sabato 31 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.10.






Più facile scrivere che cancellare; più che in ciò che riesce a dire,
il merito dello scrittore è in ciò che riesce a tacere.

                                                    ***

venerdì 30 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.9.




Al lavoro di tradurre ,il compenso che non può mancare  è il diletto che vi trovo:diletto,forse  perché
traducendo sfogo le possibilità che mi restano di scritore in proprio: ben ridotte, se le appaga  il giro
dato a un periodo ,una cadenza ,la scelta di un aggettivo.

giovedì 29 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro .8.




Anche della mia lingua ho una conoscenza approssimativa;tante parole le evito,malsicuro del loro significato; e se non le cerco nei vocabolari,non è solo che dei vocabolari diffido,ma che una parola non assimilata in tanti anni,non divenuta carne e sangue,mi saprebbe d'accatto.


                                                         ***

mercoledì 28 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.7.




Rimbaud fu la simpamina della mia adolescenza.Montale un giorno trovò su una bancarella
l'edizione del Mercure de France:vi mancava il ritrattino del poeta fatto da Fantin-Latour.
"Ho capito da questo che la copia proveniva da te"mi disse Eusebio.


                                                      ***

martedì 27 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.6.




Ho letto anch'io dei romanzi gialli e in trincea Fantomas mi fu di grande soccorso.
Ma appena  il mistero accenna a chiarirsi,chiudo il libro: a fine pranzo non vado
 a metter il naso in cucina.


                                                              ***

lunedì 26 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.5.

Ci son fatti nella mia vita che non so più se siano stati perché li ho resi in parole  e quindi,come realtà,
bruciati. Quando una pagina  mi accontenta ,cessa di appartenermi: staccata al punto che posso senza
rossore lodarla.M'è capitato di vedere pubblicate con altro nome cose mie e di rallegrarmene come del più caldo consenso,non importa da chi venuto.


                                                                                     ***

domenica 25 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.4.






Molti, la natura li disturba; i più non la vedono. In lei io mi verso. E' la sola costanza,
la sola fedeltà che conosco nella incertezza di tutto

                                                                     .***

sabato 24 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.3.

Quando m'accade  di mettergli occhi su quello che scrissi,la delusione ogni volt di non aver detto quello che unicamente m'importava.Che cosa,se da dire non ho nulla? O forse ciò  che importava l'ho detto arrivando con l'affanno in gola della corsa? O già tutto col primo vagito?


                                                                                ***

venerdì 23 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.2.

Avviene che quello che scrivo mi prenda di  mano,acquisti mio malgrado una andatura cantante.la parola s'insedia da sé nello schema d'un verso;impossibile sloggiarla,spezzare quel ritmo gratuito. Un malefizio. M'avviene nei momenti di stanchezza; è il campanello d'allarme : non c'è che alzarsi e uscire.

giovedì 22 dicembre 2016

Camillo Sbarbaro.1.

Scrittore ,lavorai sempre a intermittenza;senza provare nelle lunghe pause velleità o rimpianti di sorta.Di non avvertire  alcuna sollecitazione a scrivere,accettavo con la stessa passività  con cui,avvertendola,vi avevo ubbiditoNon mi misi mai di proposito davanti a un foglio bianco;per aver pubblcato, non sentii ai d'aver contratto impegni,neppure con  me stesso. Lavorai,non è quindi la parola giusta ; se la frase non si prestasse a interpretazioni metafisiche ,direi che scrissi sempre sotto dettatura.
                                                                 
                                                                           °°°

giovedì 15 dicembre 2016

Auguri!






Gli    auguri più belli per l’anno che viene e per tutte le prossime feste
                               Maria Gabriella Bruni
Roma,Natale 2016



mercoledì 14 dicembre 2016

Brodskij,I giorni disfano l'abitino...

*
12

I giorni disfano l'abitino che Tu hai tessuto.

