venerdì 30 settembre 2016

Il libro delle narrazioni(II).Il ragazzo e la cerva.Zuni.

Il libro delle narrazioni(II).

Il ragazzo e la cerva.
                                        Zuni.



 





                         

giovedì 29 settembre 2016

Libro di narrazioni(I)

Libro di narrazioni (I)              





Tasso truffa Coyote,Coyote mangia Tasso,

Coyote si batte con gli Uomini - Merda,

viene murato in una casa di pietra,si mangia gli occhi,

si mangia le palle,fugge,truffa il Ragazzo -  Uccello

per riavere gli occhi,

li perde a causa degli uccelli e li ritrova

                                                          Nez Percé



Tasso suo fratello minore disse a Coyote:Ecco come faccio a procurarmi  questo buon pesce fritto.

Uso come cuscino i miei cavoli – che – puzzano, e il sole li tramuta in pesci. Coyote fece così,si

appoggiò ai cavoli. Al  sorgere del sole erano cavoli – che – puzzano



e Tasso disse Non così! quel che faccio è di mettere il mio uccello in un nido di formiche ,lo morsicano,

forse molto,ed ecco un grosso pesce fritto,un piccolo morso

ed ecco un pesciolino. Beh Coyote lo fece,trovò le formiche  e mise il suo uccello in mezzo a loro,sentì

molto male quando morsicarono:Coyote pensa suo pesce e tirò fuori l’uccello tutto rosso e dolorante.

A casa senza pesce Coyote disse a Tasso Hanno morsicato il mio coso e gli hanno fatto male ma non ho

 avuto il pesce



e Tasso disse Non così!Quel che faccio è di andare al sentiero e chiedere a chiunque passi. Così andò

anche Coyote ed entrambi ottennero il cibo .e Coyote li derubò e Tasso lo smascherò e fuggì con il

cibo. Picchiarono  Coyote e si ripresero tutto e gli gonfiarono gli occhi e così non riusciva più a vedere.

Tornò a casa in pessimo stato



Coyote disse a Tasso Quando vai in cerca di granchi stai attento,esseri neri giù al fiume colpiscono la

gente. Li puoi riconoscere,dicono Spitspam Spitspam.Coyote si cosparse di carbone e scese al fiume

e colpì Tasso con una freccia. Dicendo  Spitspam Spitspam. Tasso tornò a casa dolorante. Ti avevo avvertito

disse Coyote,ti curerò. E Coyote morsicò i punti grassi,li strappò via. O   gridò Tasso. Mi fai male. No rispose

Coyote ti sto curando, e Coyote lo mangiò. Coyote   ebbe molto cibo



poi Coyote andò qua e là senza decidersi e disse Mi piacerebbe  battermi con gli Uomini – Merda. Subito gli

Uomini – Merda lo picchiarono finché perse coscienza .Quando si alzò puzzava tutto di merda e si lavò nel fiume



Vorrei una casa di pietra per proteggermi,disse Coyote. E  ne ebbe una . Non potevano entrare  né farlo uscire.

Dopo molto tempo cominciò ad avere fame e non c’era cibo. Così si strappò gli occhi e li mangiò,ma dimagrì e

non c’era cibo così si strappò le palle e le mangiò



qualcuno fuori picchiava e martellava;quando  Coyote gridò arrivò Picchio. Coyote disse  Di ‘a  picchio bruno,

a ghiandaia e a picchio dalla testa rossa di fare un buco in questa casa e così fecero e lo tirarono fuori .Diede

loro dei bellissimi abiti e tutti quegl’uomini se ne andarono  felici



beh ora Coyote era cieco. Sentì Ragazzo –Uccello  e lo chiamò e si mise .dei fiori nelle orbite degli occhi.

