giovedì 31 marzo 2022

253..Poesia telugu.Bellamkonda Ramadas.Uscita.

 253..Poesia telugu.Bellamkonda Ramadas.

           

                                          Uscita.

 Bene,ora,dunque,lasciami andare,

lascio indietro i miei occhi,

frutti maturi,carichi di sogni,e caduti.

Ti terranno compagnia,ora,i miei occhi,

ferite che han sanguinato

per le indagini vane dell'anima mia.

Arrivederci allora e addio

alle ore passate con te .

addio,amica mia!

 

Io son venuto con  lampade accese,

son venuto con una borsa piena di sogni,

son venuto con la mano carica di correnti 

e sono entrato in questa strana casa,

questo mondo ampiamente cintato,

come un canto,un profumo,un dubbio,

un sospiro di chiaro di luna ,un soffio di vento

che se ne va per i campo cpme un muto profeta.


Ho visto molti volti,

molti volti han fissatoi loro sguardi su di me

e le vocii bisbigli,le grida,

quella domanda:

"Chi sei?Chi sei? Chi sei ?"

Chi sono?Chi sono?Chi sono?

 

Quelli m'han chiesto d'aprire la mia borsa dei sogmi,

quelli m'han chiesto d'accender le mie luci,

quelli m'han detto:"Vieni ,fa' correre le tue correnti!"

Ed io in un attimo ho operato il miracolo

davanti a te.

Ho illuminato il cielo coperto di stelle,

ho acceso il lungo sentiero di luce

e l'ho rivelato a te

solo per un istante.

I venti avvelenati han soffiato

e tutto era buio di nuovo.


Ho implorato,

hp sofferto,

ho maledetto,

ho chiesto;"uomo,questo non si può perdonare!"


Bene,ora,dunque lasciami andare,

son stato  in lungo e in largo abbastanza.

lasciami andar via dagli inferi del mio passato,

ed irrompere dalle ba rricate del presente,

indossando il velo nero del futuro!

Adesso lascia che ti dica addio!


Nin hosperanze da conservare,nè lacrime da lasciar cadere,

non ho speranze che mi sostengano,né dolori.

Qualcosa s'è gelato in me

e in me ritorna

la memoria di qualcosa di dimenticato.

Ed io sento un tenero invito nel buio,

chiudi le porte del mondo dietro di me.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Bellamkonda Ramadas   (1923)

Poeta telugu,nativo dei dintorni di Guntur(Andhra Pradesh).

La poesia qui proposta appartiene alla sua produzione dell'età matura.

mercoledì 30 marzo 2022

252.Poesia telugu.Abburi Ramakrishna Rau.Refrain.

 252.Poesia telugu.Abburi Ramakrishna Rau.

                                               Refrain.

 Son più i morti 

che i vivi ;

perché allora devi tu spasimare 

per questi pochissimi?

 

"Non la vita ,ma la morte

è la natura vera della Creazione."

Kalidasa ha detto in qualche verso:

"Lascia allora che ogni attimo di respiro 

sia un impareggiabile dono."

 

 Dietro la maturità viene il crollo:

così l'uomo deve invecchiare e poi cadere.

Ma Lui deve tornare ,tu dici!

Bene,ma lascia dire che è un dolce miraggio,

amabile e fatto di niente.

 

Quel che viene è un seme nuovo,un fresco raccolto.

Perché dunque  non amare il vivente

e cancellare la tua nostalgia

per colui che è partito?


 Il domani è meno prezioso dell'oggi.

Come si spiegherebbe altrimenti l'affetto

per quei pochi che si son dileguati?

 

 

  Abburi Ramakrishna Rau.(1896)

Poeta telugu,assai fecondo.Sincera è la sua ispirazione,anche se legata ad un misticismo tradizionale.

 

 

 

martedì 29 marzo 2022

251.Poesia telugu.Ajanta.La mia canzone

 251.Poesia telugu.Ajanta.

                                          La mia canzone

 I miei pensieri sono forche

e manette le mie parole;

le pietre scagliate contro di me sono il mio alfabeto,

per me il mondo o niente.

 

la mia canzone è la mia casa,

la mia canzone è il mio destino.

io distruggo la luce,

mi diletto ad adorare l'inquietudine.

 

Vesto l'abito del chiaro di luna che illumona invano la foresta. 

Quando l'orrore a mezzanotte si desta,

quando i demoni fanno un pasto di briciole e briciole di terra,

quando la morte ,cpme una finestra, si apre

sulla vacuità inutilmente seduta,

io compongo i miei canti sulle stelle che rabbrividiscono facendo cadere una pioggia di luce.]

Dove il cielo preferisce rimanere invisibile,

dove l'oscurità erge la testa come un patibolo,

dove il tempo sta come un cadavere

che siede taciturno sul silenzio

compongo i miei canti sui lumi zoppicanti nel vento .

Io non ho forma alcuna,

la morte è la mia casa,

la morte è il mio destino.

Come la frinte d'un vecchio raccolta nella palma delle sue mani,

come la bellezza  della ragazza col cobra ,riflessa in uno specchio,

come le macchie sulla faccia della luna,

come il valore ricorrente d'un decimale,

io vado sempre,

non ho casa,

né destino;

la mia formaè la mia canzone,

il mio mondo la mia rapsodia.

 

 

Ajanta  (1929)

Poeta telugu.Non si conoscono volumi che raccolgano le sue poesie,ma è considerato come una promessa.

lunedì 28 marzo 2022

250.Poesia telugu.Elciuri Subrahmaniyam.Ed ella un fiore appassito.

 250.Poesia telugu.Elciuri Subrahmaniyam.

                                               Ed ella un fiore appassito.

Ed ella un fiore appassito.

carezzato da dita d'uomini

che han calpestato i suoi petali

coi piedi del loro desiderio.

