giovedì 20 giugno 2019

44.Lunario.Gioconda Belli.

AMERICA

NICARAGUA

La luna in Gioconda Belli
      Il suo notturno marino arricchito dalla suggestiva immagine
 delle lune sommerse è perfettamente funzionale alla
 rappresentazione del suo erotismo acquatico. Perché la sua
 è soprattutto una poesia al femminile, una poesia che gronda
 erotismo, umori, sangue mestruale e aperta passione, che
diventa attraverso parole dirette e irriverenti, gesto di ribellione
 tra tanta poesia seria, in una società tradizionale.
      Nel suo ricco immaginario, pieno di echi di realismo magico, il 
mare diventa, in un’altra poesia, la geografia del corpo desiderato:

44.GIOCONDA BELLI
Gioconda Belli, poetessa, romanziera e giornalista appartenente
a una famiglia dell'alta  borghesia nicaraguense di origini italiane.
Il padre, Humberto  Belli, è un imprenditore, la madre, Gloria Pereira,
 è la fondatrice del Teatro Sperimentale di Managua.
Nasce a Managua, nel 1948 da una famiglia originaria dell’Italia
del Nord. Ha vinto il Premio Internazionale di poesia, Casa de Las
Americas. Ex -attivista del Fronte Sandinista,tra il 1976 e il 1978 è
esiliata  in Costa Rica dal dittatore Somoza, con incarichi governativi
in  seguito alla  vittoria del Fronte, da cui si separa nel 1994 per
divergenze. Dal 1990 vive a Santa Monica,California dove continua
la sua  attività di scrittrice.
        Anche nelle opere di Gioconda Belli , attivamente
impegnata  nella storia politica del suo paese, troviamo un
importante  strumento per conoscere il Nicaragua degli anni
Settanta. L’ amore  per la sua terra e il suo popolo, martoriato
da anni di dittatura e dall’arroganza statunitense, viene raccontato
in romanzi e poesie in cui si mescolano sessualità e ribellione.


Eros è l’acqua[1]

Tra le tue gambe
il mare mi mostra strane scogliere coralline
rocce superbe coralli magnifici
contro la mia grotta di conchiglia madreperlata
tu mollusco di sale segui la corrente
l'acqua scarsa scopre le pinne
mare nella notte con lune sommerse
il tuo ondeggiare brusco di polipo focoso
accelera le mie branchie il mio pulsare di spugna
i cavalli minuscoli fluttuanti tra gemiti
aggrovigliati in lunghi pistilli di medusa
Amore tra delfini
a balzi ti tuffi sul mio fianco leggero
ti accolgo in silenzio ti guardo tra bollicine
le tue risa cerco con la bocca spuma
leggerezza dall'acqua ossigeno dalla tua
vegetazione di clorofilla
Dagli occhi argentati
fluisce il lungo sguardo finale
ed emergiamo da corpo acquatico
siamo di nuovo carne
una donna e un uomo.

Tra le rocce.

[1]Gioconda Belli,” Eros è l’acqua”, da L’occhio della donna,



In326 poesie dal mondo per una storia d’amore
Onyx ed.e.book
 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli












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