 Coyote disse Perché non colpisci quel fagiano laggiù? i tuoi occhi non vedono bene,facciamo uno scambio

 E si scambiarono gli occhi. Il ragazzo corse qua e là e poteva vedere lontano ma i suoi occhi che erano fiori

appassirono e si seccarono e divenne cieco



Coyote si cavava un occhio e lo buttava su in aria  dicendo Fantastico è mio. Degli uccelli passarono e lo

notarono e  strapparono gli occhi dall’aria. Coyote disse fantastico è mio,lo ripeté cinque volte,ma loro

avevano i suoi occhi



Coyote giunse da una vecchia che aveva un occhio solo. Disse O guarda come si divertono con gli occhi

di  Coyote.  Macinava delle radici di felci e lui la bastonò a morte e indossò i suoi vestiti e cominciò a

 macinare  le radici di felci .Poi ritornarono delle donne e dissero a Coyote O guarda come si divertono

con gli occhi di  Coyote! il giorno seguente  portarono la vecchia con sé e questa chiedeva a tutte le donne

 Portami sulle spalle,un po’ più in basso figlia mia. Poi Coyote disse ecco quello è il punto giusto laggiù. E

 la donna diceva Mi fai male,mi stai penetrando con qualcosa. ma come,rispose Coyote,non ho niente

 con cui penetrarti. ma la più giovane si rifiutò di sistemare Coyote più in basso e Coyote disse Mi fa male

 figlia mia,un po’ più in basso! Ma buttò per terra Coyote e se ne andarono tutte là dove c’erano gli occhi

 di Coyote



si passarono gli occhi l’un l’altra e Coyote li riebbe di nuovo e li buttò in aria gridando Fantastico sono miei

e Ghiandaia disse alle altre Cosa sta dicendo la vecchia? E tutt’e due gli occhi caddero e furono di nuovo

di Coyote. Si tolse i vestiti della vecchia e corse via.




mercoledì 28 settembre 2016

Dal night chant- Navajo

Dal NIGHT CHANT

                               Navajo





In bellezza

                   sarai la mia immagine

In bellezza

                   sarai il mio canto

In bellezza

                   sarai la mia medicina

In bellezza

                   la mia santa medicina          



 

martedì 27 settembre 2016

L'assassino-Cherokee.



L’ASSASSINO

(da A’yunini)

                      Cherokee



Attento:  il mio coltello trivella la tua anima

                 ascolta,qualunque – sia – il – tuo - nome

                Uno del popolo del lupo

ascolta   spiaccicherò la tua saliva sulla terra

ascolta   seppellirò le tue ossa sotto  selci   nere

ascolta           “          “     “    “         “    piume   “

ascolta           “          “     “    “         “    rocce     “

Poiché   stai giungendo là dove regna il nulla

                Nera bara là sulla collina

ascolta   la nera terra ti nasconderà,ti

                troverà una nera dimora

                Là fuori dov’è buio, in quella terra

ascolta    sto portando una cassa per le tue ossa

                 Una cassa nera

                 Una tomba con ciottoli neri

ascolta    la tua anima sta uscendo

ascolta    è azzurra




 

lunedì 26 settembre 2016

Parole magiche per sentirsi meglio.

Parole magiche per sentirsi meglio (di Nakasuk)
                                                             Eschimese







GABBIANO
che spieghi le ali
sopra di me
                   nel cielo azzurro,


tu GABBIANO lassù
abbassati
                  vieni qui
portame con te
                 nel cielo!


Le ali brillano dinanzi
all'occhio della mia mente
e son lassù che spazio
nel cielo limpido,
                             a-a-a-a-ah,
                                                 nel cielo.   

domenica 25 settembre 2016

Primo uffizio.Parole magiche e ancora ancora ancora .

                                  Primo uffizio                                                               







                                                                                                      Istruzioni:Usate il linguaggio degli sciamani.
                                                                                                      Dite"mi ha fatto girare la testa"intendendo
                                                                                                      "mi ha detto qualcosa".
                                                                                                                                                         Eschimese

    


  PAROLE MAGICHE E ANCORA ANCORA ANCORA
  PAROLE MAGICHE


    Eschimese


Parole magiche (da  Nalungiaq)



Nei tempi antichi,
quando sia uomini che animali vivevano sulla terra,
un uomo poteva diventare un animale se lo desiderava
e un animale un essere umano.
A volte erano uomini
e a volte animali
e non c'era  alcuna differenza.
Tutti parlavano lo stesso linguaggio.
Quello era il tempo in cui le parole erano magiche .
La mente umana aveva misteriosi poteri.
una parola detta per caso
poteva  spiegarlo:
Era così.strani effetti.
Ad un tratto diventava viva
e i desideri potevano avverarsi -
non si doveva far altro che pronunciarla.
Nessuno poteva spiegarlo:
Era  così.

