sabato 31 marzo 2018

Varietas.53





L'uomo è diverso dall'animale solo perché non sa esserne uno preciso.
Fernando Pessoa

venerdì 30 marzo 2018

Varietas.52





Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.
Lao Tzu

giovedì 29 marzo 2018

Varietas.51





Tutti gli amori dell'uomo, ancorché diversi, hanno lo stesso motore.
Vittorio Alfieri


mercoledì 28 marzo 2018

Varietas.50





Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
Gabriel García Marquez

martedì 27 marzo 2018

Varietas.49





Tutti nella vita hanno la stessa quantità di ghiaccio; però il ricco d'estate e il povero d'inverno.
Anonimo

lunedì 26 marzo 2018

Varietas.48






Occorre somigliarsi un po' per comprendersi, ma occorre essere un po' differenti per amarsi.
Paul Bourget


domenica 25 marzo 2018

Canzone popolare palestinese.

da "Ogni mattina a Jenin." di Susan Abulhawa


Oh,tu che passando mi salutasti con la mano
Hai impresso i segreti dell'amore nel mio cuore
Ho sentito la tua voce mentre parlavi
Come un uccello che cantava su un ulivo
Oh uccello che voli alto nel cielo
 Di' " Ciao" al tuo amato
Il tuo nome,anima mia, resterà nella mia mente
Scritto sulla fronte,in mezzo ai miei occhi.

sabato 24 marzo 2018

Khalil Gibran.3

Citazione di Susan Abulhawa in "Ogni mattina a Jenin."

I vostri figli non sono i vostri figli
Sono i figli e le figlie del desiderio della Vita per se stessa.
Vengono attraverso di voi  ma non da voi e.anche se sono
                                con voi, tuttavia non vi appartengono 
Potete dare loro il vostro amore ma no i vostri pensieri,
poiché hanno pensieri loro.
Potete dar loro alloggio ai loro corpi ma non alle loro anime,
perché le loro anime abitano le case del futuro,che voi
                                  non potete visitare, nemmeno in sogno.
Potete sforzarvi di essere come loro,ma non cercate
                                                            di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non indugia sul passato.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono lanciati
                                                          come frecce viventi.
L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito e
vi tende  con la sua potenza affinché le sue frecce vadano
                                                                  veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia dalla mano dell'arciere;
perché come ama la freccia che vola, così ama pure
                                                            l'arco che è saldo.  
      
Khalil Gibran       "Il Profeta"

venerdì 23 marzo 2018

Khalil Gibran.2


Citazione  di Susan Abulhawa in "Ogni mattina a Jenin"

Ancora un poco,e il mio desiderio riunirà polvere
                                 e schiuma per un altro corpo.
Ancora un poco, un attimo di quiete nel vento,e un'altra
                                                          donna  mi partorirà.
addio a voi e alla giovinezza che ho trascorso con voi.
Era solo ieri che ci incontrammo in sogno.
Avete cantato per me nella solitudine ,e con i vostri desideri
                                               ho costruito una torre nel cielo.
Ma ora il sonno è fuggito e il nostro sogno è finito,e non è
                                                                               più l'alba .
Il mezzogiorno ci sovrasta e il nostro dormiveglia  si è
           tramutato in pieno giorno,e dobbiamo separarci.
Se ancora  una volta ci incontreremo nel crepuscolo
                                                           della memoria,
parleremo nuovamente insieme,e intonerete per me
                                   un canto ancora più profondo.
e se le nostre mani s'incontreranno in un altro sogno,
                             costruiremo un'altra torre nel cielo.
                                                       Da Il Profeta di Khalil Gibran       

giovedì 22 marzo 2018

Khalil Gibran.1

In epigrafe ancora su"Ogni mattina a Jenin" di Susan Abulhawa.