 

Cedendo il miele

del suo cuore sfiorito

alla musica di liete e grigie

stagioni,a notti battute dalla pioggia,

 

ella   un fiore tra le spine

osserva con occhi di petalo 

la notte che carezza

la sua testa spettinata,

 

e sulle corde stonate suona

una melodia che echeggia

nel cuore della notte.

 

Il cuore semiaperto e gli occhi socchiusi,

ella predica allo spazio

il vangelo della notte

e i sermoni di fame

innalzano nella notte

la scala del buio crescente,

poiché giace nella sua notte

la sua vita oscura 

e sui suoi  gradini la notte

accarezza il suo capo arruffato. 

 

 

Elciuri Subrahmaniyam  (1920)

Poeta telugu nativo del circondario di Guntur(Andhra Pradesh)

La sua poesia si distingue per la particolare delicatezza delle 

immagini tradizionali.


domenica 27 marzo 2022

249.Poesia telugu.Kishna Shastri.Un canto.

 249.Poesia telugu.Krishna Shastri.

                                         Un canto.

Di canti e vino e d'angeli 

- la mia casa.

Di lunghi affanni d'amore e di solitudine

- la mia vita.


Toccando le corde della musica triste del violino

ho sorvolato e visto

gli spazi del sonno coperti di luna,

della rovinosa passione  dell'amata strappata via

e dalle sue dita tremanti

sono scivolato e precipitato

nel vuoto dei mondi.


Fu allora che mi misi a correre qua e là dappertutto.

-un'anima in un accesso di follia tra la ragione -

lungo i timidi sentieri degli angeli vergini.

Da allora ho vagato

e alle gole canore di cuori divini

da allora ho ceduto,


attento e vigile all'invocazione delle nuvole

e alla lusinga delle stelle.

E pazzoio sono in eterna ricerca,

cavalco le ruotanti ali del tempo.

Sono il segreto dietro il sospiro,

sono il silenzio dentro le lacrime,

sono la profondità del desiderio



 D. Krishna Shastri.(1887)

Poeta e prosatore telugu,nato a Pithapuram (Andhra Pradesh.).


sabato 26 marzo 2022

248.Poesia telugu.Byraghi.Una poesia.

 248.Poesia telugu.

                                      Una poesia.


Nel cuore della notte chi è sveglio ed attento?

La mia veglia è una barca rotta nel mar della notte

che sale i gradini dell'alba.

I miei vili pensieri sono topi che giran nascosti

nella vuota soffitta della mia mente.

Ma, fratello, chi la comprende?

Chi? Solo il guardingo?


La mezzanotte non ha compagni,

la veglia non ha compagni;

domani è un altro giorno

e questo è tutto.

C'è molta gente nel mondo,

ma tutti sono immersi nel sonno.


Nell'asse della notte

chi è veglio ed attento

con fede incerta nelle candele,

o,prigionato nello schema delle ombre,

con  l'animo triste di notte,

chi può sapere? Chi può dire?


ma perché questo sprazzo di luce

nella tomba della mia stanza? 

L'uccello imprigionato nel nido dei miei pensieri,

andando su e giù nel lastricato sentiero

è paglia senz'ali

e non c'è vento


Byraghi   (1924)

Poeta telugu assai fecondo.

venerdì 25 marzo 2022

247.Poesia telugu.Balagangadhar Tilak.Una notte di pioggia.

 247.Poesia telugu.Balagangadhar Tilak.

                                        Una notte di pioggia.

Attraversa la distanza

una melodia,

un movimento.


In me,

la linea ed il limite

della distanza,

una melodia,

un movimento


Come la linea di distanza

degli occhi della regina di Shaw,

fuggendo i boschi,

circondando la mia anima

e tracciando la mia via,

una melidia,

un movimento.


luminose correnti di lampi

son cadute attraverso la pietra della luna

e le valli del cielo,

infrangendosi nella spuma di luce.

In me

una melodia,

un movimento.


Come la macchia nera

del mio spasimo d'origine

svanisce,

e la chiazza rossa

della sera della mia morte

scolora,

come il vuoto abisso

del mio destino dell'anima,

si apre,

il ramo di stelle

si immergerà nei silenzi

e le ninfe del mare suoneranno

una melodia,

un movimento

attraverso le distanze 

di morte e bellezza.


Balagangadhar Tilak.(1922)

Poeta telugu,nato a Dewarkonda((Andhra Pradesh).



giovedì 24 marzo 2022

246.Poesia telugu. Shrirangam Shrinivas Rao.Una poesia.

 246.Poesia telugu. Shrirangam Shrinivas Rao.

               

                                      Una poesia.








Shrirangam Shrinivas Rao.( 1910)

Poeta telugu, nato a Visakhapatnam(Andhra Pradesh),apprezzato anche come traduttore. Collabora con  varie riviste, contribuendo così a far conoscere la poesia telugu,oltre i confini del proprio paese.


mercoledì 23 marzo 2022

245,Poesia Tamil. A. K. Parandamanar..L'amore.

 245,Poesia Tamil. A. K. Parandamanar.

                                               L'amore.

Cos'è l'amore.


I ragazzi che parlan d'amore

certo non sanno cos'è.

Se l'unione di due cuori

con mente indivisa, con animo impenetrabile.

con fiducia e fermezza,

senza inganno resiste;

questo è vero amore.


Se due animi son come uno solo

si tormentano i cuori:

due esseri insistono

a completarsi l'un l'altro

La fame di felicità comune a due spiriti

nata in tenera età,

è proprio cosa che diventa col tempo

il petalo dell'amore,

il nobile amore.


Il suo valore


Sì, proprio nell'amore

tutto questo mondo si immerge.

E' un istinto naturale di tutti,

L' amore è fame.

Se da questa 

non fosse stato spinto l'Uomo,

dove sarebbe allora il mondo?

Non diverrebbe un cimitero bruciato?