sabato 24 settembre 2016

Preludio-6 quinques

                                                                                                                                 Seneca


ERO SORPRESO DI TROVARMI QUI
E COMPORTARMI COME UN CORVO







non pensavo di
agitare   la   zucca
non  proprio  qui
non  certo  stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho



non  pensavo  di
beccare  la  carne
non  certo  stasera
yahooondaaaahiii
yohaaaahiiiiyuuho
hohgaahaaaayeyhey
yohaaaaheeeeyuuhoho






venerdì 23 settembre 2016

Preludio-5 quatuor

                                                                                                                     Seneca


DOVE ANDO 'IL CANTO DOVE ANDO 'LEI
E COSA ACCADDE QUANDO SI INCONTRARONO



il canto andò in giardino                         (heh heh heh)
il canto rovistò tutto il giardino              (heh heh heh)
lei andò in giardino                                 (heh heh heh)
andò come una pazza in giardino           (heh heh heh)
ecco dove andò                                       (heh heh heh)


giovedì 22 settembre 2016

Preludio -5 tris

                                                                                                                                         Seneca

HEY QUANDO CANTO QUESTO GRUPPO DI 4 CANTI
GUARDATE COSA SUCCEDE!






hey il mio canto
hey può aiutarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può alzarla
certo che può certo è così potente
hey il mio canto
hey può raddrizzarle il braccio
certo che può certo è così  potente
hey il mio canto
hey può raddrizzare il suo corpo
certo che può certo è così potente

mercoledì 21 settembre 2016

Preludio-5 bis

              
Agitando la zucca





canti e altre attività
della società degli animali mistici


Seneca





        ...ma se tutto va bene
chi recita la preghiera dice:
sta a voi gente e se volete
divertirvi,divertitevi!


         
 
                                   *°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*




                                      Agitando la zucca
                                                       Seneca

DOMANDO' COSA SAPEVANO E RISPOSERO.


so tutto
di questi
vari
villaggi è
tutto ciò che so


haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh


so
tutto di queste
varie
colline è
tutto ciò che so


haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh



so tutto
 di
questi vari
fiumi è
tutto ciò che so


haaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyehheyhaaiyohoueyyeh










martedì 20 settembre 2016

Preludio-5

Agitando la zucca





canti e altre attività
della società degli animali mistici


Seneca


...ma se tutto va bene
chi recita la preghiera dice :
sta a voi gente e se volete
divertitevi,divertitevi!

lunedì 19 settembre 2016

Preludio-4

Canto dell'aquila.


Crow


vogliamo ciò che è vero
vogliamo ciò che è vero
non ingannateci!

domenica 18 settembre 2016

Preludio-3

Dal RITO HAKO : invocazione delle potenze

Pawnee,Osage,Omaha






Rammentiamo,rammentiamo il granda cerchio del cielo
                        le stelle e l'aquila bruna
                        i venti sovrannaturali
                        che notte e giorno portano la vita
                        dalle quattro direzioni

Rammentiamo,rammentiamo la potenza vitale del sole
                        che è trasmessa alla terra
                        che giace sulla terra
                        per donarle vigore
                        potenza che ricopre la terra

Rammentiamo,rammentiamo la sacralità del creato
                       la vita che scorre ovunque
                       i piccoli nel nido
                       il luogo riservato al fuoco sacro
                       alla sacra fiamma del fuoco 
  

sabato 17 settembre 2016

Preludio-2

CANTO DELL'ALBA.2
Mascalero Apache




Ad oriente il nero tacchino fa la ruota
La candida alba sono i lembie della sua splendida coda

Dall'alba ragazzi accorrono verso di noi
Portano gialle scarpe di raggi di sole

Danzano su rivi di raggi di sole

Dall'arcobaleno giungono ragazze danzanti
Indossano camicie di giallo

Danzano sopra di noi le fanciulle dell'alba

I fianchi delle montagne divengono verdi
Le cime delle montagne divengono gialle

E adesso sopra di noi sulle meravigliose montagne è l'alba.