Si stringe a vista d'occhio,sotto la mano.Il filo verde
dopo l'azzurro si fa grigio,bruno,
e perde ogni colore,e si intravede

qualcosa ormai,l'orlo della batista.
Nessun paesaggista la fina del viale

potrà dipingere.Si ritira presto 
l'abito della promessa sposa,lavandolo,
e il corpo non diventa mai più bianco. 
si è seccato il formaggio o il fiato manca.

Ossia l'uccello,se di profilo è un corvo,di cuore
è canarino.Ma la volpe,quando addenta
la gola,non distingue il sangue dal tenore.
*













martedì 13 dicembre 2016

Brodskij,Quanto alle stelle...


*
11


Quanto alle stelle,ci sono sempre.Quando
ne spunta una ,un'altra ne verrà.
solo cosìdi là si guarda qua:
dopo le otto di sera,ammiccando.
il cielo è meglio sgombro.Anche se 
la conquista del cosmo è più opportuna
con le stelle.ma proprio senza andarsene
da dove si è,in veranda ,in poltrona.
Come disse un pilota di quegli aggeggi,al buio
nascondendo metà della faccia,non esiste la
vita,con ogni evidenza,in nessun luogo,e non puoi
fissar lo sguardo su nessuna stella.
*



lunedì 12 dicembre 2016

Brodskij,Il tacco lascia tracce...

9

Il tacco lascia tracce, quindi è inverno.
Nei campi fra cose di legno intirizzendo,
le case dei passanti riconoscono se stesse.
Che dite a sera del futuro, se
il corpo, nel silenzio della notte,
sulla parete via dall’anima proietta,
mentre dormi, il ricordo delle tue calde – omissis – ,
come di sera l’ombra dalla sedia
sulla parete proietta la candela, e se,
sotto il cielo sul bosco steso come tovaglia,
sulla torre del silos, dove spazza l’ala
del corvo, con la neve non sai imbiancare l’aria.
*

domenica 11 dicembre 2016

Brodskij,Serie d'osservazioni

8

*

Serie d’osservazioni. Angolo caldo.
Lo sguardo lascia una scia sulle cose.
L’acqua si ripropone come vetro.
L’uomo è mostruoso più del proprio scheletro.

Una sera d’inverno col vino in nessun posto.
Una veranda assalita dai salici.
Appoggiandosi al gomito riposa il corpo
come morena fuori del ghiacciaio.

Fra un millennio un fossile bivalve estrarranno
da questa tenda, e rivelerà fra le nappe
l’impronta di due labbra che non hanno
nessuno a cui augurare “Buona notte”.



sabato 10 dicembre 2016

Brodskij,Uno spicchio di luna di miele a M.B.

7
UNO SPICCHIO DI LUNA DI MIELE  a M.B.

Non dimenticare mai
come sgorga l'acqua nella banchina,
e come è elastica l'aria
(come un salvagente).
Accanto i gabbiani gridano,
e i panfili guardano nel cielo,
e le nubi volano in alto,
come uno stormo di anatre.
Possa nel tuo cuore
dibattersi vivo e tremare

come un pesce un frammento
della nostra vita a due.
Possa sentirsi il fruscio delle ostriche,

e restare in piedi un cespuglio.
E possa la passione

che affiora fino alle labbra
aiutarti a capire - senza l'aiuto di parole -
come la schiuma delle onde del mare,
per arrivare alla terra,
generi le onde.
1963

venerdì 9 dicembre 2016

Brodskij,Addio





6

*
Addio,
dimentica
e perdona.
E brucia le lettere,
come un ponte.
E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.
E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.
Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.
E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.
Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.
1957

giovedì 8 dicembre 2016

Brodskij,La vita.5

5






Anche se non pubblica quasi nulla, questi sono anni di intensa creatività poetica, che culminano nei versi inclusi più tardi nei libri editi negli USA: Ostanovka v pustyne (Fermata nel deserto), Konec prekrasnoj epohi, (Fine della Belle Époque) Novye stansy k Avguste (Nuove stanze per Augusta). Nel 1965-1968 lavora al poema Gorbunov i Gorčakov, al quale attribuirà una grande importanza. Oltre ai rari interventi pubblici e alle letture a casa di amici, i suoi testi erano largamente diffusi in samizdat e in magnitizdat (metodo di diffusione clandestina di musica), grazie alla trasposizione musicale di alcuni suoi componimenti ad opera di Aleksandr Mirzajan e Evgenij Kljackin.