Vengono le stagioni, si schiudono i fiori,

A suo tempo nasce anche l'amore.

Davanti ad esso nel mondo,

chi non si inchina?

Anche i più resistenti

cadono nella sua trappola.

O uomo, questo non è veleno,

ma nettare ,il nettare della vita!



A. K. Parandamanar.(1902)

Poeta tamil. Ha vissuto a Madras, dove ha insegnato in una scuola superiore.

martedì 22 marzo 2022

244. Poesia tamil.Bharati Dasan.Dolce brezza.

 244.

 Poesia tamil.Bharati Dasan.

                                       Dolce brezza.

Solleticando il delicato gelsomino

e l'acqua del ruscello che scorre ai piedi della pianta del riso

e tutto il mio essere

viene a sera quella Bella ,portatrice di felicità

il suo nome è Malayanil*.


"In cucina il gatto ha rovesciato la pentola! dice mia moglie entrando in casa]

E' sera.


Rimango solo in giardino.

Sdraiato sulla panchina

ripenso a mia moglie che fino ad ora, seduta qui vicino

scherzava e mi diceva dolci parole d'amore

e improvvisamente  se ne è andata.

Deve tornare subito da me!


In quel momento

ero infuriato con quel gatto che era entrato in cucina.

Anche se un esercito intero

di gatti tutti robusti fosse venuto

a devastar la mia casa in un altro momento

non mi sarebbe importato un bel niente.


Intanto ho sentito che lei,

venendo da dietro con passi furtivo,

mi si è sdraiata vicino.

Provpun brivido per tutto il mio corpo,

i suoi capelli raccolti si sono sciolti e sparsi sull'erba.

Con le sue morbide mani mi sta accarezzando.


Io godo la gioia in silenzio.

Ma qualcuno davanti a me dice

"Mi dispiace separarmi da te."

"Oh!"

Questa è mia moglie ,l'altra la brezza leggera.


Malayanil*.

Leggero venti profumato proveniente dai monti Malaya ,coperti di boschi di sandalo nel sud del subcontinente.


Bharati Dasan (1911)

Poeta lirico tamil. Il suo vero nome è S.U.Lakshmi Narayan Sharma. Insegnante in una scuola superiore di Salem (Madras)


lunedì 21 marzo 2022

243,Poesia tamil .Ashiuppittan .Ruba il cuore.


243,Poesia tamil .Ashiuppittan .

                                      Ruba il cuore.

Nelle stelle che scintillano

sono riflessi gli occhi lucenti di una Bella.

La luna  vagabonda sparge per il cielo

solo la sua bellezza - il chiaro di luna -

Anche il cucù che fa cadere una pioggia di canti di miele,

è la vocedi quella Bella che canta.

Piroetta sul piano dei miei pensieri

e non viene mai da me.


Tende l'arco nelcielo

per attrarci nel suo gioco di colori.

Le stille di rugiada che brillano sull'erba

sono le sue lacrime di gioia.

le sculture che noi  vediamo sulle rocce

sono le sue sembianze.

nella voce,, nelle parole, negli scritti ,sulle foglie degli alberi

e il suo sorriso che affiora.

All'orizzonte prima del sorger del sole.

mostra la sua  bellezza e sorride.

a sera si fa tutta d'oro nel cielo

e si nasconde nel gioco di maya.*

Come il Malayanil* che spira,

anche lei porta eterna felicità.

E' lei la bella giovinetta che scintillando in cielo,

ruba il cuore,



Maya*Induismol’illusione dei sensi 

“La sostanza materiale nella sua totalità detta Brahman, è la fonte della nascita, ed è questo Brahman che Io fecondo rendendo così possibile la vita di tutti gli esseri viventi, o figlio di Bharata” Bhagavad-gita 14-III

Malayanil*:il legero vento profumato che proviene che proviene dai monti  Malaya coperti di boschi di sandalo,nel sud del subcontinebt.

Ashiuppittan(1922)

Autore tamil. Ha vissuto a Madras, dove ha esercitato la professione di ragioniere

domenica 20 marzo 2022

242.Poesia Tamil.V.Duresami.La foglia secca.

 242.Poesia Tamil.V.Duresami

                                       La foglia secca..


O foglia secca ,caduta!

        Sì, proprio a te chiedo:

"Non sussultare, non volar via,

          non nasconderti !"


Anche chi fino a ieri ti ha sostenuta

         -quell'albero alto -

perché oggi in questo vento

          ti ha abbandonata?


Le tue foglie una volta

           erano verdi, belle, piene di vita.

Perché oggi sei così brullo,

           come un sadù* che spontaneamente fa penitenza?

           

Quando il tuo corpo aveva lo splendore dell'oro,

           brillavi di gioia.

L'inganno di madre albero

          non avevi ancora scoperto?


Sei uscita ad ammonire per caso

           chi con orgoglio porta in giro una mente e un corpo fiorenti?

Come la fronte dei vegliardi

            anche tu sei raggrinzita


 Quanto sei misera tu, oggi!

            O foglia secca!

Il tuo padrone, il vento, ti abbraccia correndo

              Quanto sei imbelle?


Strani sono i modi del mondo  

                che fa vedere secche le foglie!

Il tuo pianto disperato

                 chi può mai riconoscerlo?


Sadù*:eremita.

V.Duresami  (1920)

Poeta tamil. Ha ,Insegnato la lingua materna in una scuola superiore  di Karalkudi.


sabato 19 marzo 2022

241.Poesia tamil.M.Annamalay.Oceano infinito

 241.Poesia tamil.M.Annamalay.

                                         Oceano infinito

 O simbolo esterno della meditazione della mia mente!

O Infinito!Tanti famosi poeti

dall'eternità

cantando della tua gloria,

hanno fatto la propria,ma tu,

anche me muovi a cantare.

Ecco, proprio  dalla tua ispirazione

è nato il mio canto.

