sabato 2 marzo 2013

Il secolo d'argento. (8)



          Di rimbalzo, quasi a farsi perdonare la parsimonia della sua bella, ma solitaria proposta, ritorna ora la seconda Donna di Carta, che si è esibita, per dire, adesso,”La voce a te dovuta,”testo poetico di Pedro Salinas.[1]









 Pedro Salinas


  
         Anche  lei  è cambiata. Ora la sua voce è più spoglia e sobria e  sgrana, decisa e quasi severa, i versi della sua verità, fino ad approdare alla conquista del distico conclusivo con una sorta di luce trionfante nello sguardo.

La voce a te dovuta[2]

Per vivere non voglio
isole, palazzi, torri.
Che altissima allegria:
vivere nei pronomi!

Getta i vestiti,
i connotati, i ritratti;
non ti voglio così,
travestita da altra,
figlia sempre di qualcosa.
ti voglio libera, pura,
irriducibile: tu
quando ti chiamerò, so bene,
fra tutte le genti
del mondo,
solo tu sarai tu.
E quando  mi chiederai
chi è che ti chiama,
che ti vuole sua,
sotterrerò i nomi,
le pergamene, la storia.
Comincerò a distruggere quanto
m’hanno gettato addosso
da prima ancora ch’io nascessi.
E ritornato ormai
all’eterno anonimato
del nudo, della pietra, del mondo,
ti dirò:
Yo te quiero,
soy yo”.

 

(continua)


[1] Ibidem.












[1]  Pedro Salinas y Serrano nasce a Madrid,Spagna, nel 1891 e muore a Boston,Massachusetts,USA,nel 1951.
[2] Pedro Salinas, ”La voce a te dovuta” ,scritta nel 1933,pubblicata da Einaudi,nella raccolta con il titolo”La voce a te dovuta”nel 1979,a cura di Emma Scoles.



(continua)

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