venerdì 16 settembre 2016

Preludio-1

Dal WALUM OLUM - 1.
Delaware





In principio
     regnavano saggezza e letizia
     e serenità
     i pensieri erano dolci

vi era fratellanza tra tutte le creature
     acque dirompenti
     alle colline
     inondavano le terre
     divoranti acque
     gli uominie le creature tutte nella corrente delle acque

          la figlia di uno spirito giunse in aiuto
          tutti si riunirono
          implorando
                            Aiuto

in altri tempi si attraversavano
le acque del duro mare di sassi

vi era pace tempo fa

    vasta ed estesa era la terra ad oriente
    abbondante e fertile

   potremo poi essere liberi e felici
   nei nuovi territori?

Desideriamo serenità pace saggezza

    

giovedì 15 settembre 2016

Le comunità indiane sono diverse.

[...]Rothenberg ha effettuato tentativi di traduzione - definita totale - su una
 serie complessa di canti che accompagnano le attività della società degli
Animali Mistici o Sciamani dei Seneca ( una delle Nazioni degli Irochesi)
nota come Shaking the Pumpkin(agitando la zucca).E' necessario chiarire
che l'invito al divertimento,al gioco,non disgiunto dalla scommessa ,è una
presenza costante di questa omunità indiana:l'esortazione introduttiva lo
attesta.Si è quasi sempre alla soglia del comico,accentuato dall'uso di
maschere  grottesche e policrome.anche se la loro vita è stata brutalmente
 mutata e impoverita l'eco della permissività e delle attività ancestrali non
è andato perduto e,trasmesso di generazione in generazione,è avvertito in
molti modi e in vari momenti.La sacralità non è unicamente silenzio,serietà
,è anche spettacolo,divertimento,riso.Può  accadere anche di celebrare
cerimonie curative e scoprire che nessuno è ammalato e bisognoso di cure
e allora l'invito al divertimento interpreta fedelmente le esigenze dei presenti
riuniti nella longhouse.La traduzione totale ha tentato di lasciar trasparire
tra le righe questo stato d'animo,che pervade tutte le attività degli Animali 
Mistici.
   La cerimonia appartiene a un ciclo sacro noto in lingua Seneca come 
Idos  e presenta gruppi brevi di canti,espressioni minime che spesso si
contrappongono mirabilmente.Come la maggior parte dei canti Seneca
il tipico canto della zucca contiene un'unica affermazione ,spesso alternata
 con una serie di vocaboli,che viene ripetuta in un punto qualunque del
canto da tre a sei-sette volte.
    Prendendo in esame i canti d'apertura si puònotare come siano costituiti
 da strutture fisse intonate dal cerimoniante -hajaswas:esordio che precede
la libertà dei partecipanti.La melodia   e la struttura dei primi nove canti
sono identiche :molto lente con un solo verso che termina con una serie
di suoni.Così come Johnny John - il collaboratore indiano di Rothenberg -
ha richiesto,tutto doveva apparire sulla pagina scritta:la ponderatezza,la
 scarna essenzialità del canto unita al significato,alla ripetizione di vocaboli
dal suono enfatico.ad ogni canto è stata riservata una pagina per sottolineare
la riflessione,la lentezza dell'emissione dei voxaboli e dei suoni.Le linee
verticali  non hanno riferimento diretto alla versione dei Seneca,ma, nelle
 intenzioni di Rothenberg,vorrebbero completare la particolarità del movimento
espositivo -musicale,così come ha colpito la sua immaginazione e sensibilità.
   Di  diversa  natura  i  criteri  adottati  per la traduzione  totale  del 12°
Canto-del.Cavallo dei Navajo.I loro canti,se rapportati a quelli dei Seneca,
risultano strutturati diversamente,più densi e corposi.I vocaboli vengono
torti per creare nuove forme,gli spazi tra le parole vengono riempiti inserendo
un'infinità di suoni senza significato,che devono essere trattati in quanto tali,
e a cui ci si deve commisurare.Molti studiosi hanno messo in rilievo la
importanza fondamentale di questi complessi di suoni privi di elementi .
concettuali,proponendoli come chiavi di volta delle strutture dei canti.Si
suppone perciò che il puro suono se non si trova al centro della poesia
indiana,non ne è molto distante.
I fonemi recano elementi fantasmagorici che, non si ha difficoltà ad
ammettere,trasferiti sulla pagina scritta perdono gran parte della loro