Ma non potete vedere né udire, ed è un bene.
Il velo che vi offusca gli occhi sarà tolto dalle mani
                                                che l'hanno intessuto,
e l'argilla che vi riempie le orecchie sarà bucata dalle
                                           mani che l'hanno lavorata.
E vedrete.
E sentirete.
Eppure non vi pentirete di aver conosciuto la cecità,
                                               né di essere stati sordi.
Perché quel giornocapirete il fine occulto
                                                              di ogni cosa
e benedirete le tenebre come benedirete la luce.
                                         Khalil Gibran  "L'addio".

mercoledì 21 marzo 2018

Mahmud Darwish


Mahmoud Darwish*




La terra ci rifiuta,
ci spinge attraverso l'ultimo varco
e ci strappiamo le membra per attraversarlo...
Dove andremo dopo le ultime frontiere?
Dove voleranno oltre l'ultimo cielo?**








*Mahmoud Darwish (in arabo: محمود درويش ‎, Maḥmūd Darwīsh; (al-Birwa,13 marzo 1941 - Houston,9 gennaio 2008)
Poeta e scrittore palestinese,è autore di circa venti raccolte di poesie(pubblicate dal 1964 ad oggi)e sette opere narrative o saggistiche.
È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato direttore della rivista letteraria "al-Karmel" (Il Carmelo), e dal 1994 è stato membro del Parlamento dell'Autorità Nazionale Palestinese.
I suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e diffusi in tutto il mondo. Solo una minima parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in italiano.
Marcel Khalife ha prestato spesso il suo liuto per sottolineare la magia dei suoi versi e svelare la loro profonda natura di canti.
**Da " La terra ci rifiuta ",scritta in seguito all'uscita dell'OLP dal Libano,
citata in epigrafe in "Ogni mattina a Jenin" di Susan Abulhawa 










 Mahmud Darwish 

                             Marcel Khalife e il suo magico  liuto




‘È il grande poeta Mahmud Darwish a rappresentare da solo
 la Palestina con i suoi poemi. È un grande visionario a cui
 Marcel Khalife dedicò tanta musica e un affetto condiviso
 da milioni di Arabi “dall’oceano al golfo”come si suole dire 
laggiù.     
Mahmud Darwish nasce nel 1941 nel villaggio di al-Bira,in Galilea,Palestina,oggi distrutto.nel 1948 - durnte il primo
conflitto arabo-israeliano - l'esercito d'Israele scacciò i suoi
abitanti e lo rase al suolo.
I genitori di Mahmoud cercarono rifugio in Libano, ma
riuscirono a rientrare nel loro paese,illegalmente,l'anno
successivo, diventato parte di Israele,i loro beni confiscati
e alcun diritto di cittadinanza. Pubblicò la sua prima raccolta
di poesie, Foglie d'Ulivo,nel 1964.Divennero famose
alcune poesie che raccontano la condizione dolorosa e folle
dell'esilio. La poesia di Darwish assumeva un ruolo di
riferimento collettivo per il popolo palestinese.Nel 1970
abbandonò definitivamente la Palestina/Israele per un periodo
di studio in Unione Sovietica.Da allora trascorse la sua vita
risiedendo per periodi diversi nelle principali città del mondo
arabo: Il Cairo,Beirut,Amman.Dopo un periodo di esilio a
Cipro, visse tra Beirut e Parigi. Lavorò anche al Cairo presso
il quotidiano nazionale "Al-Ahrām".
La seconda metà degli anni '80 furono l'epoca del suo maggiore impegno politico.nel 1987 fu eletto nel Comitato Esecutivo
dell'OLP. Si dimise nel 1993, perché contrario agli accordi di
Oslo.Mahmud Darwish ha redatto il testo della Dichiarazione d'Indipendenza dello Stato Palestinese,documento promulgato
nel 1988 e riconosciuto da diversi stati. Dopo 26 anni di esilio,
ottenne un permesso per visitare la sua famiglia nello Stato
d'Israele. E' morto a Houston,Texas, USA, Nel 2008, per le
complicanze di un delicato intervento al cuore.
[

martedì 20 marzo 2018

Susan Abulhawa.2

Sempre da "Ogni mattina a Jenin"

Più di una notte ha disteso il suo manto
avvolgendomi in un cupo dolore,
inghiottendomi come un'onda marina,
mettendomi alla prova con la sofferenza.

allora ho detto alla notte,
mentre la sua immensa mole mi sovrastava,
mentre il suo petto,le sue reni,le sue natiche mi schiacciavano
per poi spostarsi lontano,

Oh, lunga notte,giungerà l'alba,
ma non saràpiù luminosa senza il mio amore.
Sei una meraviglia,le tue stelle sembrano appese
a una roccia massiccia con corde di canapa."