Questo tuo tandav*non è che poesia.

Come i ragazzi entusiaati che giocano,

qualche volta tu tuoni,

come l'eroe vittorioso

qualche volta levi il tuo grido;

qualche volta ,come il bue sotto il giogo,

vomiti schiuma dalle bocche infinite.

O oceano, dimmi,

come posso descrivere

la tua lila*?

Come la danzatrice immersa in una mudra* affascinante,

qualche volta tu balli;

qualche volta come un velenoso serpente tu sibili,

qualche volta ti tendi come l'arco del cacciatore.

Poi ,improvvisamente ebbro,dimentico di te stesso,

barcollando come un ubriaco,

qualche volta tu

inciampi,cadi,rotoli e poi ti rialzi,

o nataraja* ,vittoria a te!

Venne il figlio d'un pescatore:

incedeva come fosse l'imperatore del mondo.

in mano un remo,sotto i piedi un pezzo di legno;

si fermò sulla riva.

proprio allora,guardando i marosi in tempesta,

io dissi:"Son capaci d'atterrire l'intero mondo.

Sono un branco di leoni della foresta,"

Disse lui con disprezzo:

"Questi flutti impetuosi sono come cavalli,

sì,cavalli

che gente come me può cavalcare

per andar dove vuole, da re, 

L'oceano è per noi una culla,

che ci dondola,accogliente 

come il grembo materno."

E' vero.Ogni cosa al mondo è

attraente pei coraggiosi,

ma per il vile terrifica.


tandav*:danza sacra,attribuita originariamente ad un santone,tandi.E' particolarmente amata da Shiva.

lila*gioco(del Dio)

mudra*:posizione(una qualsiasi posizione yoga)

nataraja*:attributo del Dio Shiva che "danzando " determina     alternativamente la creazione e la distruzione cosmica.

 

 M.Annamalay.(1928)

Poeta,prosatore e critico tamil.Ha insegnato ad  Annamalaynagar.

 

venerdì 18 marzo 2022

240.Poesia tamil. A.L.Vallyappa .Io sono tutto.

 240.Poesia tamil. A.L.Vallyappa .

                                   Io sono tutto

 "Papà,posso andare la cinema?Mi dai sei ane?"

Il padre si inquieta:"Perché ringhi come un orso?"

"Non ti do neanche un soldo!"

Ditemi voi,amici

che devo fare io?


In cucina,in salotto,se mi vede in giro

mia madre mi rimprovera subito:

"Perché gironzoli come un gatto?

Perché non fai invece qualcosa?"

 Ditemi voi,amici

che devo fare io?

 

Se non capisco il compito,vado da mio fratello:

mi picchia,urla di rabbia:

"Per quanto ti picchiamo tu resti sempre lo stesso

- ippopotamo - perché non badi ai tuoi studi?"

  Ditemi voi,amici

  che devo fare io?

 

Se non trova il pettine,

mia sorella entra come una furia da me

e mi strilla:

Tu,scimmiotto!

dove hai nascosto il mio pettine?"

Ditemi voi,amici

che devo fare io?

 

In classe,se il maestro interroga in matematica,

io salto su a dire:

" Signor maestro signor maestro,posso rispondere io1"

Il maestro si irrita:

"Sì,lo so che in matematica sei una tigre!

Stai seduto al tuo posto!" 

 Ditemi voi,amici

che devo fare io?

 

Ippopotano,orso,tigre,gatto,

io son tutti questi animali.

I grandi han dichiarato così.

Posso dirti una cosa:

cercare animali strani allo zoo

è inutile,è sprecare quattrini.

Venite a vedere me,invece,

io sono tutti questi animali!

 

 

 A.L.Vallyappa   (1922)

Poeta tamil. Presidente dell'associazione degli scrittori per l'infanzia di Madras. 

giovedì 17 marzo 2022

239.Poesia Tamil.A.L.Vallyappa.Qual'è il vantaggio

 239.Poesia Tamil.A.L.Vallyappa.

                               Qual'è il vantaggio


Chi, all'insegna della carità,

decide di offrire l'acqua ai passanti,


ma lascia bere quella cattiva, piena di microbi,

non compirà un atto malvagio?


Chi costruisce un grande stadio

per i giochi dei giovani,


ma vi getta in mezzo le spine,

non avrà perpetrato un inganno?


"Donerò il grano alla gente!"

Chi fa quest'annuncio,


ma vi nischia poi insetti ,polvere e sassi,

ditemi,sarà nel giusto costui?


Con tanti libri raccolti

ecco che aprono la biblioteca,


ma sono libri di nessun valore.

Non è un inganno anche questo?



A.L.Vallyappa   (1922)

Poeta tamil. Presidente dell'associazione degli scrittori per l'infanzia di Madras. 

mercoledì 16 marzo 2022

238.Poesia Tamil.S.D.Subrahmanya, Yoghi.Alba.

       Poesia Tamil.S.D.Subrahmanya, Yoghi. 


                                             Alba

Una striscia di luce come una staffilata colpisce il cielo ad oriente,

con un sorriso il sole appare.

La terra si china in ammirazione.

L'oceano canta i suoi inni.

Alla carezza di un dito di luce

il bocciolo di loto apre i suoi occhi stupito.

Su uno schermo di tenebra

va alla vita un quadro di colore e di fiamma.


L'oscurità affretta il suo cammino,

trascinano le stelle e la luna lontano

in frutteti e boschetti

di mille piante di mango

lunghe ombre tra le foglie

danzano in estasi.


Il vecchio è spazzato via lontano,

via lontano son portate le pene della terra,

gli uomini sono in piedi in gran numero,

le donne gioconde ed attive

ed  i bimbi han mani di cherubini.

L'umanità torna ad accordare ancora il suo canto

di miriadi di piaceri

in lode del sole. 


