lunedì 31 dicembre 2018

Lo specchio in Forugh Farrokhzad. 39




MEDIO ORIENTE

IRAN


39.Lo specchio in Forugh Farrokhzad

Torniamo con Forugh  Farrokhzad in oriente e incontriamo di nuovo quella sensibilità
dove natura e umanità intrecciano le loro vite con pari dignità, egualmente affascinanti.
Lo specchio poi ha il particolarissimo ruolo profetico nel riflettere il volto materno - che
la poetessa saluta - per anticiparle quello che sarà  in vecchiaia - la poetessa perderà,
peraltro la vita giovanissima in un incidente d'auto - l'aspetto del suo stesso volto.
E seguirà poi il suo saluto egualmente intenso alla terra.


39.Forugh Farrokhzad

Sfidando le autorità religiose e i letterati conservatori, Farrokhzad espresse con fermezza sensazioni e sentimenti della situazione femminile nella società iraniana degli anni '50.'60, contribuendo in modo decisivo al rinnovamento della letteratura persiana del '900. Il ruolo della donna nel  matrimonio convenzionale, le libertà prevaricanti del ruolo di madre e donna libera, il rapporto conflittuale dell'essere donna e non poter godere del proprio corpo liberamente, le diedero la forza di combattere,

Morì nel 1967 in un incidente stradale, di ritorno da una visita alla madre.


39.Forugh Farrokhzad
La strage dei fiori. Cura, introduzione e note
di Domenico Ingenito,Napoli,Ed. Orientexpress,Le Ellissi,2007.

Saluterò di nuovo il sole

 Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto,
e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri
e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secchi stagioni
 Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
 l'odore dei campi notturni.

Saluterò mia madre ,che viveva in uno specchio e aveva il volto della mia vecchiaia.

 E saluterò la terra ,il suo desiderio ardente


di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì,la saluterò
la saluterò di nuovo.

Arrivo, arrivo, arrivo, con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,


e i miei occhi, i miei occhi ,l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro

Arrivo, arrivo arrivo,
e la soglia trabocca d’amore


ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore,io
la saluterò di nuovo. 
































 

domenica 30 dicembre 2018

Lo specchio in Arsenij Tarkowskij .38





EUROPA


Russia


38.LO SPECCHIO IN ARSENIJ TARKOWSKIJ


 La prima quartina del sonetto illustra molto bene una concezione 
del tempo caratteristica del poeta; una concezione di un tempo
assoluto, circolare al di fuori della contingenza ma che, nel contempo,
la contiene ("e sull'onda la stella, e l'uomo, e l'uccello, / e il reale, e i 
sogni, e la morte: un'onda dietro l'altra"); l'onda, quindi l'acqua, si
pone subito, come elemento primordiale. È l'idea-immagine di un tempo
nel quale sogno e realtà sono fusi.
Gli specchi costruiscono la rete dei riflessi che lo immergono al centro
di quel movimento circolare del tempo che cancella le date e conferisce
unità circolaree contigua a passato,presente e futuro

Tarkowskij

 E lo sognavo, e lo sogno


E lo sognavo, e lo sogno,
e  lo sognerò ancora, una volta o l'altra,
e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,
e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.

Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo
un'onda dietro l'altra si frange sulla riva,
e sull'onda la stella, e l'uomo, e l'uccello,
e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.

Non mi occorrono le date: io ero, e sono e sarò.
La vita è la meraviglia delle meraviglie,
e sulle ginocchia della meraviglia
solo, come orfano, pongo me stesso
solo, fra gli specchi, nella rete dei riflessi
di mari e città risplendenti tra il fumo.
E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia


sabato 29 dicembre 2018

Lo specchio in Arsenij Tarkowskij. 37




EUROPA

RUSSIA

37.LO SPECCHIO IN ARSENIJ  TARKOWSKIJ

Arsenij Tarkowskij 



Qui lo specchio ha la funzione, con la sua capacità di
riflettere l'universo di lei,di consentire a lui di avere  
una fantastica familiarizzazione che gli permetterà di
varcare le porte per entrare  e porsi con devozione in
 quel mondo.

Primi Incontri

Ogni istante dei nostri incontri
lo festeggiavamo come un’epifania,
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e lieve di un’ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio.
Quando giunse la notte mi fu fatta
la grazia, le porte dell’iconostasi
furono aperte, e nell’oscurità in cui luceva
e lenta si chinava la nudità
nel destarmi: "Tu sia benedetta",
dissi, conscio di quanto irriverente fosse
la mia benedizione: tu dormivi,
e il lillà si tendeva dal tavolo
a sfiorarti con l’azzurro della galassia le palpebre,
e sfiorate dall’azzurro le palpebre
stavano quiete, e la mano era calda.

Nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumigavano i monti, rilucevano i mari,
mentre assopita sul trono
tenevi in mano la sfera di cristallo,
e " Dio mio! " tu eri mia.

Ti destasti e cangiasti
il vocabolario quotidiano degli umani,
e i discorsi s’empirono veramente
di senso, e la parola tua svelò
il proprio nuovo significato: zar.