Brodskij è in questi anni sempre più celebre, comincia ad essere invitato nelle università occidentali, gli si chiedono interviste e diventa popolare anche tra gli studiosi slavisti pur non riuscendo ad ottenere dalle autorità nessun permesso di lasciare il paese. Il KGB, dal canto suo, continua a tenerlo sotto controllo pur non disturbando l’apparente tranquillità di questo periodo della sua vita. Oltre alle traduzioni, i mezzi a disposizione di un letterato escluso dal sistema non erano molti: qualche recensione da esterno per un giornale o qualche lavoro occasionale negli studi cinematografici. In quest’ultimo settore recita la parte di un segretario della sezione cittadina del Partito nel film Poezd v dalëkij avgust. Per ordine del Comitato per il cinema le immagini in cui compare Brodskij sono state successivamente distrutte.
Fuori dai confini dell’Unione Sovietica Brodskij è sempre più letto, sia in russo che in traduzione, soprattutto in inglese, polacco e italiano. Nel 1967 in Inghilterra viene pubblicata una raccolta di traduzioni non autorizzata dall’autore, dal titolo Joseph Brodsky. Elegy to John Donne and other Poems tradotti da Nicholas Bethell. Nel 1970 a New York esce Fermata nel deserto, il primo libro di Brodskij pubblicato con il suo consenso. I testi delle poesie e le bozze erano stati consegnati segretamente agli editori americani o, come nel caso del poema Gorbunov e Gorčakov, spediti per posta diplomatica.

Nel maggio 1972 Brodskij fu chiamato dall’ОVIR, il dipartimento per i visti e gli stranieri dell’Unione Sovietica. Lì viene posto davanti alla scelta: emigrazione immediata oppure prepararsi a subire quotidiani interrogatori, carcerazioni e reclusioni in ospedali psichiatrici. Già nel 1964 era stato ricoverato negli ospedali psichiatrici. Brodskij lascia l’Unione Sovietica. Prima della partenza Vladimir Rafailovic Maramzin propone all’autore di raccogliere tutti i manoscritti delle opere per poterle poi pubblicare clandestinamente in samizdat in Russia una volta espatriato l’autore. Risultato di questa proposta fu la prima, e fino al 1992 l’unica, raccolta delle opere di Brodskij in Russia.

Nel giugno del 1972 Brodskij lascia Leningrado, già privato della cittadinanza sovietica, alla volta di Vienna. A Vienna conosce personalmente il poeta inglese che più di tutti l’aveva ispirato negli anni dell’esilio, Wystan Auden che al momento residente a Vienna. Il poeta inglese dimostra grande solidarietà nei confronti di Brodskij introducendolo negli ambienti letterari di Vienna, come lo stesso Brodskij riporta in un’intervista. Assieme a Auden, nel giugno dello stesso anno, partecipa al Poetry International, un’incontro internazionale di poeti che si tenne a Londra. A Londra stringe amicizie importanti, come quella con Isaiah Berlin, Seamus Heaney e Robert Lowell. Poco tempo dopo ottiene un posto come professore presso l’Università del Michigan dove Brodskij insegnò dal 1972 al 1980.