S.D.Subrahmanya, Yoghi.   (1904)  

     Poeta tamil e cultore delle discipline psicofisiche dello yoga. Nato nei pressi 

di Salem ( Madras),ha tradotto in tamil 

le quartine di Omar Khayyam.


martedì 15 marzo 2022

237Poesia Tamil.S.D.Subrahmanya. Yoghi.Divina Musa.

 237.Poesia Tamil.S.D.Subrahmanya, Yoghi.

                                Divina Musa    

Foggio qualche verso con semplici parole,

a quelle parole  ella aggiunge un tocco di nettare.

Canto qualche verso dolce di nettare.

con mille poesie ella dà il proprio fiore.


Io mi sforzo di cantare piaceri terrestri,

ella mi guida a cantare verità di paradiso:

con verità celesti io accordo la mia musa

ella mi spaventa con le verità venerabili dei Veda.


Io voglio cantare per il denaro e per il cibo,

ella mi dona il paradiso dell'amore per consolarmi.

Il mio animo ravvisa cose da poco,

il suo tocco divino volge tutto questo alla grazia.


        S.D.Subrahmanya, Yoghi.   (1904)     

Poeta tamil e cultore delle discipline psicofisiche dello yoga. Nato nei pressi di Salem ( Madras) ,ha tradotto in tamil le quartine di Omar Khayyam.  

lunedì 14 marzo 2022

236.Poesia panjabi.Amrita Pritam.A Waris Shah.

 236.Poesia panjabi.Amrita Pritam.

     

                                A Waris Shah*          

"Parla dalla profondità della tomba"

dico a Waris Shah.

"e aggiungi una nuova pagina alla tua saga d'amore, oggi!"


Una volta ha pianto una figlia del Panjab,

la tua penna ha scatenato torrenti di lacrime,

un milione di figlie oggi piangono;

a te, Waris Shah., volgono i loro occhi.


Svegliati, disprezza il tuo Panjab,

o tu che soffri con quelli che soffrono!

Oggi i cadaveri fanno una tomba dei campi,

il  Cenab* rigurgita di sangue.


Qualcuno ha gettato il veleno

nelle acque dei cinque fiumi

e questo torrente della contaminazione

ricopre di continuo la nostra terra.


E pesanti di veleno erano i venti,

che ululavano nelle foreste.

S'è tramutata in serpente 

la zampogna con le sue canne sonanti.


Con un morso dopo l'altro i serpenti

hanno soppresso la voce del popolo.

Un  momento così breve e i rami del Panjab*

si son fatti azzurri.


I fili sono usciti fuori dalle loro spole

e strappano i canti alla gola,

non si sente il ronzio della ruota che gira,

si son sciolti i gruppi di donne.


Schiantati per l'oscillare continuo

sono i rami del pipul*;

liberate dalle ancore per affondare

sino le barche ,stivate di trappole.


Spoglio di beltà e d'amore

ogni uomo ora diviene un  Kudu*.

Dove possiamo cercare un altro simile 

Waris Shah.,oggi?


"Solo tu puoi parlar dalla tomba."

io dico a Waris Shah,

"e aggiungere oggi

una nuova pagina alla tua sagra d'amore."



Waris Shah*:scrittore e patriota famoso del Panjab.

Cenab*:fiume del Panjab.

 Panjab*:etim.5 fiumi-la regione bagnata dai cinque fiuni.

pipul*:albero che cresce in India.

Kudu*:miserabile.



  Amrita Pritam (1919)

Poetessa , saggista e prosatrice di lingua panjabi, premiata dalla Sahitya Academi. Nata  a Guiranwal nel Panjab occidentale,Ha poi lavorato alla All India Radio a Nuova Delhi. Il suo successo deriva soprattutto dallo stile personale efficace, che trova nel verso sciolto un mezzo d'espressione rapido ed efficace. Ha compiuto vari tentativi per fondere in un'unica composizione racconto e impressione lirica.                                                   

236.Poesia Panjabi.Amrita Pritam.Sto scrivemdo una canzone.

 



236.Poesia Panjabi.Amrita Pritam

                     Sto scrivemdo una canzone.


Il mio amore indossa

i mille scialli dei sogni.

Scoprendo i sette cieli,

scopro, amore mio la tua soglia.

Ci sono tanti ostacoli, muri, distanze.

E poi non ho alcun diritto di dire qualcosa,

ma cerco un pretesto per essere viva.


Io sto scrivendo una canzone.

I desideri della mia vita non sono stati esauditi.

Penso che il mistero del tormento della mia vita

sarà espresso finalmente in queste parole.


Possa la mia vice diventare

oggi la voce di tutti!

Possa il segreto del mondo

abitare nel mistero del mio tormento!

Inutile è stato il mio amore.

Non importa.

Spero che possa

lasciarsi dietro questo messaggio.


Paga ,o canzone,

il debito del mio amore!

Possa il mondo echeggiare 

di ogni tua parola!


O mia canzone, luce del mio amore,

cancella queste tenebre!

O mia canzone ,nata dal mio sangue,

scaccia lo zarismo dal mondo!

Mai più in futuro

possa qualcuno comprare

con la moneta del ricco

l'onore di una donna, ossia di un amore!


Mai più al contadino del villaggio

possa venir la chiamata alla guerra

Mai più la gioventù fiorente

 possa venir calpestata!


Mai più -dalla terra al cielo-

possa bruciare il fuoco che distrugge ogni cosa

.

Mai più sul grano del colore del latte

possa qualcuno gettare il veleno .

Mai più d'un assassinio collettivo

possa qualcuno ripetere il crudele evento.

Mai più nessuna bella 

possa esser messa a mercato.


I miei desideri insoddisfatti tornano 

a lanciare  la sfida al potere della penna


.Io sto scrivendo una canzone.


Mai più nessun altro per questo

dovrà scrivere le canzoni dello scontento.


Io sto scrivendo una canzone.



