sabato 9 marzo 2013

Epos e lyrikos. (4)



    A questo punto Gordon si ricorda del giudizio di un poeta italiano, traduttore di  B. Brecht  -  F. Fortini  - che ha detto di lui – se la memoria non lo inganna : " Questa lirica partecipa e vive dell'universo della negazione, dell'ascesi  della logica spettrale, un po' come [...] in Klee,[1] perché è di un mezzo secolo di storia europea. Il suo obiettivo è dirigere  la  propria  poesia  verso  gli  altri, l'avvenire, senza  mai  coprire  però  la  cavità  buia dell'esistenza."
      Ed è per questa citazione,riaffiorata alla sua mente, che va a cercare un riscontro, una conferma  in 


Paul  Klee:


Ultima.[2]
In fondo al cuore,
unica preghiera, un'eco di passi.
come di gatta:
l'orecchio suo trangugia suoni
il piede si leva alla corsa
lo sguardo
riluce dovunque
dal suo volto scampo non v'è,
bella, un fiore,
ma irta d'armi e in fondo
non ha nulla a che fare con noi.

        ‘ Sì, in effetti , un sentimento dell’ineluttabile estraneità, dell'inutile unica preghiera, del vano lasciarsi abbagliare... Eh, sì, anche le belle immagini e il ritmo felpato dei suoi versi non hanno proprio niente di consolatorio.



[1] Paul Klee, pittore, poeta, intellettuale svizzero. Nasce nel 1879 a Münchenbuchsee e muore a Muralto, Berna nel 1940. La sua peculiarità e grandezza consistono nel rendere visibile l’invisibile, allargare la rappresentazione anzitutto verso l’interno dell’oggetto, per poi porre l’oggetto in un rapporto visibile con la terra e con l’universo. Egli raggiunse la poesia attraverso l’opera pittorica.
[2] Paul Klee.Dalla raccolta “Poesie”, a cura di G. Manacorda, Guanda editore,1978.




(continua)

Nessun commento:

Posta un commento