le braccia’, lui disse,
‘ sarà un grande capo, un grande sciamano.
Farò sì che tutti ricordino le canzoni che parlano di te
che tutte le tribù in tutti i campi nomadi
li cantino per sempre.’
Ma lei non fu colpita
‘Ti porterò la luce della luna ferma sulla laguna,
e ruberò per te il canto di tutti gli uccelli,
ti porterò le stelle del cielo,
e ti metterò in mano l’arcobaleno lucente.’
‘No’, disse lei, ‘portami delle larve da mangiare.’
‘una luce allegra che balli nel tuo occhio scuro.
Porterò orecchini di osso
bianco,
e allegre piume di pappagallo per ornare i tuoi capelli ‘
Ma lei scosse semplicemente la testa.
‘Ti metterò un bimbo fra le braccia’, lui disse,
‘ sarà un grande capo, un grande sciamano.
Farò sì che tutti ricordino le canzoni che parlano di te
che tutte le tribù in tutti i campi nomadi
li cantino per sempre.’
Ma lei non fu colpita
‘Ti porterò la luce della luna ferma sulla laguna,
e ruberò per te il canto di tutti gli uccelli,
ti porterò le stelle del cielo,
e ti metterò in mano l’arcobaleno lucente.’
‘No’, disse lei, ‘portami delle larve da mangiare.’
Da”326 poesie dal mondo per
una storia d’amore” .
Onyx ed.e.book.
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella
Nicchiarelli
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[1] “We are going” , raccolta di poesie di Kath Parker, del 1964.
[2] Kath Walker, “Doni,” a cura di Susan Hampton e Kate Llewellyn,
in The Penguin Book of Australian Women Poets, Ringwood, Penguin, 1986;
trad. Isabella Nicchiarelli.
[3] Dagli anni Settanta del secolo scorso il riconoscimento delle origini aborigene diviene parte
integrante della politica culturale dello Stato e con il governo laburista Keating si avviò, nel 1993,
il programma di Riconciliazione.
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