Amrita Pritam (1919)

Poetessa , saggista e prosatrice di lingua panjabi, premiata dalla Sahitya Academi. Nata  a Guiranwal nel Panjab occidentale,Ha poi lavorato alla All India Radio a Nuova Delhi. Il suo successo deriva soprattutto dallo stile personale efficace, che trova nel verso sciolto un mezzo d'espressione rapido ed efficace. Ha compiuto vari tentativi per fondere in un'unica composizione racconto e impressione lirica.

235.Poesia Panjabi.Amrita Pritam Maya.

 

235.Poesia Panjabi.Amrita Pritam 

                                              Maya.

                            ( Ode per Maya, l'amante immaginaria di Vincent van Gogh.)


Ninfa, o ninfa,

principessa delle ninfe!

Amante di Vincent,

perché non diventi realtà?


Che bellezza sei, che amore, 

chi mai sei tu, o innamorata,

che la voce del cuore

non senti mai?


Quando metti una scintilla nel cuore

a qualcuno che sospira,

mille tizzoni s'arroventano,

ma tu non ci badi mai.


Ninfa, o ninfa,

principessa delle ninfe!

Nessuno conosce

le rive della tua fantasia..


Ogni giorno il sole ti cerca,

ma il tuo volto non si vede mai.

Di notte soltanto

quel tuo volto può esprimersi


Cos'è il tormento ?Questo tu non lo sai.

Tu non sai neppure perché

qualcuno sacrifichi

la propria vita ad un altro.


Tutto ciò che possiede, uno

rischia nella scommessa.

Perde tutto,

ma ride ,lo sciagurato!


Ninfa, o ninfa,

principessa delle ninfe!

Mille pensieri come questo

vengono e poi se ne vanno.


Ogni giorno qualcuno, aragvani*,

il tuo veleno berrà.

Ogni giorno più nuove 

e incantevoli le tue sembianze saranno.


Sorriderà la tua fantasia

e tormenterà qualcuno tutta la notte.

E molti anni 

saranno sciupati.


Così l'arte è affamata, o pane;

l'amore è affamato ,o bella.

Quanti Van Gogh ancora

moriranno così?


Ninfa, o ninfa,

principessa delle ninfe!

Che gioco è mai questo della bellezza,

dove non riesce a vincer l'amore?


La notte è molto  nera

e qualcuno ha acceso la lucerna dell'età

Che lumi sono mai questi della luna e del sole

che non si accendono ancora?


La tua immagine, o bella,

è una spiga di grano.

Che terra è mai questa

che non fiorisce ancora?


L'arte è affamata, o pane;

l'amore è affamato, o bella:

Che albero del sistema è mai questo

che non da nessun frutto?


aragvani*,colore appartenente all gamma del rosso.


Amrita Pritam (1919)

Poetessa , saggista e prosatrice di lingua panjabi, premiata dalla Sahitya Academi. Nata  a Guiranwal nel Panjab occidentale,Ha poi lavorato alla All India Radio a Nuova Delhi. Il suo successo deriva soprattutto dallo stile personale efficace, che trova nel verso sciolto un mezzo d'espressione rapido ed efficace. Ha compiuto vari tentativi per fondere in un'unica composizione racconto e impressione lirica.

sabato 12 marzo 2022

234.Poesia panjabi.Amrita Pritam.Brezza.

 234.Poesia panjabi.Amrita Pritam.

                                                          Brezza.


Accendendo in me ogni scintilla,

che brezza è passata dal vicolo,

forse ha toccato la tua città.


Ogni respiro oggi sembra turbato.

Ogni amore è penetrato a suo modo,

forse passando per la stessa via.


Appare così vuoto e vano,

e tuttavia è colmo e completo.

Forse s'è fermato un momento sulla tua porta.


La vita intera è passata volente o nolente,

ma oggi la brezza, come me,

forse ha toccato l'apice dell'amore.


L'ha testimoniato ogni fiammata di tempo

ed ora è così languente;

forse siede in solitudine e singhiozza.



Amrita Pritam (1919)

Poetessa , saggista e prosatrice di lingua panjabi, premiata dalla Sahitya Academi.Nata  a Guiranwal nel Panjab occidentale, ha poi lavorato alla All India Radio a Nuova Delhi. Il suo successo deriva soprattutto dallo stile personale efficace, che trova nel verso sciolto un mezzo d'espressione rapido ed efficace. Ha compiuto vari tentativi per fondere in un'unica composizione racconto e impressione lirica.


venerdì 11 marzo 2022

233.Poesia panjabi. Mohan Sing Il tridente.

 

233.Poesia panjabi. Mohan Sing 

                                                      Il tridente.


O amico mio, ho provato la commozione del congiungimento

ed ho anche subito le tempestose percosse della separazione.

fino ad ora chiamavamo fiaccole gli occhi,

le labra zucchero,

i capelli nuvole nere

ed il volto luna.

Tutta la mia giovinezza si è esaurita nel canto della beltà e dell'amore.

Ma l'amore potrà sopravvivere in questa atmosfera avvelenata'

I contadini hanno sempre guidato l'aratro,

il loro ventre vuoto ha toccato  le reni,

i fabbri son morti, picchiando l'incudine,

ai calzolai è toccato lo stesso tristo destino

e anche i servitori han subito questa sorte malevola.

Ed hanno avuto la loro parte:

un pugno di grano.

Le contadine hanno continuato a trebbiarlo,

ma non finisce mai quel lavoro.

La terra è fertile,

ma chi mangia il cibo che non gli spetta,

ha divorato ormai quasi tutto.

i feudatari vanno in giro arrabbiati,

il popolo è terrorizzato.

Questo imperialista cialtrone dà sempre l'ultimatum di guerra.

Le scintille di ingiustizia e terrore son già scoccate.

Il fuoco divampa man mano.