intensità.qui risiede il limite effettivo della traduzione,pur anche totale,
di una letteratura che mantiene inalterata la caratteristica di oralità:per
non perdere il suo fascino e la sua efficacia dovrebbe essere ascoltata
e non letta.
I Canti-del-Cavallo rientrano in un gruppo molto ristretto che non
prevede accompagnamento di strumenti musicali e rappresentazioni
collaterali,ovviamente occasioni per ulteriori tentativi di traduzione.
La voce  principale è quella di Enemy Slayer,il Ragazzo dell'Aurora ,
che per primo portò i cavalli ai Navajo,al Popolo(Diné).La madre,
Changing Woman(Donna mutevole,la Luna)manda il figlio dal
padre,Il Sole,per ottenere cavalli ,altri animali e cose preziose da
portare al Popolo.a tutti è noto che i cavali sono giunti in America
con gli Spagnoli ma l'esigenza di trasfigurare la storia e di ricrearla
e narrarla con la voce poetica del mito è ancora molto intensa.[...]
La traduzione de Il ragazzo e la cerva,operata da D.Tedlock,non
può propriamente essere considerata totale, per lo meno nel senso
inteso da Rothenberg.In essa èavvertibile una minore manipolazione
del testo,una maggiore aderenza alla fonte e forse anche una
esigenza meno  marcata di proporre incauti parallelismi che
perdono completamente di vista  le radici della differenza tra
le due culture e tendono a sottrarre quella indiana ai suoi ambiti
precisi e irrinunciabili.
   Probanti sono le osservazioni di Tedlock sulla traduzione
delle narrazioni degli Zuni(Indiani Pueblo)e sulle loro principali
caratteristiche .Del tutto innovatrice è l'idea cardine del suo assunto,
che il linguaggio di uomini privi di scrittura non è prosa;la narrativa
orale non è prosa bensì poesia con i tratti e irequisitidel dramma. E'
stata anche definita prosa orale ,ma sembra  pretestuoso credere che
 la prosa abbia un'esistenza reale al di fuori della pagina scritta.
   E' consuetudine sostenere che il valore letterario dellenarrazioni
indiane sia pressoché nullo.E' vero piuttosto che la bellezza,il valore
letterario o non sono stati tradottio sfuggono ai nostri canoni estetici
belle sono senz'altro per i popoli che le hanno create.Nelle traduzioni
 ha sempre predominato l'interessa teoretico e il contenuto ha prevalso
sullo stile.L'esempio più clamoroso è quello fornito dal materiale
raccolto da F.H.Cushing,a tutt'oggi il prediletto dagli studiosi.I testi
traboccano di commenti e interpretazioni metafisiche  - si veda
l'enfasi sul monoteismo - indubbiamente preoccupazioni di un
antopologo americano di fine ottocento più che credenze Zuni[...]
   Due problemi essenziali pongono limiti notevoli alle opere di
traduziuone:il primo è quello di conoscenza della lingua originale
- troppo frequentemente ci si affida ad Indiani bilingui il cui inglese
è estremamente povero e inadeguato - e il secondo è insito nella
ondizione di normalità,nella mancanza di spontaneità,nell'assenza
vitale di un pubblico indiano profondamente coinvolto e partecipe.
Premesse necessarie per sottolineare ancora una volta i limiti anche
oggettivi riscontrabilinelle traduzioni di letteratura indiana -e i
testi presentati ovviamente sono a loro volta traduzione.! -.
   La narrativa indiana è immaginosa ,evoca le emozioni più di
quanto le descriva:esttamente come la poesia.Un esempio di
emozione suscitata e non descritta lo troviamo nel finale de
Il ragazzo e la cerva:si fa comprendere che il giovane è molto
depresso e i presenti interpretano la sua morte  come un suicidio
anche se la narrazione la descrive come un  incidente.
   La ripetizione piùricorrente è l'enjambement o l'anafora che può
investire singole parole,frasi o interi episodi.nella nostra tradizione
la poesia  epica rivela spesso questa convenzione,riconducibile
 all'oralità e non a un presunto primitivismo  come si è sempre
voluto sostenere.E  narrazioni oralie poesia epica hanno in comune,
probabilmente per la medesima ragione,le formule fisse :forme
di saluto,epiteti,ecc.Le altre forme di ripetizione non sono semplici
repliche  ma successive esplorazioni di un fatto ,di uno stato d'animo,
scoprono sottigliezza e e gradi diversi d'intensità e sono contraddistinte
da mutamenti del tono della voce,da pause  o da accelerazioni nella
emissione dei vocaboli.


