giovedì 18 aprile 2019

La nuvola in Anant Pattanayak




ASIA
CONFEDERAZIONE INDIANA
Confederazione Indiana in cui la lingua hindi è con l’inglese una delle due lingue ufficiali
L’hindi è parlato soprattutto negli stati centro-settentrionali della confederazione

ORISSA

Nuvola in  Anant Pattanayak
Ancora una volta una elaborata simmetria con le nuvole bianche autunnali rovinate anche dal tuono leggero per costruire la similitudine con le carte pur fissate da lei che tuttavia son volate via nel cielo pallido.

29.Anant Pattanayak
Poeta di lingua oriya,scrive senza impegni di alcun genere. per proprio diletto.
Son venuto,sono venuto
Son venuto,sono venuto:
abbattendo la fortezza del dolore,
sono venuto.
Dopo aver varcato l’arduo oceano di sangue,
sono venuto.
Strappando la gioia nuda ai vermi,
sono venuto.
La fronte ornata del segno rosso del futuro,
come onda fluttuante di fuoco,
sono venuto.

Io sono il sole che dà vita,
sono la luna,simbolo di affetto;
spaccata in due la montagna,son venuto.
Demolirò l’angoscia
degli occhi riarsi della donna privata del figlio.
Farò piovere una goccia da mille torrenti di lacrime,
strappando il loto al ventre della terra ferrigno,
sono venuto.

Succhiando al seno della terra,sono venuto;
o donna,continuano a ondeggiare nel tuo capezzolo
I flutti di Kshirsagar*.
O fanciullo,io,la tua ispirazione,sono venuto;
io,la luna,affettuoso giocattolo,
io ,il sole,il luminoso fiore di Mandar,
sono venuto,sono venuto.

Chi organizza le danze di Kabandh*?
Interrompetele!
Chi crea disuguaglianza e discordia?
Allontanatevi!
Sbarrando la strada ai fucili,io sono venuto.
O popolo disoccupato! Asciuga il grido del mattino!
O impiegati! Cancellate oggi il rimpianto della notte passata!
Figlio dell’affetto d’una sterile donna rivolta sempre agli ostacoli,
io sono venuto.

Volano nel cielo pallido
le carte che tu avevi fissate;
sta zitta
oggi la nuvola bianca d’autunno,
rovinando voi stessi,
come il tuono leggero le nuvole;
amateMi,amateMi!
Io sono venuto.

Io son la voce eterna delle colture,
sono il comando,
scrivendo con la fuliggine
sui fiocchi soffici di cotone.
Chi sta tossendo? Tossite,
che le percosse di quelle verghe
suonino sul vostro corpo vizzo.
Fra quei capelli precocemente bianchi
lasciate  sentire la carezza di seta!
Sono la pazienza dell’eterna primavera sul petto dell’epoca,
io sono il Puru*.

Io sono il sudore della tua fronte,a gocciar sulle tue labbra sono venuto
sono venuto.                                            .
Rompendo il fisso silenzio dei giorni scialbi sono venuto,
sono venuto .
Chi brandisce la spada atomica? Andate via!
Chi porta questo vento elettronico? Andate via ,lontani!
Son venuto,sono venuto!
Rimuovendo gli stupa delle preghiere dei supplici,penetrando negli stagni,
sono venuto,sono venuto.

Io sono l’orgoglio della giovinezza.
Chi sbarra la strada agli aratri? Pietre?
Chi devasta le colture feconde? Branchi di cavallette?
Chi spegne la voce dell’anima? Il tiranno?
Il mio sviluppo procede senza ostacoli,
si sparge dovunque.

Fantasmi di lacrime imbelli,
uscite dallo spirito della mia vita!
Son venuto,sono venuto,
il lucignolo  della vivida fiamma del battito del cuore!


Da “POESIA MODERNA INDIANA”Guanda ed.1966-
Testi e note a cura di Maria Gabriella Bruni

* Kshirsagar: l’oceano di latte nel quale vive Vishnù
* Kabandh: nome di un demone.
*Puru: personaggio mitologico del Mahabharata.


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