Riarsa è la fronte della Bellezza.

son caduti  i capelli dell'Amore.

O lavoratore, o contadino, svegliati!

Scrollati l'indolenza di dosso!

accendi ,o fabbro, la tua fucina!

Gonfia il tuo mantice, picchia con tutta la forza il martello!

Arrota la falce!

O lavoratore ,da' uno schiaffo di ferro sulla faccia dell'oro!

Leva dalla tua incudine una scintilla

da dividere col resto del mondo!

Ti dico una cosa che ne val mille,

serbala nella tua tasca!

Il lavoro stracciato conta i suoi giorni da servo,

ma quello unito vince tutto il mondo!

Falce ,penna e martello:

unisci quest'armi,

fanne un vigoroso tridente

e dichiara una guerra feroce!

Vittoria sia al lavoro

e sconfitta alla tirannia!



Mohan Sing (1904)Poeta e autore di novelle in panjabi. Scrive anche in urdu, in hindi e in inglese, lingua che domina con sicurezza. E' stato  direttore della nota rivista  Panja Daria (I cinque fiumi).


giovedì 10 marzo 2022

232.Poesia panjabi.Mohan Sing.Attesa.

232.Poesia panjabi. Mohan Sing.

                                                                   Attesa.


E' l'ira del crepuscolo, amore, che tocca tutte le cose.

E' scesa la sera su tutto.

Il sole ha disteso 

il suo drappo sanguigno a occidente.

la prua della luce è scomparsa.

il buio è più cupo.

La portantina della luna è arrivata nel cielo.

E'un cesto pieno di stelle:

quelle vecchie pazienti

son riuscite a tessere coi raggi una tela.

La terra annega nel silenzio,

il cielo sonnecchia.

Anche l'ultima ora della notte è passata.

Il flauto  del mattino ha già cominciato a suonare .

Gli uccelli cinguettano.

E' diffuso dovunque il chiarore dell'alba.

a levante una donna sbatte il suo yogurt

e cadono mille gocce di luce

che fanno risplendere il cielo.

E' arrivata l'aurora tutta d'oro.

Perché hai tardato, amore mio?

Perché hai Tardato?


Mohan Sing (1904)Poeta e autore di novelle in panjabi. Scrive anche in urdu, in hindi e in inglese, lingua che domina con sicurezza. E' stato  direttore della nota rivista  Panja Daria (I cinque fiumi).


mercoledì 9 marzo 2022

231.Poesia panjabi.Mohan Sing.Il presente.

 231.Poesia panjabi.Mohan Sing.

                                                                Il presente.


Compito dello studioso è scandire il passato,

del profeta scrutare l'ampio futuro.

elevare se stessi al di sopra 

ido queste due dimensioni e vivere nel presente

richiede un coraggioso atto d'amore.


Dopotutto lo studioso che cosa ha scoperto

nel sacco sudicio e oscuro del passato?

Come potrà aiutarlo questo, nel limitato presente

se mancherà allo sciocco il dono d'amore?


Nel vuoto scolorito e vacuo del futuro

che colori scorgerà il profeta,

coi quali il Dio dell'amore nella breve frazione d'un attimo

del presente non potrà sperare di rivaleggiare?

i mille fremiti d'un futuro non nato,

le dolcissime memorie di un morto passato...

Lasciaci, o caro, rinunciare a tutto questo

per dividere il pane del presente!


Mohan Sing (1904)Poeta e autore di novelle in panjabi. Scrive anche in urdu, in hindi e in inglese, lingua che domina con sicurezza. E' stato  direttore della nota rivista  Panja Daria (I cinque fiumi).


martedì 8 marzo 2022

230.Poesia panjabi.Bhai Vir Singh.Proprio io vado alle loro porte.

 230.Poesia panjabi.Bhai Vir Singh.

                                                    Proprio io vado alle loro porte.


Avevo portato gli agnelli al pascolo.

Stanca s su una pietra otto il sole di mezzogiorno,

ero seduta su una pietra all'ombra di un albero.

O mio re, il tuo messaggero

mi ha fatto allora sentire  il tuo ordine:

"Stanotte a mezzanotte,

bussa alla porta del mio palazzo,

il palazzo del re.

Il re in persona verrà ad aprire

la piccola porta dietro il suo palazzo.

Sì,sì,tu che giri strada per strada,

il re si è innamorato del tuo

corpo avvolto negli stracci!"

Ascoltandolo ho tremato

e sopraggiunta poi la tristezza,

ho anche pensato che fosse un brutti scherzo.

Ma sono partita, a  mezzanotte:

camminando e fermandomi

ora piena di dubbio, ora di gioia,

sono giunta fino alla tua soglia.

O mio re, apri la porta !

Per mia fortuna il cielo si è coperto di nuvole.

E' buio pesto dovunque.

Sdrucciolando sono arrivata.

Ho tenuto stretto a fatica sul cuore il lembodelle mie speranze.

sono arrivata alla soglia.

O mio re, apri la porta!

Oh ,è cominciato a piovigginare.

Tira anche il vento.

o mio re,

tuona il fulmine in cielo

e squarcia l'esercito delle nubi,

lampeggiando abbaglia i miei occhi

e mi fa intravedere serrate le porte.

Sin chiuse ,o mio re, le tue porte.

apri quelle porte sbarrate!

Dove sei? Perché restano chiuse?

Qui alla tua soglia mi sembra di morir disperata!

E picchia sulla mia testa la pioggia.


Ma questa è la mia capanna,

una capanna di paglia.

E' seduto qui il mio padrone,

il mio re,il re dei re.

Come mai sei venuto in questa capanna?

io ero tornata indietro, respinta ormai dalle tue porte immote.

Mi ha detto il re nell'abbraccio:

"Chi mi ama

 chi va alla mia porta

per vedermi in qualche modo,

se sono proprio quelli che amo anch'io,

io vado allora alle loro porte:

le loro sono le mie porte."