Nel luglio 1972 Brodskij parte per gli Stati Uniti e si stabilisce nella città di Ann Arbor, per insegnare fino al 1980 all’Università del Michigan. Per i successivi 24 anni terrà lezioni in molte università inglesi. Insegna storia della letteratura russa, teoria del verso, legge pubblicamente i propri versi ai forum e ai festival internazionali di poesia in svariati stati: USA, Canada, Inghilterra, Irlanda, Francia, Svezia e Italia. Mentre Brodskij è in America, i suoi genitori per ben dodici volte fanno richiesta di poter far visita al figlio, senza mai ottenerne il permesso. Allo stesso poeta verrà negato di presenziare al funerale dei genitori.

Già prima di emigrare in Occidente, Brodskij era largamente conosciuto, soprattutto a partire dal 1964 quando furono rese note le registrazioni e le stenografie del processo a carico del poeta. La sua vita all’estero mutò sensibilmente rispetto alle restrizioni a cui era costretto in URSS. Brodskij pubblica regolarmente sulle pagine di giornali e riviste americane e inglesi e in particolar modo su quelle dedicate all’emigrazione russa tra cui il Vestnik russkogo christianskogo dviženija, l’ Echo e Kontinent. In Russia non riesce a far stampare ufficialmente quasi nulla a causa della censura, (come si è già detto la prima raccolta in russo è quella in samizdat del 1977) e perciò per qualche anno non compare nessuna pubblicazione di poesie di Brodskij che all’epoca scriveva solo in russo. È stato ironicamente notato che “Si ha l’impressione che a Iosif Brodskij russo sia succeduto un Joseph Brodsky statunitense e i due abbiano felicemente convissuto per un quarto di secolo, dividendosi i compiti: a Brodskij la poesia e a Brodsky i saggi e la critica” Le opere di questo periodo appariranno più tardi divise in due raccolte: una comprende i componimenti dal 1964 al 1971 (Fine della Belle Époque) e l’altra dal 1971 al 1972 (Parte del discorso). Motivo di questa divisione non furono tanto ragioni autobiografiche (l’emigrazione, peraltro sminuita nella sua importanza da Brodskij) ma l’evoluzione della sua linea poetica visibilmente mutata nei temi e nello stile. Alle raccolte appena menzionate appartengono i testi Natjurmort (Natura Morta), Odnomu tiranu (A un tiranno), Pesnja Nevinnosti (Canzone dell’innocenza) Odissej Telemaku (Odisseo a Telemaco), Pis’ma rimskomu drugu (lettera a un amico romano), e Pochorony Bobo (il funerale di Bobo). La poetica di questo periodo è ben riassumibile con l’affermazione di Brodskij espressa durante il discorso al conferimento del Nobel:

In tutta le raccolte pubblicate dopo il 1971 Brodskij non include mai poesie già pubblicate in precedenza, fatta eccezione per Novye stansy k Avguste (Nuove stanze per Augusta) dove ci sono poesie dedicate alla sua prima moglie (Marina Basmanova), un capitolo separato di tutta la produzione brodskjana stando a quanto ha affermato lui stesso: “Questa è l’opera più bella e importante della mia vita e andrebbe letta a parte. Purtroppo non ho scritto la Divina Commedia, né mai d’altronde riuscirò a scriverla, ma in qualche modo, con Novye stansy k Avguste, è nato un libricino poetico con un proprio soggetto”. A testimoniare l’importanza di questo libricino si potrebbe addurre il fatto che questo è stato il suo unico libro di poesie, tra quelli stampati in Russia, ad essere curato direttamente da Brodskij.
Dal 1972 iniziа a scrivere anche saggi, attività che non abbandonerà più fino alla sua morte. Caratteristica principale di questo genere in Brodskij è la scelta della lingua: non più il russo come era avvenuto e avverrà per le poesie, bensì l’inglese. Negli USA vengono pubblicati tre libri di saggistica: Less then one, Watermark e On Grief and Reason. La saggistica non fu una parte di minor rilievo nella sua produzione e anzi contribuì in maniera cospicua alla fama di Brodskij oltre i confini dell’Unione Sovietica oltre a fornire una preziosa chiave di lettura della sua poetica, senza contare i riconoscimenti ufficiali che questi saggi ottennero. Nel 1987 contemporaneamente alla pubblicazione di Uranija riceve il Premio Nobel per la letteratura.