                                                  continua con i testi .


mercoledì 14 settembre 2016

Il respiro.2.

   Alcune comunità concedevano meno spazio di altre all'improvvisazione
e alla sperimentazione  ma sovente all'interno dei canali tradizionali  e
conosciuti, all'interno di una rigidità trasmessa di generazione in generazione,
si possono scorgere sorprendenti manifestazioni di libera estemporaneità.
   L'espressione verbale è fondata sul ritmo; l'elemento ritmico musicale ,
che ha perso rilievo nella tradizione occidentale, permane invece in quella
indiana. La centralità della danza è dimostrata dal fatto che le cerimonie
più elaborate  sono note come danze. Il momento spettacolare/culturale
della danza presenta l'occasione per evadere dalla realtà economica
/ergologica e dalle crisi esistenziali. l'obiettivo è l'acquisizione di una
diversa dimensione di essere nel mondo e nel gruppo di appartenenza.
Il danzatore  è semplicemente un mimo ma si immerge direttamente in
un universo di rappresentazioni mitiche che la danza rimette in vita per
tutti: può essere un animale cui viene data la caccia o cacciatore , dio
o eroe mitico, luna o sole, vento o tuono ,ecc. Sia pure avvertendo la
separazione tra sé e l'essere e/o la cosa rappresentata, il danzatore opera
in forza di un'energia che trasforma e potenzia il suo agire ,la cui funzione
preminente,si è inclini a credere, sia di riscatto dalla realtà, di fuga dal
tempo. Comunque anche per la danza la presenza di notevole
dissomiglianze ci vieta di formulare generalizzazioni, quanto mai
scorrette e imprecise.[...]
       La danza è inseparabile dal canto. Tra musica, danza e poesia, quasi
sempre, non vi è alcuna linea di divisione. Vi sono canti per ogni aspetto
e occasione della vita, siano essi felici o dolorosi, eccezionali o comuni,
condivisi con la comunità o vissuti in solitudine. Ogni avvenimento, ogni
attività, ogni attimo della vita quotidiana, ogni pensiero, ogni immagine
 può evocare un canto. Oltre che accompagnare attività rituali ed ergologiche
i canti rendono manifesti i sentimenti e i desideri più riposti e universali:
l'amore, la gioia, il dolore, la tragica bellezza dell'esistenza.[...]  
La poesia indiana  coltiva i generi più disparati che a pieno diritto
possono rientrare nelle categorie della tradizione occidentale :vi sono
canti lirici, epici, forme d'arte drammatica, inni, narrazioni ,commedie, ecc.[...]


                                         continua


martedì 13 settembre 2016

Il respiro.1.

Il respiro.