Alla luce tutto si trasfigurò, perfino
gli oggetti più semplici - il catino, la brocca - quando,
come a guardia, stava tra noi
l’acqua ghiacciata, a strati.

Fummo condotti chissà dove.
Si aprivano al nostro sguardo, come miraggi,
città sorte per incantesimo,
la menta si stendeva da sé sotto i piedi,
e gli uccelli c’erano compagni di strada,
e i pesci risalivano il fiume,
e il cielo si schiudeva al nostro sguardo"

Quando il destino ci seguiva passo a passo,
come un pazzo con il rasoio in mano.

(Pervye svidanija, in A. A. Tarkovskij, Poesie scelte , Milano 1989)

venerdì 28 dicembre 2018

Lo specchio in Bertold Brecht .36





EUROPA



GERMANIA



36.LO SPECCHIO in   Bertold Brecht.

In lui lo specchio è lo strumento per occultare,per trasformare,per 
diversificare.Il compagno indispensabile nel camerino dell’attrice
che si prepara a rappresentare  la sua  battaglia contro i generali .


L'attrice in esilio


A  Helene Weigel


Ora si trucca. Nel camerino bianco
Sta seduta china sul povero sgabello,
con gesti leggeri
si mette il trucco davanti allo specchio.
Accuratamente occulta ogni tratto particolare
Del suo viso: la più pallida delle sensazioni
lo renderà diverso. Di tanto in tanto
lascia cadere in avanti
le esili e nobili spalle, come fanno quelli che
lavorano sodo. Indossa già la blusa rozza
con i rammendi sulle maniche. Le scarpe di rafia
stanno ancora sul tavolo da trucco.
Quando è pronta
chiede ansiosa se il tamburo che deve imitare il colpo di cannone
sia già arrivato e se la grande rete stia già appesa. Poi si alza in piedi, piccola figura
grande combattente,
va ad infilarsi le scarpe e a rappresentare
la battaglia della pescatrice andalusa
contro i generali.




 
Traduzione di Federica Giordano





giovedì 27 dicembre 2018

Lo specchio in Rainer Maria Rilke. 35




EUROPA

GERMANIA


LO SPECCHIO in Rainer Maria Rilke
Il poeta si cimenta con  realtà ossimoriche per definire l'essenza vera dello
specchio: soglia, ma impenetrabile vuoto delle sale, vasto come selve  la luce
del lampadario abbaglia di sé fino a varcare la soglia impenetrabile come il
cervo ramoso la selva. E tra le immagini dei fastosi  saloni che conservano
la memoria della severità del potere lo specchio  talora può  contenere proprio,
 la più bella che resterà fino a quando dentro al suo viso conservato nella
 profondità dell'al di là di chi si specchia, sarà penetrato Narciso liberato dalla luce.

Rainer Maria Rilke


Specchi, nessuno mai coscientemente
ha descritto la vostra vera essenza.
voi, intervalli del tempo, crivelli
fitti di innumerevoli buchi.

Voi prodigate ancora il vuoto delle sale
all'imbrunire vasti come selve...
E il lampadario varca , come il ramoso cervo
La vostra soglia impenetrabile.


Talvolta siete pieni di pitture.
Alcune sembrano in voi penetrate
altre le respingereste timorosi.

Ma la più bella resterà - finché dentro il suo viso
che in fondo al vostro aldi là serbate
penetri il chiaro liberato Narciso.

mercoledì 26 dicembre 2018

Lo specchio in Ghiannis Ritsos.34




                                                                                                                 °°°°°°°°°°°°°

EUROPA


Grecia                                                                  


34.LO SPECCHIO IN GHIANNIS RITSOS


Nel sogno dell'esule tutto è nero come la pece .anche lo specchio non ha più la
capacità di diffondere luce,perchè è rotto,ma lui, l'esule, non si lascia abbattere

e reagirà dopo aver considerato che non è che la realtà della sua condizione
del momento da cui lui lotterà per uscirne.

Ritsos.


  Che coraggio nell'affrontare la vita,che palpabile calore in persone messe alla prova da una sofferenza grande,quanta generosa energia nelle parole e nelle azioni,regalate senza cedimenti né esitazioni al resto del mondo - meno consapevole- perché non disperda  le  opportunità  che  la  vita  concede.



Rappresentazione del sonno[1]   



Di notte grossi pezzi d'intonaco  cadevano sul letto dal soffitto

non avevi dove sdraiarti.  Lo specchio si era rotto anche quello.

La statua di gesso del corridoio  era coperta di fili di fuliggine.

Non solo non potevi farci l'amore,  ma neppure sfiorarla

tracce nere lontano sulle cosce,  sulle ginocchia,le labbra,

le mani. Da mesi ormai avevano tagliato l'acqua,il telefono,la luce,

sul tavolo di marmo  in cucina accanto alle cicche,

marcivano due enormi lattughe.   

     

 [1] Ghiannis Ritsos, “Rappresentazione del sonno”, da Pietre, ripetizioni, sbarre. Poesie 1968/69, a cura di Nicola Crocetti, Crocetti,2004.