Altre volte ho riempito un otre dell'aqua 
della mia gente  e sono andato nel deserto,
e ho percorso uelle vuote distese mentre il lupo ululava 
come un giocatore d'azzaro la cui famiglia muore di fame.

lunedì 19 marzo 2018

Susan Abulhawa.1

Da "Ogni mattina a Jenin" di Susan Abulhawa - poesia araba classica

Fermiamoci un attimo,amici miei, a piangere
il ricordo della mia amata.
Qui lei viveva,al margine del desrto sabbioso
tra Dakhul e Hawmal.

Le tracce del suo accampamento
non sono ancora scomparse del tutto.
Perché se il vento dal sud le ricopre di sabbia
il vento dal nord la spazza via.

i cortili e le recinzioni
della vecchia dimora sono abbandonati;
lo stercodel daino selvatico giace
abbondante come grani di pepe.

La mattina che ci siamo detti addio
mi sembrava di essere nei giardinidella nostra tribù,
tra gli arbusti di acacia ,dove gli occhi
mi si velavano di lacrime per il bruciore
dei baccelli schiusi della coloquintide.

domenica 18 marzo 2018

Rumi.

Gialal al-Din Rumi*



« O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso. »
(Mawlānā Jalāl al-Dīn Balkhi)

 Come può una parte del mondo abbandonare il mondo?
Come può l'umidità lasciare l'acqua?ciò che ti ferisce,ti santifica ...
Le tenebre sono la tua candela.
i tuoi limiti ,la tua ricerca.

Potrei spiegarlo,ma romperebbe
la copertura di vetro sul tuo cuore,
e sarebbe irreparabile.

Ti bastano queste parole,
o devo stillare altro succo da tutto questo?

(Da "Ogni mattina a Jenin" di Susan Abulhawa - poesia araba classica)



*Jalāl al-Dīn Balkhi (persiano جلال‌الدین محمد بلخى‎‎[dʒælɒ:
æddi:n mohæmmæd [e bælxi ], anche conosciuto come Jalāl
ad-Dīn Muḥammad Balkhi (persiano: جلال‌الدین محمد رومی‎‎ 
[dʒælɒ:læddi:n mohæmmæde ru.mi]), conosciuto come 
Mevlānā in Turchia e come Mawlānā (persiano: مولانا‎‎ 
[moulp:np:] in Iran e Afghanistan ( Balkh,30 settembre 
1207 - Konya, 17 dicembre 1273) è stato un 'alim,teologo
 musulmano sunnita, e poeta mistico di origine persiana ʿ
Fondatore della confraternita sufi dei " dervisci  rotanti"
(Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della 
letteratura persiana . Dopo la sua morte i suoi seguaci si 
organizzarono nell'ordine Mevlevi, con i cui riti tentavano
 di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali
e musica (nella quale predominante era il suono del flauto
ney, da Rumi esaltato nel proemio del suo Masnavi). 

sabato 17 marzo 2018

giovedì 15 marzo 2018

Varietas.46






Occorre somigliarsi un po' per comprendersi, ma occorre essere un po' differenti per amarsi.
Paul Bourget







mercoledì 14 marzo 2018

Varietas.45




Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
Gabriel García Marquez


martedì 13 marzo 2018

Varietas.44




La libertà è la possibilità di dubitare,la possibilità di sbagliare,la possibilità di cercare,di sperimentare,di dire di no a una qualsiasi autorità,letteraria,artistica, filosofica, religiosa,sociale e anche politica.(Ignazio Silone)

lunedì 12 marzo 2018

Varietas.43






Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
(Jorge Louis Borges)