     E' la voce degli Indiani, sempre trasparente e misurata, la più adatta a facilitarci
 l'accesso al loro mondo e a mostrarcene i tratti distintivi, che una marcata
indisponibilità alla comprensione frettolosamente e fuor di proposito giudica 
enigmatici e comunque sempre pregni di un'arcaicità disprezzabile. [...]
     L'arte oratoria da sola potrebbe abbattere lo stereotipo dell'indiano stoico,
silenzioso , privo di intelligenza e di senso dell'umorismo e che si esprime  a
gesti seguiti da urla sgradevoli e inumane : figura ancora molto comune in 
certa industria cinematografica.
   L'oratoria ,pur avendoci lasciato espressioni di rara bellezza che rimangono
vive nella memoria, è troppo legata ad eventi contingenti e lo scontro con i 
bianchi giuoca un ruolo troppo determinante. E' piuttosto attraverso il 
ricchissimo e fecondo patrimonio di canti poetici ,miti, leggende, narrazioni
sacre e profane - di tutto ciò che una cultura letterata definisce letteratura - 
il cui valore/potenza gli indiani conoscono intimamente ,che possiamo forse
raggiungere il cuore della cultura indiana.[...]
La religiosità indiana non è qualcosa di separato, astratto, soggetto a  disquisizioni
dottrinali. E' un modo di vita ,un'etica , è il centro di una cultura che noi possiamo
immaginare più che comprendere. E' un equilibrio di principi opposti interni ed
esterni all'uomo e più che conoscerlo con mezzi coercitivi gli Indiani crescono
con esso. E' osservazione acuta  e profonda dei propri padri e dell'ambiente; è
 processo di assorbimento esperito all'interno della comunità.
   Non si può negare che esista una stretta relazione tra le due forme espressive:
la religiosa e la poetica. E tale connessione induce ad attribuire al termine
poesia una capacità e un'importanza decisamente diverse da quelle che si sono
venute consolidando nella tradizione letteraria occidentale. E' un tipo di
linguaggio che si differenzia dalle usuali forme discorsive - pur sempre legate 
a una logicità funzionale - e lo sostanzia una visione7esperienza del mondo
per molti versi analoga a quella del mito. Nasce da una presa di contatto mitica 
con la realtà ,da un atteggiamento esistenziale che significa la presenza
dell'uomo nell'universo per mezzo della creazione di immagini e discorsi.
    D'altra parte sarebbe del tutto inesatto sostenere che la produzione poetica 
degli indiani rappresenti un momento ritmato e cantato di mitopoiesi e non
assuma mai forme estetiche autonome ,personali, affrancate da utilizzazioni
cerimoniali o culturali in senso lato. Se dominante e tradizionale è il poeta
messaggero di rivelazioni, profezie, aforismi, biasimi, approvazioni, il cantore
che in seguito a delle uscite da se diviene il tramite della potenza ,è anche 
vero che la figura del poeta individualizzato non manca. Esistono, piuttosto,
notevoli differenze tra le varie nazioni indiane che invece un'inveterata
generalizzazione vuole del tutto simili e indistinguibili.
    Non si può inoltre dimenticare che tutto il corpo poetico a nostra disposizione 
è stato raccolto da missionari, antropologi, linguisti che ,sia nella scelta dei testi 
sia nella trasposizione in lingua inglese, riportano fedelmente i pregiudizi e le
preclusioni del loro tempo.

                                                   continua

lunedì 12 settembre 2016

Rispetto

                                                         

 da " Canti e narrazioni degli Indiani d'America", Guanda ed.1978


Frammenti dall'introduzione di Franco Meli:

Rispetto

La cultura euro-americana palesa in modo inequivocabile una
cronica indisponibilità al confronto e alla comprensione della
realtà offerta dalla presenza indiana nell'emisfero occidentale.
La criminalità culturale dell'occidente non ha mai concesso e
continua a non accordare alternative all'altro  - inteso più come
entità etnica che singola individualità - e ne restringe sempre
più gli ambiti vitali, sia fisici che culturali. Una gamma composita
di stereotipi ha creato la falsa immagine, ha deformato la civiltà
degli Indiani, li ha disumanizzati e ha legittimato l'espropriazione
delle loro terre, attuata per mezzo di un genocidio, ieri, di un
etnocidio, oggi.
Di estremo valore è la loro testimonianza  in quanto hanno saputo
valutare realisticamente il nostro sviluppo materiale e l'ideologia
che lo hanno sorretto, conosciuti finno alle conseguenze ultime.
Hanno dovuto intrattenere rapporti stabili e duraturi con tutti gli
 esponenti del mondo dei bianchi - politici, militari, religiosi,
studiosi, commercianti, coloni, vagabondi ed emarginati, la cui
eterogeneità è falsa e ingannevole perché rispetto all'altro si
tramuta in solida compattezza - e hanno percepito senza incertezze
le motivazioni di fondo della razionale  trasformazione del mondo,
obiettivo della civiltà occidentale  e radice della fatua presunzione
che aleggia sul nostro orizzonte.
       L'accusa più lucida  e pregnante proviene da Sitting Bull  che,
tralasciando ipocrisie ed eufemismi, ha colto nel segno ponendo
l'accento sul nostro patologico desiderio di possesso.[...]
E' ovvio dunque che lo sguardo rivolto agli indiani non è
nostalgica rivisitazione  di un passato arcaico né esotico
primitivismo, ma riconoscimento indifferibile di un popolo da
sempre calpestato; è conoscenza obbligatoria per la costruzione
di un futuro migliore, definitivamente affrancato da valori
artificiali e falsi miti messaggeri di sopraffazione e  annientamento.
[...] Ma gli indiani tradizionalisti continuano a frapporre una
indisponibilità che riecheggia gli aneliti dei padri alla sovranità
nazionale ,al diritto di autodeterminazione e indipendenza.
Essere indiani tradizionalisti non significa auspicare un ritorno
allo stile di vita dei secoli passati - ovviamente impossibile - e
nemmeno negare i reali ,effettivi benefici della civiltà occidentale
bensì di esprimere la volontà di mantenere e rafforzare l'integrità
culturale e politica, la visione del mondo e il senso/ruolo che
 l'indiano in esso può svolgere. Comporta di non disconoscere
 che il mezzo più importante  di comunicazione  è la persona, a
 cui tutto deve essere rapportato perché questo è il modo più
soddisfacente di risolvere i problemi dell'esistenza  e di assaporare
la vita .E' infine riconoscimento della correlazione tra tutte le aree
di intervento umano -religione, scienza, medicina, politica, arte ecc.-
e concretizzazione  di un'esistenza non angustamente antropocentrica
ma disposta ad accordare rispetto a tutti gli esseri viventi che
popolano la terra.[...]
"La notte, quando le strade delle vostre città e i villaggi sono
immersi nel silenzio  e sono deserti, ritorneranno numerosi gli ospiti
che qui avevano la loro dimora e che ancora amano questa terra
meravigliosa .L'uomo bianco non sarà mai solo"(Parole profetiche
di un grande leader indiano nel 1855 in occasione del costituendo
 stato di Washington)".E Leslie Fiedler, memore del significato
profondo di queste parole, ha ripercorso la presenza costante dell'
indiano in quella forma di elevata consapevolezza che è la
letteratura.ma ora la prospettiva con la quale  si è costituita la
mitologia americana si sta ribaltando; la razza disparente  non è
 più quella indiana, ma  è l'uomo bianco che rischia l'estinzione
e l'annientamento. Il confronto, il rispetto del mondo indiano
divengono l'antidoto alla decadenza e alla fine.
Ma se l'indiano si configura come salvezza ultima del bianco,
non lo è più nei termini della classica tradizione letteraria
americana; non più gratuito olocausto- privo di conseguenze sarebbe
ora il suo sacrificio - ma voce capace di indicare una via ad una
rigenerazione certamente pressante, forse non più differibile.
Voce che richiede uno scandaglio preciso della nostra cultura, di
noi stessi, in definitiva, e un incontro che si tramuti in un momento
per esplorare e liberare tutte le possibilità insite nella condizione
umana - la nostra e l'altra -affrancate dalle limitazioni che
imprigionano entrambe.[...]

                                  continua

domenica 11 settembre 2016

dedicato soprattutto ai miei amici lettori francofoni


La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo, arca notturna e fida
e se non so più quello che ho vissuto
è perché non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.

Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori,

profumi schiusi da una cova di aurore
sempre posata su paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e va tutto il mio sangue in quegli sguardi.
                                              Paul Éluard
Dalí, Gala, Paul Éluard e Nusch a Port Lligat, 1931


Dalí, Gala, Paul Éluard e Nusch a Port Lligat, 1931