Bhai Vir Singh.(1872-1957)

E' considerato il principe della letteratura panjabi moderna. Poeta e prosatore è stato premiato dalla Sahitia Academi. Nato ad Amristar, non è limitato da frontiere patrie né da barriere religiose. Di lui si esalta il lungo poema Rana Surat Singh, in 35 canti, che nelle vicende dei protagonisti presenta un'allegoria delle vicende dell'anima  umana  alla ricerca della divinità.




lunedì 7 marzo 2022

229.Poesia oriya.Kalindi Ciaran Panigrahi.Canzone per l'età futura.

 229.Poesia oriya.Kalindi Ciaran Panigrahi.

                                                              Canzone per l'età futura.

Un fragore di tuoni e la tempesta corre sulle nostre teste;

i miei giorni si chiudono  come fiori appassiti

e perdono la loro esistenza nel grembo del tempo infinito,

come pesci in un oceano senza fondo.

corrono gli affanni nella piena della corrente

e colpiscono il cuore con frecce crudeli,

scuotendo il corpo con urti terribili,

spostando la terra sotto i miei piedi;

io non posso convincermi della mia esistenza,

tuttavia rido dinanzi al mondo d'un riso sfrenato;

silenziosamente scrivo il mio canto per l'età futura.!

Teneri, come la rugiada d'un mattino d'autunno,

desideri sconfinati vengono e svaniscono

giorno dopo giorno in silenzio come una Shepali*che cade.

Pensieri   che la vita non ha potuto sopportare

bruciano come ferro rovente nel mio cuore.

Dove finirà mai tutto questo e con qual risultato?

Tuonerà come un boato del cielo

con una conflagrazione universale

annientando il sole e la luna?

E, silenziosamente  io scrivo il mio canto dell'età futura!

Intono la melodia di una vita magnifica

che riconosce libero l'intero universo animato e senz'anima;

una vita che sfida la morte,

che domina tutti i dolori e le perdite,

dove danzano le rughe della gioia,

una vita che inarrestabile avanza,

ignorando differenze di dolori e di credi,

una vita che riconosce un valore  a tutte le cose,

dove ogni uomo riconosce in tempo i suoi errori

e capisce dolori e altre cose d'un tempo:

io sono la melodi di questa vita che verrà!


Shepali*:ancora il nome di un fiore che cresce in India


.Kalindi Ciaran Panigrahi.(1901)

Poeta,romanziere e saggista di lingua oriya. Ha vissuto a Cuttack..


domenica 6 marzo 2022

228.Poesia oriya.Anant Pattanayak.Son venuto,io sono venuto

  228.Poesia oriya.  Anant Pattanayak.

                                                      Son venuto, Io sono venuto.


Son venuto, Io sono venuto.,

abbattendo la fortezza del dolore,

sono venuto.

Dopo aver varcato l'arduo oceano di sangue,

sono venuto.

La fronte ornata del sangue rosso del futuro,

come onda fluttuante di fuoco,

sono venuto.


Io sono il sole che da vita,

sono la luna, simbolo d'affetto; 

spaccata in due la montagna, son venuto,

Demolirò l'angoscia

degli occhi riarsi della donna privata del figlio.

Farò piovere

una goccia da mille torrenti di lacrime,

strappando il loto al ventre della terra ferrigno,

sono venuto.


Succhiando al seno della terra, sono venuto,

o donna ,continuano a ondeggiare nel tuo capezzolo

i flutti di Kshirsagar*.

O fanciullo, io ,la tua ispirazione, sono venuto,

io,la luna, affettuoso giocattolo ,

io il sole, il luminoso fiore di Mandar,

sono venuto,

 sono venuto.


Chi organizza le danze di Kabandl*?

Interrompetele!

Chi crea disuguaglianza e discordia?

Allontanatevi!

Sbarrando la strada ai fucili, io sono venuto.

o popolo disoccupato! Asciuga  il grido el mattino!

O impiegati! Cancellate oggi il rimpianto della notte passata!

Figlio dell'affetto d'una sterile donna rivolta sempre agli ostacoli.

io sono venuto.


Volano nel cielo pallido

le carte che tu avevi fissate;

sta zitta

oggi la nuvola bianca d'autunno,

rovinando voi stessi,

come il tuono leggero le nuvole;

amateMi, amateMi!

Io sono venuto.


Io son la voce eterna delle culture,

sono il comando;

scrivendo con la fuliggine

sui fiocchi soffici di cotone,

chi sta tossendo? tossite,

che le percosse di quelle verghe

suonino sul vostro corpo vizzo.

fra quei capelli precocemente bianchi

lasciate sentire la carezza di seta!

Son la pazienza dell'eterna primavera sul petto dell'epoca,

io sono il Puru*


Io sono il sudore della tua fronte, a gocciar sulle tue labbra son venuto,

sono venuto.

Rompendo il fisso silenzio dei giorni scialbi son venuto,

sono venuto.


Chi brandisce la spada atomica? Andate via1

chi porta questo vento elettronico? Andate via lontani !

Son venuto, sono venuto!


Io son l'orgoglio della giovinezza.

Chi sbarra la strada agli aratri ? Pietre?

Chi devasta le colture feconde? Branchi di cavallette?

Chi spegne la voce dell'anima? il tiranno?

Il mio sviluppo procede senza ostacoli,

si sparge dovunque.


Fantasmi di lacrime imbelli,

uscite dallo spirito della mia vita!

Son venuto, sono venuto,

il lucignolo della vivida fiamma del battito del cuore.!


Kshirsagar*:l'oceano di latte nel quale vive Vishnù.

Kabandl*:il nome di un demone.

Puru*:personaggio litologio del Mahabharata.



Anant Pattanayak(1914)

Poeta oriya::scrive per proprio diletto senza impegni di alcun genere.