(le traduzioni sono tratte dai libri pubblicati da Adelphi)


mercoledì 7 dicembre 2016

Brodskij,la vita.4

4






Il tribunale deliberò che Brodskij fosse sottoposto ad un esame giudiziario psichiatrico per determinare se soffrisse di qualche malattia psicologica e se questa malattia non permettesse di mandarlo in esilio ai lavori forzati. Fu invece rifiutata la richiesta del difensore di scarcerare Brodskij fino alla ripresa del processo.
Brodskij trascorse tre settimane nell’ospedale psichiatrico di Leningrado. A questo periodo si deve probabilmente la composizione di una delle più belle opere di Brodskij: il poema Горбунов и Горчаков (Gorbunov e Gorčakov, 1965 – 68). Brodskij ricorda quei giorni come il momento più duro in Unione Sovietica:

“Mi facevano punture calmanti terribili. Mi svegliavano in piena notte, mi facevano un bagno gelato, mi stringevano dentro un asciugamano umido e mi mettevano accanto al calorifero. Il calore seccava l’asciugamano e mi tagliava la carne”.
Dalle stenografie risulta che tutti i testimoni dell’accusa cominciassero i propri interventi con le parole: Io personalmente non conosco Brodskij…, frase che ricorda il famoso Io, il romanzo di Pasternak non l’ho letto, ma lo disapprovo, pronunciata durante la persecuzione di Pasternak da parte della censura. Il 13 marzo 1964 Brodskij è condannato al massimo della pena prevista per il reato di parassitismo: 5 anni di lavori forzati in esilio nel distretto di Konosa. Tuttavia in un’intervista Brodskij parla del periodo dell’esilio come del più felice della sua vita. In esilio si dedica allo studio della poesia inglese, in maniera particolare delle opere di Auden. Oltre alle numerose pubblicazioni poetiche per la case editrici dell’emigrazione russa all’estero (Vozdušnye puti, Novoe russkoe slovo e altre), tra agosto e settembre del 1965 vedono la luce due suoi componimenti su Prizyv, (in russo: il richiamo) rivista locale del distretto di Konosa. Il processo al poeta da l’impulso alla nascita del Movimento in difesa dei diritti umani in URSS e attira l’attenzione dell’Occidente sulle violazioni dei diritti umani in Unione Sovietica. La stenografia del processo ad opera di Frida Vigdorova viene diffusa sulle più importanti testate estere come il New leader, Le Figaro, Encounter e addirittura letta dalla BBC. Con la partecipazione attiva dell’Achmatova fu condotta una campagna pubblica in difesa di Brodskij. Figure di spicco di questa campagna compaiono la stenografa Frida Vigdorova e Lidija Čukovskaja. Per ben un anno e mezzo queste scrivono lettere e appelli in favore di Brodskij a tutti gli organi giuridici e di partito e cercano di coinvolgere nella campagna tutte le persone più influenti del sistema sovietico. Successivamente, sotto la pressione dell’opinione pubblica sovietica e mondiale (soprattutto dopo il discorso al governo sovietico di Sartre e di altri intellettuali di fama mondiale) la durata della pena viene ridotta restringendola al periodo già scontato, consentendo così a Brodskij di tornare a Leningrado.

