ASIA
CONFEDERAZIONE INDIANA
Confederazione Indiana in cui la lingua
hindi è con l’inglese una delle due lingue ufficiali
L’hindi è parlato soprattutto negli
stati centro-settentrionali della confederazione.
KARNAKATA
La nuvola in Narasimhaswami
Utilizza la nuvola per dire la materia
spumeggiante e tenera con cui la
madre costruisce la culla che esprima così tutta la tenerezza del suo
amore.
madre costruisce la culla che esprima così tutta la tenerezza del suo
amore.
Poeta di lingua canarese. Vive a Bangalore nello
stato di Karnataka.
dove esercita
la professione di giornalista.
Il trono del padre
Non fatemi
sedere sul vostro trono.
Non mettete la
corona della luna sulla mia testa.
La vostra corona
di stelle sarà un peso per il mio collo.
Non avrò niente
del vostro regno.
Non prendetemi
in giro chiamandomi :” Figlio , figlio
mio!”
Non minate la
mia forza.
Non investitemi
del vostro impero,
ora che siete
stanco di lui.
No, non fatemi
sedere sul vostro trono.
Lasciate che la
fiamma della vostra Potenza divampi su di me.
Non voglio che
il vostro affetto faccia di me un codardo.
Duro sia il
vostro amore come diamante.
Dopo tanti anni,
perché quest’affetto?
Non capisco
proprio la vostra condotta!
Figlio
indesiderato quel giorno , sono oggi la vostra felicità
La vostra
morale è: ” Egoismo?”
Mia madre
disse: ” Un giorno sembrasti toccare
le sue morbide braccia.”
e nacqui nel
cuore come una meraviglia diffusa ,
baciando la
bandiera della terra.
Nel deserto
essa costruì una culla di nubi per me:
neve, fuoco e
vento l’hanno fatta oscillare.
Mi ha allevato
col nettare del suo petto.
Quale felicità
ha provato mia madre con la nascita d’un figlio come me!
Pioggia, fiumi e
mare cantarono e chiamarono me;
cibo e vita mi
portò l’amore della terra.
Mia madre mi
legò a sé e, attraverso colline e vallate ,
pazza di gioia,
ballò al ritmo del rullìo del tamburo delle nubi.
Essa proiettò
sulle mie guance la luce del sole di tanti paesi
e mi trasportò sulle
spalle per gli spazi del cielo;
e mi allevò
quella figlia del fuoco,
nelle colline e
nelle foreste abitate dai leoni feroci.
Mi vedeste quel
giorno: sorridevo
e venivo verso
di voi, tendendovi le mie piccole mani.
Ma che imperiale
indifferenza fu la vostra allora!
Ve ne andaste
senza toccarmi.
La madre
disse : ” Piccino mio, chiamalo!
Va’ davanti a
lui, caro!”
Ma voi andaste
via senza ascoltarla.
E gridò
disperata :” Che sposo è mai questo?”
“La madre è
Dio” hanno cantata le stelle .
“E’ Maya”,
potevano dire coloro che non sapevano nulla.
Voi avevate già
gustato la fragranza del suo amore.
Io sono il
figlio di questa ricca madre. Ascoltate questo, ora:
“Senza avervi
conosciuto sono andato avanti, ho visto
soltanto l’amore
di mia madre , la sua bellezza,”
Suo figlio
crescendo troverà solo la potenza del padre.
Lei crede così.
Insegnatemi a
vivere senz’obblighi verso di voi.
Beneditemi, perché
la mia vita possa maturare nella sofferenza.
Ostacolatemi il
cammino, non cerco il vostro aiuto,
impedite che
resti più a lungo agevole se io lo percorro.
Siate il padre
che tormenta suo figlio: siate suo nemico.
Possa così
farsi flebile il mio respiro.
Siate lo
scoglio dove scorre il sangue del mio corpo
e veda su
questo il vostro nome.
La strada del
venire è polvere, polvere è la via dell’andare..
Al centro gli
occhi di mia madre che mi proteggono:
Questi occhi
sono il forte d’oro che mi tiene prigioniero.
E’ meglio che
lasciate la mia mano.
Io non aspetto il
giorno in cui questo regno
senza età, senza
morte, avrà fine.
Perché ora
venite a me nell’illusione
di reclamare vostro figlio, che ha l’età per
sopportare il giogo?
Da “POESIA
MODERNA INDIANA” Guanda ed.1966-
Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni
Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni
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