Nell’ottobre del 1965 su raccomandazione di Boris Bachtin e Čukovskij entra nella sezione dei traduttori dell’Unione degli scrittori dell’URSS, il che gli evita ulteriori accuse di parassitismo. Nelle sue interviste Brodskij si è sempre dichiarato contrario all’immagine di oppositore al potere sovietico spesso attribuitogli dai mass media occidentali.
Dopo il ritorno a Leningrado Brodskij rimane in Russia ancora sette anni. Intanto nel marzo del 1966 era morta l’Achmatova. Ancora prima aveva cominciato a disgregarsi il coro magico (in russo :волшебный хор) di giovani poeti che la circondava. Alla fine del 1965 Brodskij consegna all’Unione degli scrittori il suo primo manoscritto: Zimnjaja počta (in russo: La posta invernale).Dopo una sofferenza durata mesi e nonostante la moltitudine di recensioni positive interne all’Unione degli scrittori, il manoscritto è restituito all’autore. Nel 1966-1967 escono quattro componimenti del poeta (Ja obnjal eti pleči i vzgljanul, Oboz, Pamjati Eliota e V derevne Bog živët ne po uglam) oltre alle pubblicazioni presso giornali per bambini. Segue il periodo del silenzio pubblico. Ai lettori di Brodskij non rimasero che le sue traduzioni.


martedì 6 dicembre 2016

Brodskij,la vita,3

3


Stando allo stesso Brodskij, comincia a scrivere poesie a 18 anni. Tuttavia esistono alcune poesie datate 1956-1957. Uno dei maggiori ispiratori della poesia di Brodskij è stato, almeno all’inizio, Boris Sluckij. Le poesie più celebri di questo primo periodo sono sicuramente Piligrimy (in russo: I pellegrini), Pamjatnik Puškinu (Monumento a Puškin) e Roždestvenskij romans (Romanza di Natale), caratterizzate da un’accentuata musicalità, a volte addirittura tendente all’improvvisazione jazz. Sempre secondo Brodskij, prima Marina Cvetaeva e poi Osip Mandel’stam insieme a Evgenij Baratynskij sono stati decisivi per la sua evoluzione poetica. Tra i contemporanei lo influenzarono maggiormente Rein, Ufland e Stanislav Krasovicic. Più tardi Brodskij considererà poeti sommi la Achmatova, la Cvetaeva e Auden, a seguire Konstantinos Kavafis e Robert Frost. Il canone dei massimi poeti era concluso da Rainer Maria Rilke e Boris Pasternak. La prima poesia pubblicata da Brodskij è Ballad o malen’kom buksire (in russo: Ballata del piccolo traino) apparsa nel 1962 su un giornale per bambini, il Kostёr.

Non passa molto dall’inizio della carriera poetica di Brodskij che iniziano anche i problemi con la censura sovietica. Le prime avvisaglie della persecuzione si manifestano con la pubblicazione di un articolo datato 29 novembre 1963 sul Večernij Leningrad nel quale si bollava Brodskij di parassitismo, adducendo come prova citazioni dalle sue poesie, stravolte ed estrapolate dal loro contesto. Brodskij si accorge delle calunnie ma è più concentrato su problemi personali e in particolare sulla separazione dalla moglie M. Basmanova. A questo periodo risale anche il tentato suicidio. L’8 novembre del 1964 viene pubblicata una raccolta delle lettere alla redazione del Večernij Leningrad, in cui i lettori esigono una punizione per Brodskij e il 13 gennaio viene arrestato. Il mese successivo ha il suo primo attacco di cuore e soffrirà per tutta la vita di angina che in seguito gli ricorderà sempre l’incombere della morte, sensazione percepibile in molte delle sue poesie.

Nel 1964 viene arrestato. Durante il breve interrogatorio di Brodskij in udienza divenne famoso grazie agli appunti della Vigdorova, i quali insieme all’interrogatorio della seconda udienza (finché il giudice non le ordinò categoricamente di smettere di prendere appunti) furono esportati di contrabbando e stampati su parecchi giornali in Occidente: in tal modo il processo di Brodskij diventò una internazionale cause célèbre. Se ne cita qui un passo:

GIUDICE: Di che cosa si occupa?
BRODSKIJ: Scrivo poesia. Traduco. Suppongo…
GIUDICE: Niente “suppongo”. Si alzi dritto in piedi! Non si appoggi alla parete! Guardi la corte! Risponda alla corte correttamente! (A me): La smetta di prendere appunti immediatamente, o la dovrò espellere dalla sala! (A Brodskij): Ha un lavoro fisso?
BRODSKIJ: Pensavo che fosse un lavoro fisso.
GIUDICE: Risponda precisamente!
BRODSKIJ: Scrivevo poesia. E pensavo che fosse stata stampata. Suppongo…
GIUDICE: Non siamo interessati in quello che “suppone”. Risponda per quale ragione non ha lavorato.
BRODSKIJ: Ho lavorato. Ho scritto poesia.
[…]
GIUDICE: Per quanto tempo ha lavorato?
BRODSKIJ: Approssimativamente…
GIUDICE: Non siamo interessati all’approssimativamente!”
BRODSKIJ: Cinque anni.
GIUDICE: Dove ha lavorato?
BRODSKIJ: In una fabbrica. Con un gruppo geologico…
GIUDICE: Quanto tempo ha lavorato nella fabbrica?
BRODSKIJ :Un anno.
GIUDICE: Facendo che cosa?
BRODSKIJ: Ero fresatore.
[…]
GIUDICE: Ma in genere quale è la sua specialità?
BRODSKIJ: Sono un poeta, un poeta-traduttore.
GIUDICE: E chi le ha detto che lei è un poeta? Chi l’ha incluso nell’ordine dei poeti?
BRODSKIJ: Nessuno. (Non sollecitato) E chi mi ha incluso nell’ordine della razza umana?
GIUDICE: Lo ha studiato?
BRODSKIJ: Che cosa?
GIUDICE: Essere un poeta? Non ha finito la scuola dove preparano… dove insegnano…
BRODSKIJ: Penso che non si può ottenere dalla scuola.
GIUDICE: Come allora?
BRODSKIJ: Penso che… (disorientato) venga da Dio…
GIUDICE: Аvete richieste?
BRODSKIJ: Vorrei sapere perché mi hanno arrestato
GIUDICE: Questa è una domanda non una richiesta
BRODSKIJ: Allora non ho richieste







lunedì 5 dicembre 2016

Brodskij,la vita.2

2



Nel 1959 è già stato introdotto nell’ambiente letterario. L’anno successivo partecipa alla sua prima grande esibizione pubblica, il Torneo dei poeti nel Palazzo della Cultura Gorkij a Leningrado esibendosi con la lettura della sua poesia Cimitero ebreo che provoca uno scandalo.
Durante il viaggio a Samarcanda nel dicembre del 1960, Brodskij e il suo amico Oleg Šachmatov (ex pilota dell’aviazione) progettano di dirottare un aereo per fuggire all’estero. Tuttavia non hanno il coraggio di portare a termine l’idea. Più tardi Šachmatov sarà arrestato dal KGB per possesso illegale di armi e confesserà anche questo piano, oltre al progetto di uno scritto antisovietico di Umanskij che Brodskij e il pilota volevano consegnare a un americano incontrato per caso. Il 29 gennaio 1961 Brodskij è arrestato dal KGB ma liberato due giorni dopo.
Nell’agosto 1961 a Komarovo conosce, grazie alla mediazione di E. Rein, la poetessa l’Achmatova, nel 1962 Nadezda Jakovlevna Mandel’stam e poco dopo, a casa dell’Achmatova, Lidia Korneevna Cukovskaja. Dopo la morte dell’Achmatova nel 1966 Brodskij e gli altri letterati a lei vicini, vengono definiti Gli orfani dell’Achmatova. Nello stesso periodo conosce la giovane pittrice Marianna Pavlovna Basmanova. Da questo momento a lei, celata sotto le iniziali “M.B.”, Brodskij dedica molte poesie. Marianna Basmanova diventerà sua moglie e nel 1967 avranno un figlio: Andrej.